Scenari

AI generativa, cosa cambierà negli ambienti di lavoro

Lo studio legale Littler esamina lo spostamento dell’occupazione indotto dalla tecnologia come uno dei fenomeni più probabili per rimodellare radicalmente la forza lavoro e l’impatto dell’AI generativa. Quali lavori sono più a rischio, quali saranno radicalmente modificati. Il mondo del lavoro sta affrontando una trasformazione senza precedenti e deve prepararsi adeguatamente per sopravvivere e prosperare in questa nuova era

Pubblicato il 28 Lug 2023

Carlo Majer

Co-Managing Partner Studio legale Littler

Edgardo Ratti

Co-Managing Partner Studio legale Littler

Intelligenza Artificiale e Lavoro

Il rapido progresso dell’AI generativa non potrà che accelerare una tendenza che era stata già confermata nel report: The Future is Now: Workforce Opportunities and the Coming TIDE, all’interno del quale lo studio legale Littler ha identificato lo spostamento dell’occupazione indotto dalla tecnologia come uno dei fenomeni più probabili per rimodellare radicalmente la forza lavoro.

L’intelligenza artificiale generativa è rivoluzionaria e nessun lavoro è immune dal suo impatto.

Alcuni lavori verranno riallocati, la domanda per altre mansioni aumenterà e ne emergeranno altri ancora, molti dei quali, oggi, non possiamo nemmeno concepire. Il mondo del lavoro sta affrontando una trasformazione senza precedenti e deve prepararsi adeguatamente per sopravvivere e prosperare in questa nuova era.

AI generativa, quali lavori sono a rischio

L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa sta alimentando controversi dibattiti soprattutto sui lavori a rischio che potrebbero essere soppiantati dalle macchine. Un argomento già affrontato negli anni passati con l’introduzione della robotica nelle fabbriche. Quello che l’esperienza insegna è che, indubbiamente, l’intelligenza nel senso più ampio del termine, apporta benefici soprattutto in termini di efficienza e produttività, automatizzando mansioni iterative e consentendo ai dipendenti di focalizzarsi su attività più a valore aggiunto. Non ultima la possibilità di ricavare informazioni preziose da un numero di dati sempre crescente alla base di decisioni più ponderate.

L’automazione di per sé consta in una democratizzazione dei prodotti più facilmente accessibili dalle masse con una conseguente crescita della domanda e della domanda di manodopera nelle nuove fabbriche. Spesso, come già accaduto in passato, l’innovazione tecnologica crea nuovi posti di lavoro per sostituire quelli che vengono spostati dalla tecnologia.

Se un tempo era considerata più una questione di semplice economia (utilizzo dell’AI e dell’automazione per ridurre i costi del lavoro), nel contesto pandemico i datori di lavoro hanno guardato all’automazione anche come a un modo per continuare le operazioni in sicurezza.

Quale sarà l’impatto sull’occupazione?

Dal rilascio di ChatGPT nel novembre 2022, in molti hanno cercato di prevedere l’impatto dell’AI generativa sul lavoro umano che sicuramente influenzerà il modo in cui i lavoratori svolgono le proprie mansioni e inciderà in modo significativo sui lavori che in precedenza erano resistenti all’automazione. Ma “impattati” non significa necessariamente essere soppiantati.

Nel marzo 2023 Goldman Sachs ha pubblicato un rapporto secondo il quale due terzi delle occupazioni statunitensi saranno influenzate da un certo grado di automazione dell’AI e che quella generativa potrebbe sostituire un quarto delle attuali mansioni lavorative. Lo studio stima che il 44% delle attività legali potrebbe essere automatizzato attraverso l’utilizzo dell’AI. “Dalle nostre stime a livello globale, l’AI generativa potrebbe esporre all’automazione l’equivalente di 300 milioni di posti di lavoro a tempo pieno.

Un altro studio condotto da OpenAI e dall’Università della Pennsylvania, utilizzando i dati del Dipartimento del Lavoro, ha evidenziato che fino all’80% della forza lavoro potrebbe subire un impatto su almeno il 10% delle proprie mansioni lavorative e il 19% dei lavoratori potrebbe subire un impatto su almeno il 50% delle proprie mansioni. I lavoratori con salari più alti sono più a rischio di quelli con salari più bassi.

Leciti, pertanto, i timori legati all’AI per il suo impatto sul lavoro e sull’occupazione anche nell’ottica di una riqualificazione del personale necessaria per supportare le nuove modalità di lavoro e di interazione con questi nuovi strumenti.

Immagine generata da DALL-E di OpenAI

AI generativa, le opportunità da sfruttare

L’attenzione popolare sull’impatto dell’automazione e dell’AI generativa sul mercato del lavoro tende a concentrarsi su una disruption di posti di lavoro nei settori che sperimentano l’automazione con una ricaduta positiva sulla richiesta di forza lavoro con determinate competenze e specializzazioni. La crescente ubiquità dei sistemi automatizzati nella vita quotidiana delle persone, sia al lavoro che a casa, contribuirà a far crescere notevolmente la domanda di lavoratori addestrati a creare e testare sistemi autonomi e che svolgano servizi legati a tali sistemi come la manutenzione regolare e riparazioni periodiche per mantenere in efficienza i complessi sistemi elettronici e digitali che li alimentano. Per esempio, la forza lavoro statunitense sta vivendo una carenza storica di manodopera, in particolare di quella qualificata, dove le offerte di lavoro che richiedono una formazione specializzata o conoscenze avanzate superano di gran lunga il numero di candidati qualificati. Questa tendenza è stata esacerbata dalla pandemia COVID-19 e dalle “grandi dimissioni” di milioni di lavoratori, un fenomeno a cui stiamo assistendo anche in Italia.

Questa convergenza – l’avvento dell’automazione e dell’AI generativa e la crescente carenza di lavoratori qualificati – ha portato molti a chiedere nuovi modelli di lavoro, nuove pratiche per il recruitment di figure professionali il più possibile aderenti agli incarichi da ricoprire e a nuovi modelli di formazione e sviluppo delle proprie risorse umane.

Da questo punto di vista, strumenti di AI, soprattutto quelli predittivi, vengono già impiegati dai dipartimenti HR per i processi di recruitment per valutare i curricula su vasta scala, per aiutare a identificare i candidati da intervistare, per condurre colloqui video e per individuare i candidati; per automatizzare i processi di onboarding e altri protocolli di auto-aiuto dei dipendenti. Strumenti che si rilevano estremamente preziosi anche per tracciare e misurare le prestazioni, le competenze e le aree di miglioramento dei dipendenti; per stabilire i percorsi di crescita interna più adeguati e utili dei dipendenti, la retribuzione e il successo previsto sul lavoro.

E tutto questo è destinato a crescere: l’AI generativa sarà in grado di riassumere e parafrasare volumi di contenuti come le recensioni e i feedback dei dipendenti, di fornire raccomandazioni personalizzate su tutta la linea e forse anche di diventare un contatto di prima linea per il supporto al coinvolgimento e alla produttività dei dipendenti. Gli assistenti smart dotati di intelligenza artificiale generativa saranno senza dubbio parte integrante dell’elaborazione di testi e di altri strumenti di creazione di contenuti nel giro di anni, se non di mesi.

AI generativa, la necessità di servirsi di esperti legali

Questo livellamento esponenziale degli strumenti sul posto di lavoro aumenterà inevitabilmente il rischio aziendale e le potenziali responsabilità per i datori di lavoro, almeno nel breve periodo, man mano che emergeranno e si perfezioneranno nuove leggi e normative e che le leggi esistenti verranno adattate nella forma e nell’applicazione per tener conto del cambiamento di paradigma che l’AI generativa sta determinando. Particolarmente preoccupante è il fatto che quella generativa, sia suscettibile di pregiudizi algoritmici che possono portare a trattamenti discriminatori, o comunque non consentiti, dei dipendenti. Inoltre, l’uso principale dell’AI generativa – la creazione di nuovi contenuti e prodotti di lavoro – desta preoccupazioni per ciò che concerne la privacy individuale, i diritti di proprietà intellettuale, il plagio e la condotta etica.

Ai rischi per le aziende come datori di lavoro, si potrebbero aggiungere altri potenziali rischi legali associati all’uso dell’AI generativa che, più in generale, evidenziano l’importanza di comprendere il panorama legale e normativo che ruota attorno alla tecnologia e garantire che il suo utilizzo sia conforme alle leggi e ai regolamenti applicabili. Pertanto, quando si ricorre all’AI generativa, diventa fondamentale avvalersi della consulenza di esperti legali e implementare misure appropriate per mitigare i rischi legali.

Come prepararsi all’impatto dell’AI generativa

Poiché gli strumenti di AI stanno cambiando il modo in cui le imprese conducono il proprio business – promettendo di semplificare i processi HR, aumentare la produttività dei dipendenti, migliorare i servizi ai clienti e altro ancora – è necessario e urgente adottare un approccio proattivo per determinare come integrare al meglio queste forme di apprendimento automatico nelle attività.

La continua proliferazione delle capacità dell’AI e dei relativi utilizzi aziendali obbliga i datori di lavoro ad essere proattivi e attenti nell’integrazione di questi strumenti e sistemi all’interno delle proprie attività di business. Questa accuratezza dovrebbe andare oltre la fase iniziale di implementazione degli strumenti di AI, includendo il monitoraggio e la valutazione costanti per garantire la conformità e l’efficacia.

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