A poche ore dalla chiusura dell’annuale meeting del World Economic Forum a Davos, ripercorriamo alcuni degli interventi più significativi dei leader mondiali in tema di Intelligenza Artificiale e tecnologie esponenziali e tracciamo un quadro sugli impegni che i leader di diversi paesi si stanno assumendo per essere alla guida internazionale del cambiamento
Il World Economic Forum, ormai noto come Forum di Davos (cittadina sciistica in Svizzera) è un appuntamento annuale attorno al quale si alimentano sempre grandi aspettative dato che esponenti di primo piano della politica e dell’economia internazionale, insieme a intellettuali e giornalisti selezionati, si incontrano per discutere delle questioni più urgenti che il mondo si trova ad affrontare.
Questioni all’interno delle quali negli ultimi anni hanno preso sempre più piede le tematiche legate alle tecnologie esponenziali (quelle che cambieranno il mondo in cui viviamo e come lo conosciamo oggi) come per esempio l’Intelligenza Artificiale.
Le “prime mosse” della Francia che attira a Parigi Google, Facebook e SAP per accelerare ricerca e sviluppo in campo Intelligenza Artificiale
A poche ore dall’inizio dell’edizione 2018 del World Economic Forum, si sono susseguiti alcuni importanti annunci che hanno visto protagonista la Francia. Google ha annunciato che aprirà a Parigi, un nuovo centro di ricerca per esplorare e capire come l’Intelligenza Artificiale potrà essere applicata ad ambiti come Salute e Ambiente.
Facebook, che a Parigi aveva già un laboratorio dedicato all’Intelligenza Artificiale, ha fatto sapere che raddoppierà la squadra a 100 persone entro il 2022 e spenderà 10 milioni di euro (12,2 milioni di dollari) su ambiti di ricerca che includeranno anche le componenti hardware.
I due colossi americani hanno preso accordi con la Francia non solo per aumentare i budget di investimento nel paese ma anche per aiutare le forze politiche e governative a formare adeguatamente i cittadini all’uso degli strumenti digitali.
Sempre poche ore prima dell’apertura del World Economic Forum la Francia ha poi “messo a segno” un altro colpo: SAP, la più grande società europea di software, ha infatti annunciato che investirà 2 miliardi di euro in cinque anni in Francia per la ricerca e lo sviluppo (all’interno delle quali si inserisce un progetto in ambito Machine Learning), nonché il sostegno e l’acquisizione di startup.
Mosse che forse serviranno a riequilibrare le posizioni dominanti di Stati Uniti e Cina che, da quanto emerge dall’ultimo report della società di analisi Eurasia, sono impegnate in una “corsa a doppio senso per il predominio dell’Intelligenza Artificiale”.
World Economic Forum: il Regno Unito vuole guidare il mondo verso una Intelligenza Artificiale “sociale ed etica”
Il primo ministro del Regno Unito – secondo quanto dichiara la BBC che ha intervistato Theresa May dopo il suo intervento al World Economic di Davos conclusosi poche ore fa – vuole che il suo paese sia alla guida mondiale nell’evoluzione di una Intelligenza Artificiale “sociale ed etica”.
«Tecnologie come Internet sono state create per migliorare la vita delle persone ma c’è stata nel tempo una perdita di fiducia», è quanto dichiarato dalla May durante il suo intervento a Davos. «Ora, sfruttare il potere della tecnologia è un nostro interesse fondamentale per il progresso dell’umanità».
Theresa May ha confermato che il Regno Unito si unirà al consiglio del forum di Davos sull’Intelligenza Artificiale ma, nel panorama globale, le “forze” in campo sono numerose e il coordinamento internazionale cui auspica il primo ministro potrebbe risultare complesso.
È la stessa May, in più passaggi del suo discorso, a sottolineare la “natura critica” della cooperazione internazionale lanciando un monito a tutti i leader mondiali: «dobbiamo fare di più per aiutare la nostra gente nella globale economia in profonda evoluzione».
Theresa May ha “sfruttato” il palco di Davos per rimarcare quanto sia importante la crescita dell’Intelligenza Artificiale e delle competenze informatiche per il futuro della Gran Bretagna. Si inserisce quindi in questa visione l’annuncio della creazione del primo Istituto di Coding del Regno Unito (IoC), una realtà che riunisce un consorzio di università di livello mondiale e importanti aziende tecnologiche (tra le quali anche IBM, Cisco, Microsoft…).
«La nuova generazione di specialisti digitali sarà creata attraverso il nuovo Institute of Coding, un consorzio di oltre 60 università, aziende e esperti del settore che riceveranno 20 milioni di sterline per affrontare il gap di competenze digitali del Regno Unito», ha annunciato Theresa May.
All’investimento iniziale si aggiungono altri 30 milioni di sterline per testare l’uso dell’Intelligenza Artificiale ed EdTech (le tecnologie per l’Education) nei corsi di formazione per lo sviluppo delle competenze digitali in generale.
«Mentre alcune tendenze vanno e vengono, la crescita della tecnologia, della digitalizzazione e dell’automazione continuerà ad accelerare, ed è fondamentale che le organizzazioni adottino questi cambiamenti per rimanere competitive. La crescente dipendenza del Regno Unito dalle competenze digitali e la sua attuale mancanza, devono essere affrontate ora!», è il monito lanciato dalla May al World Economic Forum.
Un tema molto “caro” quello delle competenze sulla quale il primo ministro sa di dover correre: più di tre quarti delle imprese hanno ammesso di avere una carenza di competenze digitali tra i propri dipendenti, indicando fallimenti fondamentali nella strategia di formazione digitale del Regno Unito. Il comitato scientifico e tecnologico dei comuni stima che il divario delle competenze digitali stia costando all’economia britannica 63 miliardi di sterline l’anno in termini di perdita del PIL, «quindi è chiaro che se i leader continueranno ad adottare un approccio “a testa bassa “, tutti noi perderemo», sono le dure parole della May.
World Economic Forum: l’Italia partecipa positivamente, ma deve proseguire sulla strada del risanamento economico e sociale
Toni pacati e senza posizioni nette; potremmo definirlo così l’intervento di Paolo Gentiloni al World Economic Forum che però ha toccato i temi della trasformazione digitale in una intervista con la CNBC ribadendo che «anche se la crescita è tornata, le diseguaglianze permangono in modo intollerabile; corriamo il rischio di avere una spaccatura che si allarga, con una élite digitale».
Rimarcando i risultati positivi raggiunti fino ad oggi, Gentiloni ribadisce che «l’Italia nel panorama internazionale è giudicata come paese con grandi potenzialità e in crescita. Il sentimento che circola qui (a Davos) è di speranza che la nostra politica di riforme non debba essere messa in discussione. Tutti pensano che l’Italia debba evitare deviazioni e che prosegua la strada del risanamento economico e sociale».
Un percorso che non può prescindere dagli investimenti in innovazione tecnologica e nella formazione delle competenze digitali, altrimenti corriamo il rischio di “rimanere a guardare” i successi di Francia e Regno Unito.
A poche settimane dal voto politico, la preoccupazione è che si possa generare uno stallo nei progetti di trasformazione digitale che oggi stanno portando avanti AgID e il Team per la Trasformazione Digitale.
Percorsi che interessano anche il delicato tema dell’Intelligenza Artificiale, come abbiamo visto argomento di ampio dibattito anche a Davos al World Economic Forum. L’Italia ha avviato una task force che si occupa di studiare come la diffusione di soluzioni e tecnologie di Intelligenza Artificiale possa incidere sull’evoluzione dei servizi pubblici per migliorare il rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini.
Verrà presentato un primo rapporto sintetico – un libro bianco – con suggerimenti e raccomandazioni che la Pubblica Amministrazione italiana potrà adottare per allinearsi alle migliori prassi internazionali. La task force, inoltre, valuterà possibili progetti pilota per sperimentare applicazioni e servizi basate su tecnologie e strumenti di Intelligenza Artificiale.