ROBOTICA

Isaac Asimov e le tre leggi della robotica



Indirizzo copiato

Isaac Asimov è considerato uno degli scrittori di fantascienza più famosi al mondo, quello da cui è nata la fantasia più acuta sui robot e sul tema della robotica (oggi forse vicina per certi versi alla realtà). Vediamo allora chi era lo scrittore Asimov, l’ideatore delle tre leggi della robotica.

Pubblicato il 13 ago 2019



Robot positronici – Isaac Asimov

Scrittore e biochimico russo, naturalizzato statunitense, Isaac Asimov ci ha lasciato un patrimonio di scrittura, sia in termini di divulgazione scientifica sia come romanzi, che ne fa tutt’oggi uno dei più importanti scrittori di fantascienza, in particolare legati ai robot e al mondo della robotica. La fortuna dell’Asimov scrittore è forse dovuta alla sua abilità di mescolare sapientemente invenzione letteraria con verità scientifiche, spesso unendo anche ironia e vena satirica (doti che in realtà metteva in mostra più spesso “dal vivo”).

Biografia: chi è Isaac Asimov

Isaac Asimov

Nato in Russia nel 1920 da una famiglia di origine ebraica, Asimov abbandonò l’Unione Sovietica nel 1923, quando la sua famiglia (oltre al padre e alla madre c’erano il fratello di Isaac, Stanley, e la sorella Marcia) decise di trasferirsi nel quartiere di Brooklyn a New York e aprire un negozio di dolciumi e riviste. E’ forse da qui che nacque la sua passione per la fantascienza e la robotica, leggendo alcune riviste che arrivavano al negozio per la rivendita (la rivista principale all’epoca era Amazing Stories).

Asimov compì quindi i suoi studi negli Stati Uniti, frequentò l’università, dapprima l’indirizzo di Zoologia della Columbia University, poi la facoltà di chimica (laureandosi proprio in chimica alla Columbia University nel 1939). Non contento, si laureò anche in Filosofia nel 1941.

La sua vera passione fu la scrittura, fin dai tempi della scuola e del college con i primi tentativi di pubblicazione (alcuni anche andati buon fine dato che pubblicò alcuni scritti sul giornale scolastico).

Nel 1937 provò a farsi pubblicare il suo primo manoscritto proponendolo ad Astounding Stories, una delle riviste di fantascienza più note dell’epoca (divenuta poi Astounding Science-Fiction negli anni Quaranta del Novecento); il lavoro fu respinto ma Asimov venne incoraggiato a proseguire con la scrittura e nel 1939 pubblicò, proprio su quella rivista, il racconto Naufragio al largo di Vesta.

I suoi celebri racconti sui robot positronici trovarono negli anni Quaranta del Novecento spazio non solo su Astounding Stories / Astounding Science-Fiction ma anche su Super-Science Fiction, altra importante rivista scientifica di quegli anni, anche se, formalmente, fu solo dalla fine degli anni Cinquanta del Novecento che Isaac Asimov diventò a tutti gli effetti uno scrittore professionista, nel senso che per vivere guadagnava attraverso la scrittura.

Dopo gli anni della guerra (la seconda guerra mondiale) nei quali Asimov fu “costretto” a lavorare come chimico a Philadelphia al Naval Air Experimental Station e poi fu impiegato anche come soldato semplice a Camp Lee (Virginia) e Honolulu (dove seguì anche alcune ricerche ed esperimenti atomici).

Tra il 1949 e il 1958 compì una breve carriera accademica ricoprendo il ruolo di professore alla Boston University School of Medicine. E’ solo dopo questa esperienza che, come accennato, Asimov diventò a tutti gli effetti uno scrittore professionista.

Isaac Asimov morì nell’aprile del 1992, inizialmente si pensò per alcune complicazioni al sistema cardiovascolare, ma nel 2002 la sua seconda moglie riferì al mondo che Asimov si spense a causa dell’Aids, malattia contratta molti anni prima, forse nel 1983 a seguito di una trasfusione di sangue.

I primi racconti sui robot ed i libri (Asimov bibliografia)

Seppur non come professionista, gli anni Quaranta del Novecento furono anni intensi per Asimov che pubblicò moltissimi racconti. Iniziò a scrivere di robot in età molto giovane e si pensa che il termine robotica sia stato inventato proprio da Isaac Asimov nel 1942.

Nel 1939 pubblicò il suo primo racconto sui robot (intitolato Robbie), preludio ai romanzi del Ciclo dei Robot (la prima raccolta di racconti e romanzi, cui seguì poi il Ciclo delle Fondazioni considerata la saga capolavoro della fantascienza moderna).

I, Robot - i robot positronici di Isaac Asimov

Robbie fa parte di Io, Robot, una antologia di nove racconti scritti fra il 1939 e il 1950 (che ebbe poi anche una trasposizione cinematografica nel 2004, anche se non proprio fedele ai racconti di Asimov) dove protagonisti sono i robot positronici che rispondono alle tre leggi della robotica.

I racconti inseriti nell’antologia sono: Robbie, Circolo vizioso (che nella seconda edizione prese il titolo Girotondo), Essere razionale (il cui titolo fu poi cambiato in Secondo ragione), Iniziativa personale (anche in questo caso il titolo cambiò in Il Robot multiplo), Bugiardo!, Il robot scomparso (divenuto poi Il piccolo Robot perduto), Meccanismo di fuga (intitolato poi Evasione), La prova e Conflitto evitabile [In Italia le antologie di Asimov vennero pubblicate dapprima da Mondadori, negli anni Cinquanta, successivamente da Bompiani, negli anni Sessanta. Il cambio di editore coincise spesso anche con un cambio di titolo – ndr].

Da evidenziare il fatto che il tiolo Io, Robot deriva in realtà dall’omonimo titolo di un racconto breve scritto dai fratelli Binder – pubblicato nel 1939 dalla rivista Amazing Stories – che ebbe moltissimo successo.

Sempre nel 1939 Asimov scrisse, a soli 18 anni, il racconto il racconto Naufragio al largo di Vesta che all’epoca fu accolto un po’ timidamente, rivalutato poi in seguito dalla critica. Nel 1941 scrisse quello che ancora oggi è considerato uno dei migliori racconti di fantascienza di sempre, Notturno. Nel 1968 il Congresso degli Scrittori di fantascienza Americani votò Notturno come il miglior racconto di fantascienza e venne giudicato dalla Science Fiction Writers of America come il miglior racconto di fantascienza scritto prima dell’istituzione del Premio Nebula (istituito nel 1965).

Nel 1964 Asimov pubblica una seconda antologia dal titolo Il secondo libro dei robot che racchiude nove racconti pubblicati tra il 1942 e il 1958 dove, ancora una volta, protagonisti assoluti sono i robot. In questa seconda antologia Asimov racchiude queste storie [In Italia le antologie di Asimov vennero pubblicate dapprima da Mondadori, negli anni Cinquanta, successivamente da Bompiani, negli anni Sessanta. Il cambio di editore coincise spesso anche con un cambio di titolo – ndr]: AL-76 (divenuto poi nella seconda edizione italiana Il robot scomparso), Vittoria involontaria (il cui titolo cambiò poi in Esseri superiori), La prima legge (che divenne nell’edizione Bompiani Cuore di mamma), Se saremo uniti (che dall’edizione Mondadori a quella Bompiani cambiò titolo in Uniamoci), Soddisfazione garantita, Rischio (che cambiò poi titolo in La vita di un uomo), Lenny, Il correttore di bozze (divenuto poi Lo schiavo), Assente (cui poi fu cambiato il titolo in Intuito Femminile).

La terza importante antologia di Asimov è l’Antologia del bicentenario che racchiude undici racconti scritti e pubblicati tra il 1966 ed il 1976 ed un poema, The Prime of Life, che però non fu inserito nell’edizione italiana dell’antologia. Questi i racconti inseriti: Intuito femminile, Vasto mondo, Che tu te ne prenda cura, Straniero in paradiso, La vita e i tempi di Multivac, Diradamento selettivo, L’uomo del bicentenario, Marcia di santi, Sistema antiquato, Tricentenario, Nascita di una nozione.

Quasi tutti i racconti di queste tre antologie, più le storie inserite in altre quattro antologie, oggi fanno parte della grande raccolta di racconti di Asimov, 31 in tutti, intitolata Tutti i miei robot uscita per la prima volta nel 1982. Benché ordinati cronologicamente, Asimov raggruppò i racconti in funzione delle caratteristiche dei robot protagonisti delle storie (robot non umani, robot immobili, robot di metallo, robot umanoidi, Powell e Donovan, Susan Calvin, due apoteosi).

Tra il 1955 ed il 1993 uscirono in pubblicazione anche i romanzi di Isaac Asimov (che dalla metà degli anni Cinquanta si cimentò anche, e soprattutto, nella scrittura di moltissime pubblicazioni scientifiche). Questi i romanzi di Isaac Asimov: La fine dell’eternità (1955); Neanche gli dei (1972), romanzo che vinse il premio Hugo; Viaggio allucinante (1966); Destinazione cervello (1987); Nemesis (1989).

I romanzi successivi (Notturno, 1990 – Il figlio del tempo, 1992 – Robot NDR 133, 1993) sono in realtà ampliamenti di precedenti racconti di Asimov scritti con Robert Silverberg.

Ancora oggi Asimov è considerato il precursore della fantascienza moderna, colui che inventò i robot positronici, gli automi, i robot umanoidi sostituendoli alla narrativa di fantascienza che fino agli anni Quaranta del Novecento era caratterizzata dai cosiddetti pulp magazine. Asimov elevò la fantascienza a “letteratura di livello”, con contenuti divulgativi e didattici. A lui i critici hanno sempre riconosciuto la capacità di rendere plausibilmente veritiere, anche dal punto scientifico, le sue storie (in quella che oggi chiamiamo hard science fiction, basata su fondamenta scientifiche), anche se sfocianti in scenari futuristici i cui impatti sociali sul destino dell’umanità lasciavano sconcertato il lettore.

Il Ciclo dei Robot di Isaac Asimov

Il Ciclo dei Robot è un insieme di racconti e romanzi di fantascienza dello scrittore Isaac Asimov che hanno per protagonisti i robot positronici (automi e tecnici robot) e come scenografia degli ambienti spaziali futuristici, mondi nei quali i robot hanno un ruolo chiave ma si narrano anche i rapporti tra gli esseri umani terresti hanno e gli emigrati nelle Colonie Spaziali.

I racconti del Ciclo dei Robot provengono essenzialmente (ma non tutti) dalle antologie Io, Robot, Il secondo libro dei robot, e l’Antologia del Bicentenario, raccolti poi in un’unica opera intitolata Tutti i miei robot [Per i dettagli dei titoli rimandiamo al paragrafo precedente dedicato alla bibliografia di Asimov – ndr].

Nei racconti, benché siano scollegati, spesso si ritrovano personaggi e robot della fantasia di Asimov, come la robopsicologa Susan Calvin, i tecnici collaudatori Gregory Powell e Mike Donovan della U.S. Robots and Mechanical Men, oppure Multivac, un supercomputer con la “mente” simile a quella dei robot positronici anche se molto più evoluta (in grado spesso di provare sentimenti umani).

A fare da sfondo ai racconti del Ciclo dei Robot ci sono sempre il cervello positronico e le tre leggi della robotica [di cui si parlerà nei prossimi paragrafi – ndr], cui devono sottostare i robot positronici.

I romanzi sono ambientati in scenari futuristici; Asimov si immagina la colonizzazione spaziale con esseri umani emigrati in altri pianeti. Questi emigrati sono gli Spaziali, contrapposti ai Terrestri, coloro che sono rimasti sulla Terra. I romanzi che fanno parte della saga Ciclo dei Robot di Asimov sono quattro: Abissi d’acciaio (1954), Il sole nudo (1957), I robot dell’alba (1983), I robot e l’Impero (1985).

Asimov, il Ciclo delle Fondazioni

Considerato il super capolavoro di Isaac Asimov, il Ciclo delle Fondazioni è una saga composta da sette romanzi:

  • Preludio alla Fondazione (Prelude to Foundation – 1988)
  • Fondazione anno zero (Forward the Foundation – 1993)
  • Fondazione o Cronache della galassia o Prima fondazione (Foundation – 1951)
  • Fondazione e Impero o Il crollo della galassia centrale (Foundation and Empire – 1952)
  • Seconda Fondazione o L’altra faccia della spirale (Second Foundation – 1953)
  • L’orlo della Fondazione (Foundation’s Edge – 1982)
  • Fondazione e Terra (Foundation and Earth – 1986)

Come si può notare, l’ordine non è cronologico perché Asimov scrisse prima una Trilogia della Fondazione (tra il 1951 e il 1953: Fondazione, Fondazione e Impero, Seconda Fondazione), riprendendo poi nel 1982 con la scrittura di due seguiti (L’orlo della Fondazione e Fondazione e Terra) ai primi tre romanzi, per concludere con due prequel nel 1988 (Preludio alla Fondazione) e nel 1992 (Fondazione anno zero).

La Trilogia della Fondazione è composta dai tre romanzi originali per i quali Asimov vinse il Premio Hugo come miglior ciclo fantascientifico nel 1966.

Le tre leggi della robotica (e la legge zero) di Asimov

Pubblicate per la prima volta nel 1942 nel racconto intitolato Circolo vizioso sulla rivista di fantascienza Astounding Science-Fiction, le tre leggi della robotica di Isaac Asimov nascono dalla convinzione dello scrittore che, se progettati bene e non utilizzati impropriamente, i robot non potessero essere pericolosi o rischiosi per l’uomo.

Per sostenere la sua idea, quindi, Asimov introdusse nei suoi racconti alcuni principi di sicurezza (la prima legge della robotica), servizio (la seconda legge della robotica) e autoconservazione (la terza legge della robotica) con i quali si regolamentava il comportamento dei robot positronici (robot dotati di cervello positronico).

Ecco cosa dicono le tre leggi della robotica:

1) prima legge: un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, un essere umano riceva danno;

2) seconda legge: un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non vadano in contrasto alla prima legge;

3) terza legge: un robot deve proteggere la propria esistenza, purché la salvaguardia di essa non contrasti con la Prima o con la seconda legge.

Le tre leggi della robotica divennero presto molto popolari tanto da spingere altri scrittori ad utilizzarle, senza però mai citarle in modo chiaro (Asimov ne era geloso e le considerava le Sue Leggi), e a far addirittura quasi sparire la narrazione e le storie di robot distruttori.

In alcuni dei suoi ultimi racconti Asimov postula l’esistenza di una quarta legge, superiore per importanza alle altre tre denominata quindi la Legge Zero (valida forse però solo per gli automi più sofisticati):

  • Legge Zero: un robot non può danneggiare l’umanità, né può permettere che, a causa del suo mancato intervento, l’umanità riceva danno.

A seguito dell’introduzione della Legge Zero, le tre Leggi furono modificate:

1) un robot non può recar danno a un essere umano né può permettere che, a causa del proprio mancato intervento, un essere umano riceva danno. Purché questo non contrasti con la legge zero;

2) un robot deve obbedire agli ordini impartiti dagli esseri umani, purché tali ordini non contravvengano alla legge zero e alla prima legge;

3) un robot deve proteggere la propria esistenza, purché questa autodifesa non contrasti con la legge zero, la prima legge e la seconda legge.

L’introduzione della Legge Zero solleva ancora oggi non pochi dibattiti poiché, di fatto, ammette la possibilità che un robot possa fare del male ad un essere umano qualora, in determinate circostanze, la salvaguardia dell’umanità sia l’obiettivo superiore cui tendere (anche se questo significa dover sacrificare qualche essere umano).

Il dibattito in realtà è stato già risolto dallo stesso Asimov che nel finale del romanzo I robot e l’Impero consente al robot Reventlov di far vivere gli abitanti della Terra, che non vogliono migrare su altri pianeti spaziali, la lenta agonia nucleare del pianeta. Una scelta che però danneggia in modo irreparabile il cervello positronico del robot.

Il cervello positronico (e i robot positronici) di Asimov

Strettamente legato alle tre leggi della robotica, il cervello positronico è la mente dei robot positronici ideati dalla fantasia dello scrittore Isaac Asimov.

Il cervello positronico, stando a quanto descritto dallo stesso Asimov nei suoi racconti e romanzi, è un globo spugnoso di una lega di platino-iridio. Inventato da Lawrence Robertson, fondatore della U.S. Robots and Mechanical Men Corporation (l’azienda che nei racconti e nei romanzi di Asimov produce i robot positronici), il cervello positronico è la concretizzazione dell’intelligenza artificiale, quella che oggi chiameremmo addirittura intelligenza artificiale forte e generalista, così complessa da rendere incomprensibile persino ai programmatori come opera il cervello positronico e cosa uscirà dal suo lavoro. Ecco perché Asimov introduce nei suoi racconti personaggi come i collaudatori Gregory Powell e Mike Donovan e la robopsicologa Susan Calvin che hanno il compito di testare e collaudare i robot positronici.

I robot positronici sono di fatto i robot dotati di cervello positronico che osservano le tre leggi della robotica; tuttavia, un cervello positronico non necessariamente deve essere inserito in un robot per poter funzionare. Non solo, nella narrazione di Asimov si capisce che il cervello positronico non è legato ad alcun tipo di hardware o supporto, e nemmeno ai suoi stessi schemi positronici, per cui può essere trasferito su supporti diversi e “vivere” all’infinito, anche accrescendo la sua potenza e le sue capacità.

Nei racconti di Asimov i robot positronici non si ribellano agli esseri umani, nascono per lo più per servire l’uomo ed aiutarlo. I robot positronici sono per lo più degli umanoidi (macchine intelligenti che, per struttura, somigliano ad esseri umani) dotati di un cervello positronico grazie al quale sono in grado di auto apprendere e compiere autonomamente scelte ed azioni (il cervello positronico di fatto riproduce i processi cognitivi tipici del cervello biologico degli esseri umani).

Il più “famoso” robot positronico uscito dalla penna di Asimov è forse Robot NDR 113, il robot protagonista de L’uomo del bicentenario uscito dalla U.S. Robots and Mechanical Men Corporation con un difetto (prova sentimenti umani e desidera essere riconosciuto come essere umano). Andrew Martin, così si chiama Robot NDR 113 quando viene acquistato dalla famiglia Martin, scopre lentamente la “vita umana” ed i sentimenti, conosce e apprezza la libertà, viaggia ed esplora… impiega però ben 200 anni prima che il Congresso Mondiale gli assegni lo status di essere umano.

La storia toccante ha trovato poi una trasposizione cinematografica nel film del 1999 L’uomo bicentenario.

Asimo, il robot umanoide della Honda che omaggia Isaac Asimov

Il robot Asimo scende le scale

Acronimo che sta per per Advanced Step in Innovative Mobility, Asimo è un robot umanoide messo a punto dalla Honda a partire dal 2000. Il significato non ha nulla a che vedere con lo scrittore di fantascienza Isaac Asimov ma è evidente che l’acronimo suona quasi come un omaggio all’ideatore dei robot positronici.

Asimo è stato progettato per essere un assistente multifunzione: alto 130 centimetri riesce a fare movimenti in modo molto fluido, cammina (anche su sentieri irregolari), corre (anche se non va oltre i 9 km/h), sale le scale, salta… riesce ad interagire con l’ambiente circostante (riconoscendolo e mappandolo) e anche con gli esseri umani grazie ad riconoscimento vocale e del linguaggio naturale piuttosto avanzati (gli consentono di comprendere anche quando ci sono più persone che parlano contemporaneamente o ci sono rumori di fondo).

Asimo riesce addirittura ad esprimersi con la lingua dei segni ed è in grado di svolgere alcuni compiti, come svitare il tappo di una bottiglia o versare dell’acqua in un bicchiere, molto utili quando impiegato come robot di assistenza agli anziani.

A luglio 2018 Asimov è andato in pensione. La Honda ha annunciato che non verranno più prodotti esemplari di Asimo. Tuttavia, la conoscenza acquisita in quasi vent’anni di sviluppo verrà capitalizzata per la creazione di protesi robotiche ed esoscheletri.

Articoli correlati

Articolo 1 di 4