Robot cosciente: capire l’intelligenza umana per crearla artificialmente

Pubblicato il 07 Nov 2017

Robot cosciente

Come creare un robot cosciente? Il pensiero umano è dotato di tre livelli di coscienza; capirne le potenzialità e saperle implementare in un algoritmo renderebbe le Intelligenze Artificiali sempre più efficienti.

Visionari Ad Astra Federico Pistono

VISIONARI offre ai lettori di AI4Business un’analisi tratta da un recente studio pubblicato su LiveScience (l’approfondimento da parte dei ricercatori è disponibile sul n. 27 della rivista Science)

Robot cosciente: intelligenza artificiale come quella umana?

Probabilmente avete sentito parlare di pensiero cosciente e di pensiero inconscio, ma gli esseri umani possono in realtà possedere tre livelli di coscienza (suggerisce una nuova analisi  pubblicata sulla rivista Science e sul sito LiveScience)  e questo concetto potrebbe aiutare gli scienziati a sviluppare un’Intelligenza Artificiale (IA) realmente cosciente, a creare un vero e proprio robot cosciente.

Anche se le tecnologie di Intelligenza Artificiale stanno progredendo a passo spedito, per molti versi i computer sono ancora al di sotto delle prestazioni umane.

«Una coscienza umana non è fatta dal solo riconoscimento di modelli o dalla rapida elaborazione di numeri», ha dichiarato il co-autore della nuova analisi Hakwan Lau, un neuroscienziato dell’Università di California, Los Angeles. «Capire come colmare il divario tra l’intelligenza umana e quella artificiale sarebbe come trovare il Santo Graal».

I tre livelli di coscienza umana

Per affrontare la controversa questione se i computer possano o meno sviluppare una coscienza, i ricercatori hanno cercato – in prima analisi – di esplorare come sorge la coscienza nel cervello umano. Così facendo, hanno delineato tre livelli chiave della coscienza umana.

Questi tre livelli potrebbero servire come roadmap per progettare un’Intelligenza Artificiale veramente consapevole.

Il primo livello di coscienza: C0

Questo livello di coscienza si riferisce alle operazioni inconsce che avvengono nel cervello umano, come il riconoscimento del volto e del parlato, secondo l’analisi. La maggior parte dei calcoli fatti dal cervello umano avviene a questo livello, hanno detto i ricercatori  (in altre parole, le persone non sono coscienti mentre questi calcoli vengono elaborati).

Nonostante i recenti progressi nelle tecnologie di Intelligenza Artificiale, le macchine funzionano ancora per lo più a questo livello di coscienza, sostengono i ricercatori. Ad esempio, i sistemi di IA noti come “reti neurali convoluzionali” possono ora eseguire molti calcoli umani nella sfera C0, incluso il riconoscimento facciale.

Il secondo livello di coscienza: C1

Questo tipo di coscienza implica la capacità di prendere decisioni dopo aver attinto ad un vasto repertorio di pensieri e considerando molteplici possibilità. I ricercatori hanno suggerito che questa capacità di pensiero, o flusso di pensieri, e la capacità di dominare temporaneamente la mente si sono evolute per aiutare a guidare una vasta gamma di comportamenti.

C1 infatti è presente sia nei neonati sia negli animali. Per esempio, gli scienziati hanno notato che gli elefanti assetati sanno come localizzare e muoversi verso il più vicino bacino d’acqua, anche se è a 50 chilometri di distanza. Tale processo decisionale richiede un’architettura sofisticata di circuiti neurali per riunire le informazioni provenienti dall’ambiente e dalla memoria, selezionare la scelta migliore tra una serie di opzioni disponibili, attenersi a questa decisione nel tempo e coordinare una varietà di operazioni, come la navigazione sul terreno per raggiungere tale obiettivo.

Negli esseri umani e in altri primati, la corteccia prefrontale del cervello funge da piattaforma centrale per l’elaborazione delle informazioni, dove si svolgono molte delle azioni descritte nella coscienza C1. Analizzando i circuiti neurali in questa parte del cervello, gli scienziati potrebbero ricavare i principi di calcolo alla base del loro funzionamento «e codificarli in linguaggio macchina», ha detto Lau.

Il terzo livello di coscienza: C2

Il livello finale, C2, comprende la “metacognizione”, ovvero la capacità di monitorare i propri pensieri e calcoli;  in altre parole la capacità di essere auto-consapevoli. La coscienza di livello C2 produce sensazioni soggettive, di certezza o errore, che aiutano le persone a capire i propri errori e correggerli. La consapevolezza di sé aiuta anche le persone a capire quello che conoscono e quello che non sanno, portando alla curiosità, un meccanismo che spinge le persone a imparare di più su quello di cui sanno poco o nulla.

Gli scienziati hanno notato che alcuni robot hanno raggiunto aspetti di C2, in quanto possono monitorare i loro progressi nell’apprendimento di come risolvere i problemi. I ricercatori hanno osservato che gli studi di risonanza magnetica per immagini (RMI) degli esseri umani collegano metacognizione alla corteccia prefrontale.

In definitiva, i ricercatori hanno suggerito che la coscienza umana può derivare da un insieme di computazioni specifiche. «Una volta che saremo in grado di chiarire in termini computazionali quali possono essere le differenze negli esseri umani tra conscio e inconscio, codificarlo nei computer non può essere così difficile», è l’opinione del ricercatore Lau che apre indubbiamente nuovi scenari sul futuro dei robot coscienti.

*VISIONARI è un’associazione non-profit che promuove l’utilizzo responsabile di scienza e tecnologia per il miglioramento della società. Per diventare socio, partecipare ad eventi e attività, fare una donazione, visitare il sito: https://visionari.org

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