Negli ultimi anni, i modelli di intelligenza artificiale generativa hanno raggiunto notevoli capacità nel dialogare con noi e creare contenuti multimediali. Tuttavia, non si sono ancora distinti nel fare cose per noi. Gli agenti AI promettono di colmare questo divario, dotando i modelli AI di uno script e uno scopo specifico. Gli agenti si dividono principalmente in due categorie: agenti basati su strumenti e agenti di simulazione.
Agenti basati su strumenti: assistenti digitali
Gli agenti basati su strumenti possono essere guidati tramite linguaggio naturale per completare compiti digitali. Un esempio recente è l’agente di Anthropic, rilasciato a ottobre 2024, in grado di tradurre istruzioni in azioni concrete su un computer. Ciò include l’apertura di un browser, la ricerca di dati e il completamento di moduli. Anche Salesforce ha introdotto un suo agente, e OpenAI prevede di lanciare il proprio a gennaio.
Agenti di simulazione: emulazione del comportamento umano
Gli agenti di simulazione sono progettati per comportarsi come esseri umani. Questo tipo di agenti è stato inizialmente sviluppato da ricercatori delle scienze sociali per condurre studi che sarebbero altrimenti costosi o eticamente discutibili. Un’importante pubblicazione del 2023 di Joon Sung Park e colleghi ha segnato un punto di svolta in questo ambito. Recentemente, Park ha dimostrato come sia possibile generare agenti di simulazione che replicano accuratamente i valori e le preferenze individuali.
Verso una nuova era: l’integrazione degli agenti AI
Due sviluppi principali sono emersi: le aziende AI stanno puntando su agenti che possano eseguire compiti per le persone, e la capacità di questi agenti di imitare comportamenti umani sta diventando sempre più raffinata. Questo progresso sta conducendo verso un futuro in cui gli agenti di simulazione e quelli basati su strumenti potrebbero fondersi in un unico modello capace di rappresentare e agire per conto degli individui.
Sfide etiche: deepfake e trasparenza
Con l’avvento di questi strumenti, emergono preoccupazioni etiche significative. In primo luogo, la possibilità di creare deepfake personali potrebbe aumentare, replicando non solo l’immagine ma anche la voce e la personalità di una persona. In secondo luogo, sorge la questione fondamentale della trasparenza: abbiamo il diritto di sapere se stiamo interagendo con un agente AI o con un essere umano?
Conclusioni
Sebbene questo futuro possa sembrare lontano, è più vicino di quanto si pensi. È cruciale affrontare queste domande etiche ora, prima che diventino ancora più urgenti con il progredire della tecnologia. Nel frattempo, riflettiamo su quanto bene un intervistatore AI potrebbe conoscerci in un breve lasso di tempo, e prepariamoci a un mondo dove distinguere tra umano e AI diventerà sempre più complesso.