ANALISI

Quando intelligenza artificiale e realtà aumentata s’incontrano



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Smartglasses e dispositivi mobili sono dotati di sensori che forniscono costantemente dati sull’ambiente all’intelligenza artificiale. Questi dati grezzi devono essere trasformati in una rappresentazione o planimetria digitale dell’ambiente: la “mappatura” dell’AI

Pubblicato il 6 giu 2024

Mei Dent

CPTO – TeamViewer



Realtà virtuale

Nell’ultimo anno si è assistito a un flusso costante di notizie sull’AI, anche sui più recenti modelli di AI generativa, come ChatGPT, Gemini e Mistral. È bene ricordare come l‘AI sta plasmando la nostra vita quotidiana da più tempo di quanto molti si rendano conto, ad esempio, sotto forma di Realtà aumentata (AR) e Realtà mista (MR) dunque la potenza dell’intelligenza artificiale si cela in molti aspetti del mondo reale e digitale.

Il ruolo dell’intelligenza artificiale nella realtà aumentata

L’AR è una fusione perfetta tra mondo reale e virtuale. Per costruire il ponte tra i due ‘regni’ occorre una mappatura precisa, un’analisi costante e un adattamento in tempo reale. È qui che interviene l’intelligenza artificiale, che agisce come architetto, cartografo e controllore del traffico di questa fusione digitale-fisica.

Mappare lo scenario digitale: come l’intelligenza artificiale crea il proprio mondo AR

Come funziona questo motore invisibile? Gli smartglasses e i dispositivi mobili sono pieni di sensori che forniscono costantemente dati sull’ambiente circostante al “cervello” dell’intelligenza artificiale. Questi dati grezzi, una cacofonia di luci, suoni e movimenti, devono essere trasformati in una rappresentazione digitale dell’ambiente. È qui che entra in gioco la funzione di “mappatura” dell’intelligenza artificiale. È come se costruisse una planimetria digitale dell’intero ambiente: ogni postazione di lavoro, linea di produzione e persino ogni singolo strumento viene mappato meticolosamente, formando un scenario in 3D che è molto più di un semplice spazio fisico.

Questa intricata mappa digitale cattura informazioni critiche: situazione dell’inventario, programmi di manutenzione, stato delle attrezzature e persino la posizione dei lavoratori. Questo diventa il fondamento su cui vengono stratificate le annotazioni AR, consentendo agli oggetti virtuali di apparire naturalmente integrati nello spazio fisico.

Oltre la mappatura: l’intelligenza artificiale è l’assistente intelligente della realtà aumentata

Ma la mappatura è solo l’inizio. La vera ‘magia’ avviene quando l’intelligenza artificiale inizia ad analizzare questo scenario digitale in continua evoluzione. Ogni movimento della testa e ogni oggetto puntato diventano input per il motore dell’intelligenza artificiale. L’intelligenza artificiale decifra il significato di questo flusso di dati, comprendendo il contesto e l’intento. È come avere un assistente super-intelligente che legge costantemente la mente e anticipa le esigenze.

Dal meccanico al chirurgo: come l’intelligenza artificiale migliora l’efficienza e la precisione

L’AR non è solo un elemento di tendenza per tanti lavoratori in svariati settori. Un meccanico che indossa smartglasses dotati di intelligenza artificiale mentre ispeziona un motore complesso, riceve informazioni rilevanti su parti specifiche direttamente nel suo campo visivo, evidenziando potenziali problemi e guidandolo nelle procedure di riparazione. Un chirurgo che esegue un’operazione delicata grazie all’intelligenza artificiale riesce a visualizzare scansioni mediche critiche direttamente sul paziente, fornendo una guida in tempo reale per una maggiore precisione.

Da “allenatore” dell’efficienza a “guardiano” della sicurezza e del benessere del lavoratore: l’intelligenza artificiale ottimizza il lavoro

Oltre all’assistenza visiva, l’intelligenza artificiale assume anche il ruolo di ‘allenatore’ silenzioso dell’efficienza. Analizza il comportamento dei lavoratori, identificando le attività ripetitive come la scansione degli articoli o il controllo dell’inventario. In base a questi schemi, può suggerire ottimizzazioni come la riorganizzazione delle scorte o l’introduzione di strumenti di automazione, riducendo al minimo i tempi e gli sforzi inutili. Ma l’intelligenza artificiale non si ferma qui. Può anche monitorare la fatica dei lavoratori, rilevando i movimenti fisici e i livelli di sforzo. Quando l’affaticamento minaccia di influire sulla produttività o sulla sicurezza, l’intelligenza artificiale può intervenire suggerendo modifiche ai turni o misure per ridurre l’affaticamento, garantendo il benessere dei lavoratori e prestazioni ottimali.

Prevedere il futuro: l’AI come partner proattivo


L’analisi dei dati in tempo reale
è il cuore e l’anima del ruolo dell’AI nell’AR. Non si tratta solo di identificare schemi, ma di trarre conclusioni e fornire suggerimenti preziosi. Occorre immagine un sistema di intelligenza artificiale che analizza i dati di una catena di montaggio, identificando i colli di bottiglia e prevedendo potenziali guasti alle apparecchiature prima che si verifichino. Sulla base di queste intuizioni, l’intelligenza artificiale può consigliare una manutenzione proattiva o programmare aggiustamenti della produzione, prevenendo i tempi di inattività e garantendo un’operatività regolare.


Dall’analisi all’automazione: il panorama in evoluzione dell’AR alimentata dall’AI

Siamo ancora nelle fasi iniziali di questa rivoluzione AR alimentata dall’AI. In prospettiva, l’attenzione si sposta dall’analisi all’automazione: smartglasses che non solo offrano istruzioni in tempo reale, ma che automatizzino anche compiti semplici. Ad esempio, un sistema alimentato dall’AR che supporta l’utente nelle procedure di riparazione complesse, completando da solo determinati passaggi e assicurando la comprensione e la supervisione dell’utente. Questo livello di collaborazione uomo-macchina senza soluzione di continuità ha un potenziale immenso, non solo per le applicazioni industriali, ma anche per vari campi come l’istruzione, la formazione e persino le attività quotidiane.

Navigare nel labirinto etico: privacy, pregiudizi e futuro del lavoro nella AR alimentata dall’AI

Se da un lato la tecnologia AR alimentata dall’intelligenza artificiale è fonte di grande interesse, dall’altro esistono considerazioni etiche. Le preoccupazioni per la privacy si fanno strada quando i dati raccolti dai dispositivi AR sollevano questioni relative all’individuo e all’utilizzo. Gli algoritmi potrebbero amplificare le differenze o portare a discriminazioni. Forse la principale preoccupazione è legata alla possibilità di dover lasciare i propri compiti e cambiare lavoro, ma va ricordato che per quanto riguarda l’AI legata all’AR, l’uomo è ancora al centro di tutte le azioni, come si evince dal nome stesso, la realtà aumentata aumenta il lavoro e l’esperienza di un dipendente, invece di sostituirlo.

Gli sviluppatori possono mitigare queste preoccupazioni attraverso la trasparenza e il controllo degli utenti sulla raccolta e l’utilizzo dei dati. Uno sviluppo responsabile richiede team eterogenei, input convalidati e test rigorosi per ridurre al minimo i pregiudizi sugli algoritmi di AI. La comunicazione aperta e la formazione sono indispensabili per coinvolgere la forza lavoro esistente in questo viaggio dirompente, mentre i programmi di riqualificazione possono aiutare i dipendenti a sbloccare il potenziale dell’AI.

In definitiva, uno sforzo di collaborazione tra sviluppatori, utenti e responsabili politici è fondamentale per garantire che l’AI nell’AR sia al servizio dell’umanità e non il contrario. Dando priorità a considerazioni etiche e a uno sviluppo responsabile, possiamo sbloccare il vero potenziale dell’AR, affrontando le sue sfide con consapevolezza ed empatia.

Il motore invisibile: ridefinire il modo in cui interagiamo con la tecnologia

Questa fusione tra mondo fisico e digitale, spinta dalla forza invisibile dell’intelligenza artificiale, sta riscrivendo le regole della nostra interazione con la tecnologia, aprendo la strada a un futuro più intelligente, più efficiente e infinitamente più adattabile.

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