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Come l’AI sta cambiando la consulenza manageriale



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Grazie alle piattaforme alimentate dall’intelligenza artificiale è possibile ottenere consulenze da esperti on-demand; ciò consente alle aziende di accedere a una vasta gamma di informazioni e indicazioni senza dover necessariamente ricorrere a consulenti di alto livello

Pubblicato il 2 ott 2023

Maurizio Carmignani

Management Consultant, Trainer, Startup Advisor



Intelligenza Artificiale e Lavoro

Secondo il rapporto di McKinsey intitolato “The economic potential of generative AI”, gli ultimi progressi nell’intelligenza artificiale generativa disegnano una previsione che indica che questa tecnologia supererà le prestazioni medie umane e raggiungerà il livello di diverse prestazioni umane in un periodo più breve rispetto di quanto stimato precedentemente dalla stessa McKinsey, in una vasta gamma di capacità.

McKinsey, cosa è cambiato nella consulenza manageriale

Un rapporto di McKinsey del 2017 prevedeva un aumento del numero di professionisti come scienziati informatici, ingegneri, amministratori IT, lavoratori IT e consulenti da 20 milioni a 50 milioni a livello globale entro il 2030. Queste professioni avrebbero richiesto un costante aggiornamento alle tecnologie emergenti, inclusa l’AI. Ciò significava che sarebbe stato sempre più importante sviluppare competenze tecniche nel campo dell’AI applicata a diversi settori, ivi compreso il management consulting, che poi è il lavoro che fa McKinsey.

La rivoluzione attuale dell’intelligenza artificiale generativa segnerà la fine la fine della consulenza manageriale così come la conosciamo?

Chi è e cosa fa il consulente manageriale

Per prima cosa proviamo a descrivere la professione. Il mestiere del consulente manageriale consiste nel fornire supporto e consulenza alla direzione aziendale per risolvere problemi strategici, gestionali e organizzativi. Questa figura opera come professionista esterno all’impresa e svolge una serie di attività multidisciplinari nel campo del management, al fine di creare valore e promuovere cambiamenti attraverso la fornitura di consigli, soluzioni e servizi. Le responsabilità principali del consulente manageriale includono lo studio e l’elaborazione di strategie per migliorare le prestazioni aziendali, l’implementazione di sistemi di contabilità industriale, la consulenza negli investimenti, la pianificazione finanziaria e il controllo di gestione, l’elaborazione di progetti economico-finanziari, la consulenza economica, la formulazione di proposte organizzative nel settore del marketing e l’analisi di dati o informazioni di natura economica. I consulenti di manageriali (o di direzione) possono lavorare come liberi professionisti o essere parte di una società di consulenza aziendale che offre una gamma di specialisti nel settore.

Per decenni, professionisti e aziende d’élite, tra cui Arthur D. Little, la prima realtà a offrire servizi di ricerca tecnologica su commessa già dal lontano 1886, Boston Consulting Group (BCG) creatrice dell’omonima matrice sviluppata negli anni 60’, noto strumento di pianificazione strategica che permette di classificare le aree in funzione della redditività e delle quote di mercato, McKinsey & Company autrice della Matrice General Electric, dal nome della società per la quale fu sviluppata nel 1969, strumento di gestione del portafoglio business di impresa alternativo a quello di BCG, e poi Bain & Company e qualche boutique settoriale sparsa nel mondo. Queste società hanno formato professionisti e manager che sono poi andati spesso a coprire funzioni apicali nelle aziende clienti fornendo preziose intuizioni strategiche e competenze per la risoluzione dei problemi, aiutando le imprese a prosperare in un panorama in continua evoluzione. Con il rapido avanzamento di tecnologie di intelligenza artificiale il modello tradizionale di consulenza manageriale si modifica nuovamente e forse in modo irreversibile. Cerchiamo di capire il perché.

Come cambia la consulenza manageriale con l’avvento dell’AI

Le società di consulenza manageriale sono state tradizionalmente associate a tariffe elevate e a incarichi di lunga durata. Grazie all’avvento dell’intelligenza artificiale e delle conseguenti potenti applicazioni software, le aziende possono ora beneficiare di potenti algoritmi di analisi dei dati e di apprendimento automatico per ottenere approfondimenti e prendere decisioni informate a costi significativamente inferiori. Le soluzioni basate sull’AI offrono analisi in tempo reale, consentendo un processo decisionale più rapido e preciso, eliminando la necessità di costose consulenze. Queste capacità sono state integrate direttamente in prodotti software esistenti, come ad esempio la suite Office di Microsoft con la funzionalità chiamata Copilot e l’Einstein Copilot di Salesforce.

I consulenti manageriali sono da tempo considerati i custodi delle conoscenze specialistiche del settore, acquisite attraverso anni di esperienza e formazione. L’intelligenza artificiale sta abbattendo queste barriere, rendendo le competenze specialistiche più accessibili. Grazie alle piattaforme alimentate dall’intelligenza artificiale, è possibile ottenere consulenze da esperti on-demand, ciò consente alle aziende di accedere a una vasta gamma di informazioni e indicazioni senza dover necessariamente ricorrere a consulenti di alto livello.

Attraverso la semplice digitazione di alcune righe di testo, l’intelligenza artificiale è già in grado di generare una strategia dettagliata per l’azienda, un nuovo piano di marketing o un rapporto aziendale completo che illustra le tendenze strategiche più rilevanti del momento. Sebbene potrebbe non essere immediatamente pronto per un utilizzo al 100%, spesso rappresenterà il 90-95% di ciò che sarebbe stato il prodotto finale ottenuto tramite consulenze tradizionali. Ciò consente al top management di concentrarsi solo sul 5-10% più importante per completarlo, risparmiando notevoli quantità di tempo e denaro.

Come l’AI trasforma l’accesso alle competenze specialistiche

L’intelligenza artificiale sta trasformando il modo in cui le aziende accedono alle competenze specialistiche, consentendo loro di ottenere consulenze rapide ed efficienti a un costo inferiore, senza compromettere la qualità e l’accuratezza delle informazioni fornite.

Il ritmo del business si sta accelerando e l’intelligenza artificiale consente di accelerare i processi decisionali. Invece di dover aspettare la chiusura dei progetti di consulenza per ottenere analisi e approfondimenti, ora queste conoscenze sono disponibili istantaneamente per ogni dipendente dell’azienda attraverso strumenti software che già conoscono. Grazie all’AI, le aziende possono rispondere rapidamente alle mutevoli condizioni di mercato, analizzando in modo continuo i dati e generando approfondimenti praticabili. Questa nuova agilità consente alle aziende di essere all’avanguardia e di prendere decisioni in modo più efficiente che mai prima d’ora.

Con l’avanzare delle tecnologie di intelligenza artificiale sempre più sofisticate, le aziende sono in grado di assumere compiti impegnativi tradizionalmente svolti dai collaboratori umani, come la lettura e l’analisi dei dati, nonché la creazione di relazioni e presentazioni. Ma il vero valore distintivo risiederà nel fornire quel 5-10% che differenzia la strategia di un’azienda dalla concorrenza. Si tratterà di adottare una prospettiva diversa, cogliere le opportunità che l’AI non può individuare e sviluppare strategie vincenti in un mercato guidato dall’AI. Può apparire paradossale ma questo probabilmente è ciò che darà vita al concetto di “super esperto”.

OpenAI AJP
Immagine generata da DALL-E di OpenAI

AI e fattore umano

L’uso dell’AI offre indubbiamente vantaggi indipendentemente dal luogo da dove si utilizza. Il fattore determinante per il successo sarà comunque l’aspetto umano. Sarà infatti la capacità di adottare una visione diversa, di cogliere le sfumature e di aprire nuove opportunità che darà un vantaggio competitivo. L’AI può fornire strumenti e analisi potenti, ma sarà la mente umana a poter applicare creatività, intuizione e una comprensione profonda per capitalizzare appieno il potenziale dell’AI e ottenere risultati significativi.

In poche parole, come per tutti i lavori, ma in particolare modo per i lavori della conoscenza, sarà fondamentale imparare a lavorare con l’intelligenza artificiale.

Le grandi società di consulenza hanno in genere una struttura piramidale, con un numero maggiore di associati e consulenti alla base, e un numero minore di partner al vertice. Sebbene sia difficile sapere quale sia il rapporto, si ritiene che sia compreso tra 5:1 e 10:1. Gli associati e i consulenti alla base della piramide forniscono entrate che rendono i soci a volte molto ricchi, con alcuni soci che guadagnano da 1 a 5 milioni di dollari o più. Le persone alla base lavorano a lungo e duramente per anni, a volte per decenni, nel tentativo di scalare la vetta e diventare partner. Con l’avvento dell’AI, la base della piramide potrebbe crollare.

Nonostante l’AI stia indubbiamente sconvolgendo il settore della consulenza manageriale, non ne sta necessariamente decretando la fine. Al contrario, sta guidando una trasformazione che richiederà sia alle aziende che ai consulenti di adattarsi e innovare. Mentre l’AI continua a rimodellare il modo in cui lavoriamo e prendiamo decisioni, le organizzazioni di maggior successo saranno quelle che sapranno sfruttare questa grande opportunità collaborando con piattaforme guidate dall’AI, abbracciando una nuova era di pensiero strategico.

Conclusioni

L’intelligenza artificiale ha sicuramente aperto nuove prospettive per le aziende, offrendo loro strumenti avanzati e insights per affrontare sfide e sviluppare strategie. Sebbene queste potenzialità, la consulenza manageriale fornita da aziende di alto livello potrà continuare a essere di inestimabile valore e importanza. Una delle ragioni fondamentali per cui molte aziende continuano a fare affidamento sulle grandi società di consulenza manageriale è la loro esperienza consolidata e la vasta competenza. Grazie agli anni di lavoro con clienti di diverse dimensioni e complessità, queste aziende hanno acquisito una visione unica sul mercato che consente loro di fornire personalizzazioni e soluzioni mirate per affrontare le sfide specifiche.

La consulenza manageriale offre una visione strategica e globale basata su dati, esperienza ma soprattutto una prospettiva esterna. La neutralità e terzietà della consulenza esterna sarò sempre di più una caratteristica imprescindibile e significativa. Quando le aziende si trovano di fronte a decisioni strategiche complesse o situazioni delicate, l’obiettività fornita da consulenti esterni potrà essere determinante per ottenere risultati positivi e di valore per l’azienda. Continueranno a fornire i loro servizi alle aziende per risolvere le situazioni più intricate e per fornire quell’osservatorio di informazioni e approfondimenti che deriva dallo stare costantemente sul mercato sia in modalità verticale di settore approfondita che attraverso aggiornamenti trasversali.

Probabilmente le strutture organizzative, da piramidali tenderanno ad avere delle forme più piatte e asciutte, utilizzando un numero di persone più piccolo come sta accadendo in quasi tutte le professioni. Il modello di servizio si sposterà dal progetto al flusso costante di aggiornamenti e insight attraverso collaborazioni più lunghe e di maggiore corresponsabilità e condivisione nel raggiungimento dei risultati di business.

Maurizio Carmignani è autore di “What’s Next? Rivoluzioni industriali, intelligenza artificiale e futuro del lavoro”

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