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L’intelligenza artificiale in Parlamento: una proposta per documentare i lavori



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Dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati arriva una proposta che intende utilizzare l’intelligenza artificiale generativa. Si tratta di una prima indagine conoscitiva, analizziamone i risultati per quanto ci è dato sapere

Pubblicato il 4 mar 2024

Chiara Ponti

Avvocato, Legal & Compliance e nuove tecnologie, giornalista



Montecitorio
Montecitorio, sede del Parlamento italiano

“Verso un Parlamento 4.0”, non è uno slogan appeso a Montecitorio, ma la direzione che l’omonimo palazzo intende prendere da qui a breve. Questa è infatti l’idea della Vicepresidente della Camera dei Deputati, Anna Ascani la quale, facendosi portavoce, ha promosso una iniziativa rivolta ad avviare un percorso tanto innovativo quanto virtuoso, che consiste nel (voler) utilizzare l’AI generativa in Parlamento per smaltire e sveltire i lavori parlamentari.

AI e lavori parlamentari: l’utilizzo dell’AI generativa nella documentazione del Parlamento

Anna Ascani

Di qui, la manifestazione di interesse aperta fino alla fine di maggio 2024 che suona come una “chiamata al mondo della ricerca e delle università” italiane affinché l’AI entri a supporto del lavoro parlamentare. Ma vediamo meglio di che cosa si tratta.

L’intelligenza artificiale specialmente quella generativa, vuole arrivare anche in Parlamento con un progetto che intende portare l’utilizzo dell’AI nel sistema di documentazione parlamentare.

L’obiettivo è chiaro: minimizzare i rischi annessi all’AI per massimizzare le opportunità, garantendo al contempo la sicurezza dei dati e l’affidabilità delle informazioni.

Non solo, l’utilizzo di sistemi di intelligenza artificiale da applicare all’apparato documentale si prefigge di migliorare tanto la qualità dei lavori parlamentari, quanto la percezione dei cittadini rispetto all’istituzione stessa.

L’Italia tra i primi al mondo

L’Italia fa da apripista, essendo tra le prime a percorrere questo tipo di percorso sperimentale, adottando tutte le cautele possibili, a partire dai dati meritevoli di tutela e dagli spazi tipici di una democrazia in cui occorre essere/sentirsi sicuri.

Tra i problemi della legislazione italiana la sovrapposizione normativa è senz’altro uno dei maggiori. Dunque la tecnologia più evoluta come i sistemi di AI generativa può venire in grande aiuto offrendo un notevole supporto, affinché sia semplificato tutto il lavoro di ricerca e di selezione delle corrette informazioni, evitando possibili duplicazioni o peggio che mai contraddizioni in termini tra un lavoro parlamentare/preparatorio e l’altro.

L’attività della Camera dei Deputati

La Camera dei deputati tra le altre attività, come noto, produce dossier tematici di supporto ai progetti legislativi. Si tratta di documenti molto puntuali e precisi, ai quali ci lavorano tuttavia poche persone, visto l’esiguo organico. Ne consegue che spesso questo tipo di attività e produzione di pedissequo materiale non possa essere molto. Così nasce l’esigenza di avere un supporto e perché no automatico e intelligente; da qui la proposta in parola.

AI e lavori parlamentari: in che cosa consiste il rapporto

Il progetto/rapporto è stato presentato lo scorso 14 febbraio 2024 da Anna Ascani, la quale ha affermato l’importanza di comprendere le necessità, pur assumendo un approccio ancora antropocentrico “votato a quell’umanesimo informatico e digitale che pensiamo debba essere il driver della nuova rivoluzione”, come afferma apertamente.

D’altronde, etica, tecnologia e mercato sono in stretto rapporto e costituiscono un elemento chiave.

Non si può più ormai revocare in dubbio che l’AI generativa non si sia radicata nella società quale strumento pervasivo e concreto, avendo una potenza di fuoco che risiede nella capacità di elaborare grandi quantità di dati, apprendere autonomamente dopo essere stata di fatto istruita.

Concetti come “trasparenza, integrità informativa, formazione, competenze, consapevolezza, partecipazione pubblica, prevenzione interferenze e accountability devono imprescindibilmente guidare l’integrazione dell’IA alla vita di tutti i giorni, a maggior ragione in ambito legislativo” prosegue il ministro.

Pertanto, in un contesto come quello del dietro le quinte alla Camera dei deputati impegnati nei lavori di documentazione, l’uso dell’AI generativa diventa un passo cruciale, vieppiù nel suo approccio metodologico.

Allora, chiediamoci in che modo, l’intelligenza artificiale possa essere applicata ai lavori parlamentari? E come la stessa sia in grado di aiutare l’esercizio della democrazia?

Posto l’approccio antropocentrico, anche in ottica di accountability che riecheggia anche in questo contesto, un concetto simile dell’uomo comunque al centro dovrebbe guidare l’intero processo, anche a tutela dei posti di lavoro e delle nuove forme di socialità e di vivibilità del prossimo step evolutivo, è quanto mai essenziale.

L’indagine conoscitiva

L’indagine conoscitiva svolta dal Comitato di vigilanza sull’attività di documentazione della Camera dei deputati tra l’aprile 2023 e il gennaio 2024 – attraverso un ciclo di audizioni e una missione negli USA – ha avuto l’obiettivo di approfondire lo stato dell’arte dell’evoluzione dell’AI, le sue potenzialità nonchè le sfide etico-giuridiche che queste pongono per le libertà delle persone e la stabilità delle democrazie. Nel corso di tale attività è emersa “la necessità di una regolamentazione, a livello nazionale e sovranazionale, tempestiva e tecnologicamente neutrale, capace di normare efficacemente gli usi dell’IA nei vari settori della società”. In altri termini, attraverso una consona regolamentazione sarà possibile che istituzioni, cittadini e imprese riusciranno a sfruttare al meglio gli aspetti benèfici di questi nuovi strumenti tipici delle tecnologie emergenti.

Nel concreto, si pensa a un percorso che gradualmente, dopo un’adeguata sperimentazione e valutazione dei risultati, arrivi a integrare gli strumenti di intelligenza artificiale di ultima generazione a supporto dell’attività, per potenziarne l’efficacia. Ma attendiamo gli sviluppi.

Gli scenari

Per realizzare il tutto, si prevedono diversi scenari riassumibili in tre tappe sostanzialmente.

La prima individuabile nell’integrazione degli strumenti di AI nei processi di lavoro interni, consistenti nella predisposizione della documentazione parlamentare finalizzata all’istruttoria legislativa e conseguente verifica delle politiche.

La seconda risiede nell’impiego di detti strumenti a supporto del lavoro dei singoli parlamentari, al fine di consentire di esercitare più efficacemente le proprie attività, mediante sistemi da utilizzare nell’ambito della predisposizione di un’iniziativa legislativa o di uno strumento di indirizzo/controllo sul Governo.

La terza ed ultima tappa risiede nella definizione di uno strumento messo a disposizione del pubblico tramite il quale “i cittadini attingendo alle risorse parlamentari possano ricercare e approfondire – semplicemente e con linguaggio naturale – i temi di loro maggiore interesse e l’attività dei singoli parlamentari su specifici temi in modo più rapido ed intuitivo”.

Ciò perché nel contesto parlamentare, l’utilizzo dei sistemi di AI di nuova generazione è in grado di rappresentare uno strumento volto a migliorare la produttività e l’efficacia delle attività nel complesso così aumentando il livello di accountability e trasparenza nei confronti dei consociati.

AI e lavori parlamentari: gli otto principi, in sintesi

I principi presi in considerazione dal documento in parola sono otto, così riassumibili:

  • trasparenza, in ragione della quale le decisioni e i processi devono essere spiegabili, pubblici e comprensibili, consentendo un controllo democratico;
  • integrità informativa, essendo fondamentale la qualità delle informazioni, dei dati e dei documenti utilizzati nell’addestramento dei sistemi di AI;
  • responsabilità umana da dover essere sempre garantita così come il controllo;
  • formazione, competenze e consapevolezza, dovendo assicurare gli interventi necessari in ordine alla formazione/uso dell’AI disponendo di adeguate competenze aggiornate sul piano giuridico e tecnologico;
  • partecipazione pubblica per cui deve essere perseguito sempre (e solo) il confronto pubblico, in particolare con il mondo della ricerca e operatori del settore, sì da acquisire informazioni ed elementi atti ad affrontare compiutamente le complessità e le criticità dell’AI;
  • sicurezza e robustezza dal momento che i sistemi usati devono essere sicuri e robusti, a tutela dell’integrità e disponibilità dei dati, dei documenti parlamentari;
  • beneficio/interesse pubblico visto che l’utilizzo dei sistemi di AI deve mirare sempre al beneficio pubblico, sì rispettando i principi costituzionali nonchè le norme sui diritti e le libertà fondamentali a vantaggio della sostenibilità ambientale;
  • prevenzione delle interferenze, essendo necessario prevenire ogni forma di “interferenza indebita” attraverso l’uso dell’AI, assicurando per conseguenza che l’impiego della stessa sia “imparziale e non manipolativo”, a garanzia di indipendenza parlamentare.

AI e lavori parlamentari: call for proposals e call for ideas

Le sperimentazioni circa l’applicazione dell’AI ai lavori parlamentari vedranno coinvolti esperti e professionisti, spinti da una Call to Action protesa a esplorare le potenzialità della tecnologia e non di meno le implicazioni etiche e socio-economiche ad essa connesse.

Di qui, è stata lanciata una “manifestazione di interesse” al fine di raccogliere proposte sull’utilizzo dell’AI generativa  articolata  in Call for Proposals Call for ideas.

La prima concerne “la definizione di strumenti per supportare la predisposizione della documentazione parlamentare, con l’obiettivo di fornire un supporto alle attività svolte dall’amministrazione e dai rappresentanti eletti, senza sostituirli”.

La seconda invece, mira a rafforzare trasparenza e accountability attraverso l’AI generativa, rivolgendosi a studiosi, centri di competenza universitaria ed enti di ricerca che vogliano imbattersi in quest’avventura.

La Call for Proposals e la Call for Ideas rafforza dunque l’intento e impegno del Parlamento verso “soluzioni collaborative e la costruzione di un futuro innovativo e responsabile”.

AI e lavori parlamentari: umanità al centro e superamento della complessità della macchina legislativa

Attraverso questa iniziativa, l’Italia si candida a essere uno dei primi Paesi al mondo ad applicare strumenti di intelligenza artificiale generativa nelle attività di documentazione dei lavori parlamentari.

Finora solo il Congresso statunitense ha manifestato una simile volontà.

L’incontro chiude il primo anno di attività del Comitato, gruppo di lavoro bipartisan incaricato dall’ufficio di Presidenza.

L’umanità al centro

I ministri al lavoro (Ascani, Tassinari e Cavo) hanno letteralmente evidenziato come “l’applicazione dell’AI al lavoro di documentazione delle attività svolte alla Camera dei deputati non intenda in alcun modo sostituire specifiche figure lavorative o rimpiazzare il contributo umano”.

Si tratta di una “semplificazione delle mansioni” che i professionisti del settore svolgono abitualmente, aumentandone quindi produttività ed efficacia.

La complessità legislativa superata grazie all’uso dell’AI

Introdurre l’intelligenza artificiale generativa in Parlamento significa in concreto apportare un massiccio, vista anche la continua produzione normativa, “supporto addestrato” senza affatto sostituire le capacità propositiva dei parlamentari, tuttavia e per il vero. Avere un supporto di AI generativa significa, in pratica, fare affidamento su una puntuale documentazione elaborata dalla macchina in una quantità nettamente superiore, senza però rinunciare alle competenze squisitamente umane.

AI e lavori parlamentari: le prospettive future

Da ultimo, è utile richiamare parte del documento in questione segnalando un estratto del contributo apportato dall’avv. Ernesto Belisario in una prospettiva comparata (cfr. pagg. 81-85 del documento in disamina, cui si rinvia).

Ecco che la sperimentazione dell’AI generativa potrebbe ambire a diventare un “fiore all’occhiello” per il Parlamento italiano in un’ottica pioneristica, con una chiara apertura verso sì nuovi lidi, ma non di meno senza perdere l’impianto democratico e quindi con un approccio orientato all’umanità e soprattutto alla trasparenza, laddove emerga approccio ”human in the loop” che richiede cioè ancora e sempre l’interazione umana, al fine di avere un’intelligenza artificiale al servizio di tutti.

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