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“Il futuro dell’intelligenza”, l’impatto dell’AI per imprese e consumatori

Un evento organizzato da Fastweb e Ammagamma, tenutosi nel corso della Milano Digital Week presso STEP FuturAbility District. Presenti molti esponenti di imprese, istituzioni, università. Emanuela Girardi, Founder e Presidente di Pop AI: “Il termine intelligenza artificiale è sbagliato, bisognerebbe parlare di intelligenza aumentata cioè di mettere l’uomo al centro, come sostiene la visione Europea”

Pubblicato il 17 Nov 2022

Software AI

Il Futuro dell’Intelligenza” è il titolo del forum, organizzato da Fastweb in collaborazione con Ammagamma nell’ambito della Milano Digital Week, nel quale numerosi ospiti hanno raccontato la propria visione sul futuro dell’intelligenza artificiale, dei trend e dell’impatto che queste nuove tecnologie possono avere sul sistema produttivo del Paese, i cittadini, la comunità.

A discuterne c’erano Dario Pagani, Responsabile Digital & Information Technology di Eni, Giuseppe Casagrande, Global Digital Leader di ABB Smart Power Division, Massimiliano Pellegrini, CEO di Namirial, Emanuela Girardi, Founder e Presidente di Pop AI, Tiziana D’Angelo, Direttore del Parco Archeologico Paestum e Velia, Augusto De Castro, Direttore Generale di MADE (Competence Center Industria 4.0), Enrico Deluchi, CEO di Polihub e Federico Cabitza, Professore associato dell’Università degli studi Milano Bicocca. Ospite di casa, Alberto Calcagno, AD di Fastweb e co-organizzatori David Bevilacqua, AD di Ammagamma.

Fastweb e l’AI

Alberto Calcagno, AD Fastweb, ha presentato STEP FuturAbility District (lo spazio tecnologico, divulgativo e esperienziale, che nasce per connettere la comunità con il prossimo futuro e dare a tutti l’opportunità di intraprendere un viaggio per acquisire una maggiore consapevolezza sulla trasformazione digitale in atto e i suoi riflessi su tutti gli ambiti della vita quotidiana, sia personale che professionale) e ha poi sottolineato la strategicità dell’intelligenza artificiale per Fastweb, considerata la mole norme di dati gestiti (91 miliardi di Check o eventi sulla rete Fastweb, 3,5 Petabyte di dati interni gestiti, pari a circa 30.000 volte in più dei dati di una famiglia, 8,5 PB di dati relativi i clienti gestiti, 6 milioni di accessi sul sito + app, 17 milioni di interazioni con i nostri clienti e 42 milioni di eventi annui per quanto riguarda la security) che è parte fondamentale di ogni processo. “I risultati dell’applicazione di soluzioni di AI per Fastweb sono positivi, visto che ci hanno consentito vantaggi economici importanti. Per esempio, abbiamo avuto un riscontro positivo, con una soluzione ad hoc che ci ha consentito una riduzione del 10% (Churn rate) in 6 mesi, del numero delle cessazioni dei contratti, prevedendo eventuali situazioni a rischio. Un’altra applicazione positiva è stata quella legata alla microsegmentazione delle offerte, in base ai desideri dei nostri clienti che ci ha consentito un upsell delle vendite (+10% in sei mesi)”.

L’AI per PMI più competitive

David Bevilacqua, Amministratore Delegato di Ammagamma, sottolinea come l’intelligenza artificiale sia uno strumento fondamentale per aiutare le piccole e medie aziende: “L’AI è una tecnologia messa a disposizione per le piccole e medie imprese, con un campo di applicazione enorme. Esiste una crescita della domanda di queste tecnologie in tre diversi ambiti: ottimizzazione, efficienza e previsione. L’efficienza energetica, per esempio, è un tema molto attuale dove è possibile applicare soluzioni di AI e riuscire ad avere tra il 15 e 20% di risparmi in termini di consumi energetici. Con soluzioni di AI è possibile avere un’ottimizzazione della produzione con oltre il 50% di miglioramento della fase produttiva e fino al 15% di ottimizzazione degli inventari di magazzino. Oggi l’AI ci permette di avere un’accuratezza di previsione del 50 e 60 % superiore agli strumenti che usiamo oggi”.

L’AI per imprese e consumatori

Nella prima tavola rotonda, Dario Pagani, Responsabile Digital & Information Technology di Eni, introduce un tema importante quando si parla di intelligenza artificiale: l’etica. “È naturale che quando esista un rapporto tra uomo e tecnologia spesso si enfatizzano gli impatti e i problemi, ma se la riportiamo su canoni tecnici parliamo di algoritmi che possono risolvere numerosi problemi dell’uomo. Diverso è il discorso del cosiddetto deskilling, perché derogando i compiti all’intelligenza artificiale senza più sviluppare quella umana, rischiamo di regredire”.

Giuseppe Casagrande, Global Digital Leader di ABB Smart Power Division, riflette sull’importanza dell’ecosistema intorno all’AI: “Per far sì che l’intelligenza artificiale funzioni è necessario avere anche gli strumenti che raccolgano i dati corretti. E per questo è importante sviluppare (e aggiornare) funzionalità software avanzate e in grado di utilizzare la grande quantità dei dati che arrivano dal campo per poter estrarre il massimo valore dagli strumenti software”.

Massimiliano Pellegrini, CEO di Namirial, racconta come l’AI ha rappresentato per molte imprese uno strumento fondamentale durante il periodo del lockdown: “Abbiamo creato un processo digital onboarding che consente di identificare le persone, definito un ramo specifico dell’Intelligenza Artificiale ossia il deep learning e questo ci ha consentito di offrire numerose soluzioni a realtà, come le banche e le assicurazioni, che richiedevano un sistema moderno per svolgere funzioni da remoto”.

L’intelligenza artificiale può essere un potente strumento al servizio della medicina? Secondo Federico Cabitza, Professore associato dell’Università degli studi Milano Bicocca, la risposta è affermativa: “L’intelligenza artificiale in ambito medico rischia di essere portata come un antagonista, un elemento che rompe i processi rodati. L’elemento da sottolineare è che serva come miglioramento di un processo e non come la sostituzione. Penso per esempio alla vigilanza del farmaco, verificare che l’intervento sia efficace e i pazienti stiano bene. Questo tema può essere portato nell’ambito dell’intelligenza artificiale facendo capire che questa non è in competizione con i medici ma è nell’ottica del miglioramento”.

Il futuro dell'intelligenza

Il futuro dell'intelligenza

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L’AI e la sostenibilità

Tiziana D’Angelo, Direttore del Parco Archeologico Paestum e Velia, apre la seconda tavola rotonda dell’evento discutendo di come l’AI possa servire per tutelare il patrimonio culturale del nostro Paese: “Il percorso museale richiede spesso un notevole impegno di gestione di dati, ma ancora oggi molti musei italiani non si sono attrezzati per gestirli. Questo rappresenta un problema molto significativo. Noi del parco archeologico di Paestum e Velia siamo all’inizio di questo processo, grazie ad un sistema di gestione digitale del nostro patrimonio solo dal 2020”.

Emanuela Girardi, Founder e Presidente di Pop AI, affianca etica e tecnologia per un’intelligenza artificiale che ponga sempre al centro l’uomo: “POP AI cerca di spiegare alle persone quale sia l’impatto che può avere l’intelligenza artificiale nella loro vita e nel loro quotidiano. Il termine intelligenza artificiale è sbagliato, bisognerebbe parlare di intelligenza aumentata cioè di mettere l’uomo al centro, come sostiene la visione Europea, cioè che l’AI deve essere antropocentrica e affidabile, l’obiettivo è quello di poterla usare nei servizi, per la valorizzazione del nostro patrimonio culturale, quindi per migliorare e semplificare la vita degli uomini”.

La sostenibilità è la nuova sfida dell’intelligenza artificiale secondo Augusto De Castro, Direttore Generale di MADE (Competence Center Industria 4.0): “L’industria 4.0 vuol dire estrarre dati dalle infrastrutture in un ambiente manufatturiero per poi usarli per migliorare i processi produttivi, la logistica interna e per migliorare il controllo della qualità dei prodotti partendo dalla singola macchina al cui interno sono inseriti sensori che estraggono delle informazioni che permettono per esempio di evitare che un prodotto difettoso entri nel ciclo di produzione. I rischi dell’esportazione di grandi mole di dati e che li salviamo nel cloud, ad oggi è ritenuto uno dei più grossi consumatori di energia, un tema di sostenibilità che andrebbe risolta”.

Enrico Deluchi, Amministratore Delegato Poli Polihub, ha un punto di vista privilegiato sul futuro dell’AI: “Le soluzioni di Intelligenza artificiale risolvono i problemi sulla base di come noi abbiamo impostato lo scenario e gli input ma per andare oltre e avere anche ulteriori elementi utilizzabili per una massa maggiore di persone, serve un ulteriore sforzo per trasformare questo output in risposte concrete e utilizzabili”.

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