Anche la Cina vuole la sua ChatGPT

Il governo di Pechino sostiene gli sviluppatori di intelligenza artificiale generativa nazionali. Nel Paese l’accesso a ChatGPT è interdetto

Pubblicato il 16 Feb 2023

Sam Altman: dagli inizi al successo globale di ChatGPT
  • Il governo di Pechino fornirà supporto finanziario alle aziende cinesi che sviluppano le proprie versioni di ChatGPT
  • Baidu, Alibaba, NetEase e JD.com sono tra i primi a mostrare interesse nello sviluppo di strumenti di intelligenza artificiale generativa
  • OpenAI ha vietato agli utenti cinesi di accedere a ChatGPT

Quale azienda uscirà vincitrice dalla competizione dell’Ai generativa? Sarà Google con Bard o  Microsoft e ChatGPT? Ma l’attenzione sull’AI generativa si sta spostando verso est; ora tocca alla Cina giocare la sua mano.

Il 13 febbraio, la Cina ha dichiarato che offrirà supporto alle aziende nazionali che cercano di sviluppare sistemi di intelligenza artificiale simili a ChatGPT. Secondo la Reuters, la Cina aiuterà le aziende a investire nella costruzione di framework open source e ad accelerare la fornitura di dati.

Secondo i dati locali, hanno sede a Pechino circa 1.000 aziende di intelligenza artificiale, che rappresentano il 29% delle attività totali di intelligenza artificiale del Paese. Una di queste società è il gigante della ricerca Baidu, che ha dichiarato il mese scorso di voler sviluppare la propria versione di ChatGPT. Utilizzando il suo modello di apprendimento automatico su larga scala Ernie, la versione di Baidu di ChatGPT verrà utilizzata per generare risposte anziché solo collegamenti quando gli utenti eseguono una ricerca online.

Non solo Baidu nella competizione

Anche altre aziende cinesi, tra cui Alibaba e NetEase, stanno cercando di creare in Cina le proprie soluzioni simili a ChatGPT. Alibaba vuole aggiungere strumenti di intelligenza artificiale conversazionale ai suoi prodotti cloud, mentre NetEase sta guardando i chatbot per la sua sussidiaria di istruzione Youdao.

E la piattaforma di e-commerce cinese JD.com ha presentato una ”versione industriale” del chatbot di OpenAI, soprannominata ChatJD, che sarà rivolta alle società di vendita al dettaglio e finanziarie.

Nonostante abbia battuto il record per l’app in più rapida crescita di tutti i tempi, i cinesi non possono accedere a ChatGPT di OpenAI, dopo che è stata inserita in una lista nera. La Cina si unisce a Iran, Afghanistan e Venezuela nel non essere in grado di accedere al chatbot.

OpenAI non ha mai detto apertamente perché ad alcuni paesi è vietato utilizzare i suoi servizi. Sebbene la Cina sia considerata una minaccia alla sicurezza dal governo degli Stati Uniti e fornire tale accesso potrebbe potenzialmente violare le regole di esportazione. Ad esempio, GitHub ha dovuto impedire agli sviluppatori delle nazioni sanzionate di accedere ai suoi repository.

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