Ingegnere e fisico statunitense, a Joseph Engelberger si deve lo sviluppo del primo robot industriale e la creazione della prima società del settore. Il notevole contributo nel settore gli è valso il titolo di padre della robotica.
Storia di Joseph Engelberger
Nato a Brooklyn nel 1925, Engelberger crebbe nel Connecticut, per poi tornare nuovamente a New York per frequentare il college.
Dal 1942 al 1946 servì nella U.S. Navy, alle Isole Marshall, dove lavorò al Progetto sulla bomba atomica “Operazione Crossroads” nell’atollo di Bikini. Fu proprio quell’esperienza che lo iniziò alla fisica, materia in cui si laureò nel 1946 alla Columbia University.
Nello stesso anno, iniziò a lavorare per la Manning, Maxwell & Moore (MM&M), dove si occupava della progettazione di sistemi di controllo per centrali nucleari e di motori a reazione.
Nel 1949 il fisico ricevette il Master of Science in Ingegneria elettrica dalla Columbia University. Le sue capacità gli permisero di fare ben presto carriera e nel 1953 venne posto alla direzione della divisione aerei della MM&M.
Dopo aver conosciuto nel 1956 l’inventore George Devol, lavorò allo sviluppo della sua idea e riuscì a far finanziare la produzione del primo robot industriale, lo Unimate#001.
Successivamente, fondò la Unimation Inc., prima società di robotica industriale che, dopo il grande successo ottenuto, fu venduta nel 1982 alla Westinghouse Electric Corporation dallo stesso Engelberger.
Il fisico statunitense fu un compagno di università di Isaac Asimov, col quale ebbe modo di discutere in molte occasioni degli sviluppi nel campo della robotica. Proprio a questa amicizia si deve il nome di una delle ultime creazioni di Engelberger, il robot Isaac, progettato per aiutare le persone anziane e quelle disabili.
Engelberger morì nel 2015 a Newton, nel Connecticut.
I primi approcci alla robotica
Come già accennato, nel 1956 Engelberger incontrò l’inventore George Devol. I due, oltre a discutere sulle implicazioni delle leggi della robotica elaborate da Asimov, ebbero modo di parlare del dispositivo Programmed Article Transfer, invenzione di Devol per la quale richiese un brevetto nel 1954. Engelberger rimase molto colpito dal progetto che lui stesso definì come “robot”.
Nel 1957, dopo che la MM&M fallì, il fisico fondò la Consolidated Controls Corp., società affiliata alla Condec Corp. Engelberger intuì che il progetto di Devol aveva un grande potenziale, in quanto poteva essere usato per sostituire gli uomini nello svolgimento di lavori pericolosi.
Fu così che chiese e ottenne il finanziamento del progetto da parte del CEO della Condec, Norman Schafler.
Gli anni di Unimate
Nel 1959 fu sviluppato il primo prototipo di Unimate#001, il primo robot industriale. Nello stesso anno, la General Motors, intuendo il suo potenziale, introdusse il modello – per la prima volta – nella catena di montaggio, nell’impianto di pressofusione di Trenton, in New Jersey. Due anni dopo, Devol ricevette il brevetto numero 2.988.237 per la sua invenzione ed Engelberger fondò la società Unimation Inc., sussidiaria della Condec e prima azienda di robotica industriale.
Ben presto, la macchina iniziò ad essere prodotta in massa e venduta a numerose aziende in tutto il mondo. La Unimation fornì alla Nokia e alla Kawasaki Heavy Industries (oggi Kawasaki Robotics) le licenze per produrre e vendere Unimate. Si può dire, quindi, che Engelberger avviò l’industria della robotica in Europa e in Giappone.
Joseph Engelberger posa accanto al suo robot Unimate
Nel giro di un decennio, l’introduzione del modello Unimate 1900 nelle fabbriche, rivoluzionò il settore automobilistico. Il robot presentava alcune caratteristiche che lo rendevano particolarmente innovativo. Il sistema era composto da un sistema di comando collegato al braccio elettromeccanico che eseguiva un’operazione memorizzata in una memoria a tamburo. Inoltre, il primo Unimate era azionato idraulicamente.
Il robot fu un successo a livello mondiale. Nel 1966 Engelberger, invitato al Tonight Show con Johnny Carson, dimostrò le capacità di Unimate, in grado di eseguire molte azioni, tra cui mettere una pallina da golf in una tazza, versare una birra e afferrare una fisarmonica. Nello stesso anno, fu invitato in Giappone per presentare il robot davanti a una platea di 400 dirigenti d’azienda interessati alla sua produzione.
Video: il robot Unimate (1967) – British Movietone
I vantaggi che ha portato alla società
Devol e Engelberger dichiararono di aver cambiato il nome del progetto iniziale prima in manipulator e, poi, in robot, così da aumentare le possibilità di venderlo.
L’importanza dell’invenzione è stata sottolineata da una nota di Devol al brevetto dello Unimate, che riporta la seguente considerazione: “Questa invenzione rende possibile, per la prima volta, (la realizzazione di) una macchina multiuso che può avere un’applicazione universale a una vasta gamma di campi dove il controllo digitale è auspicato”.
Lo stesso Engelberger mise in luce come Unimate avesse reso l’automazione molto più facile e come avesse permesso di risparmiare denaro nella produzione di nuove auto. Inoltre, il robot permetteva di ridurre gli incidenti sul lavoro, in quanto svolgeva determinate funzioni particolarmente pericolose per i lavoratori, come la saldatura.
Per presentare al mondo l’impatto che i robot industriali avrebbero potuto avere sulla società, nel 1970 pubblicò il libro Economic and Sociological Impact of Industrial Robots.
Gli sviluppi futuri: Puma e il settore sanitario
Successivamente, la Unimation produsse il primo robot industriale a motori elettrici, il Programmable Universal Machine for Assembly (PUMA), sviluppato dall’ingegnere statunitense Victor Scheinman. Il robot fu realizzato in serie e venduto inizialmente all’azienda General Motors, che lo implementò nelle catene di montaggio dei propri stabilimenti.
L’obiettivo di Engelberger era quello di riuscire a trovare nuovi campi in cui l’applicazione dei robot avrebbe portato un notevole vantaggio per l’umanità. Il fisico statunitense, dopo aver venduto la società alla Westinghouse nel 1982, si dedicò al settore sanitario. Nel 1984, infatti, fondò la Transitions Research Corp. (poi HelpMate), per lo sviluppo di macchine al servizio della popolazione anziana. Il robot-corriere HelpMate fu utilizzato nell’ospedale di Danbury per trasportare materiale sanitario e svolgere altre funzioni di assistenza al personale e ai pazienti.
Video: Robot infermiere in un ospedale di Bangkok
Gli sviluppi in ambito industriale, quindi, furono la base per numerose applicazioni successive in altri campi. Come ribadì lo stesso Engelberger, “ci sono grandi possibilità nel campo dei robot di servizio, semplicemente utilizzando la tecnologia sviluppata nel settore dell’industria”.
In un’intervista, Joseph Engelberger dichiarò: “Non guardo mai indietro. Penso sempre al futuro. Così funziona la mente di un inventore. […] Si dovrebbe sempre pensare al futuro. Questo è ciò che conta.”
Video: Mimus, robot industriale gigante, curioso di ciò che lo circonda.
L’Engelberger Robotics Award
L’importanza di Engelberger nel mondo della robotica è stata riconosciuta a livello internazionale. Egli non solo ricevette numerosi premi, come il Leonardo da Vinci Award e il Japan Price, ma fu istituito un prestigioso premio a lui intitolato, l’Engelberger Robotics Award, conferito ogni anno dalla Robotics Industries Association. Considerato il premio più prestigioso al mondo nel campo della robotica, è conferito a persone che eccellono nell’ambito dello sviluppo e dell’applicazione di tecnologie, nonché alle personalità che si distinguono per la leadership nel campo della robotica.
A ogni vincitore viene assegnato un premio in denaro e una medaglia commemorativa, con l’iscrizione “per aver contribuito allo sviluppo della robotica al servizio dell’umanità”. Il premio è stato istituito nel 1977 ed è stato finora riconosciuto a più di 100 personalità provenienti da tutto il mondo.
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