Se lo scrittore è un algoritmo: l’AI per la letteratura

Non solo report basati su tabelle e dati numerici, l’A.I. è sempre più in grado di emulare l’uomo anche nella scrittura creativa. In Giappone, un romanzo scritto da una macchina ha superato le selezioni di un premio letterario e negli Usa il Washington Post fa scrivere al software Heliograph articoli secondo la propria linea editoriale.

Pubblicato il 31 Gen 2020

Catia Maietta

Avvocato

Può una macchina, sia pure intelligente, scrivere un romanzo, un racconto o un articolo giornalistico? Sebbene la scrittura, soprattutto quella creativa, si sviluppi in diverse dimensioni, l’intelligenza artificiale ha iniziato a insinuarsi anche in questo mondo. Si è partiti da una analisi delle tipologie di scrittura maggiormente legate a dati oggettivi, fino a spingersi verso la vera e propria scrittura creativa, con risultati definibili soddisfacenti.

Romanzi e sceneggiature

Le prime sperimentazioni di scrittura creativa sono state proposte su generi legati al racconto di fantascienza, ma l’obiettivo è quello di poter istruire, un giorno, algoritmi in grado di creare qualsiasi tipo di produzione narrativa o poetica, emulando i grandi autori della letteratura mondiale.

Non si è ancora arrivati a tanto, anche se i campi di applicazione dell’intelligenza artificiale nel settore della scrittura creativa tendono sempre più ad ampliarsi. Nel 2015, ad esempio, è stata realizzata Whim, una macchina in grado di generare sceneggiature per musical e nel 2018 è stato pubblicato un romanzo, “1 the Road”, ispirato al celebre “On the Road” di Jack Kerouak, prodotto grazie a un algoritmo che ha tradotto in scrittura input provenienti dal Gps, da microfoni e dalla macchina fotografica.

Tra gli eventi che hanno riscosso maggiore interesse c’è il riuscito esperimento di un romanzo scritto da un computer che, nel 2016 in Giappone, ha superato le selezioni di un premio letterario, dimostrando la perfetta perequazione tra quest’opera e le altre in concorso frutto della fantasia e dell’intelletto dell’uomo

I ricercatori stanno cercando di sfruttare ogni tipo di canale al fine di far confluire negli algoritmi spunti creativi in grado di fungere da ispirazione alla produzione narrativa. E questo lavoro diviene anch’esso oggetto di ulteriore creatività tutte le volte in cui vengono introdotti elementi ricavati dalle più svariate fonti, al fine di alimentare una potenziale creatività dell’algoritmo e indurlo all’elaborazione di un testo poetico o di un racconto romantico.

Esempi più lineari, invece, potranno aversi ogni qualvolta il fine dovesse essere quello di elaborare un articolo che tragga spunto dall’analisi di tabelle e di dati numerici, ad esempio, dei report. Di questi ultimi algoritmi ve ne sono diversi, adoperati dalle testate giornalistiche per i propri articoli. Si pensi, per tutti, a Heliograph, software di scrittura automatica sviluppato per il Washington Post e finalizzato alla produzione di testi creativi in linea con lo stile del quotidiano.

Certo gli esempi sopra riportati hanno impatti e conseguenze ben diversi fra loro. Se, da un lato, avvicinare gli algoritmi alla scrittura creativa e al mondo dell’arte letteraria intesa come produzione narrativa e poetica è la vera sfida, in quanto crea una sorta di competizione uomo-macchina, dall’altro il campo della produzione di testi impiegati nel campo editoriale o del marketing è quello che avrà certamente maggiori impatti sul mondo del lavoro, non soltanto in termini di occupazione, quindi di taglio dei posti di lavoro, quanto piuttosto in termini di assegnazione all’intelligenza artificiale dell’elaborazione di report e altre attività considerate monotone e ripetitive.

Quali saranno i futuri sviluppi, non è dato saperlo, ma certamente starà all’uomo creare le opportune occasioni per un ottimale utilizzo delle potenzialità dell’A.I. nel settore della scrittura creativa.

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