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Deloitte: solo il 13% dei lavoratori ha ricevuto formazione sull’AI



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‘Human Capital Trends’ evidenzia come la performance umana, la fiducia e l’introduzione dell’AI nell’ambiente lavorativo stiano ridefinendo le dinamiche del lavoro. Ghilarducci: “Sono le persone che oggi fanno davvero progredire le organizzazioni”. Il 67% dei partecipanti italiani alla survey pensa che i benefici dell’AI supereranno le criticità

Pubblicato il 5 giu 2024



Intelligenza Artificiale e Lavoro

Deloitte: per il 67% degli italiani intervistati, i vantaggi dell’AI in ambito lavorativo supereranno le problematiche. Emergono nuove modalità di valutazione delle performance, l’essenzialità della fiducia nel rapporto tra entità aziendale e professionisti, l’introduzione dell’AI nell’ambiente lavorativo e l’influenza delle microculture aziendali.

Questi sono alcuni dei trend rilevati dall’edizione 2024 del report “Human Capital Trends” di Deloitte, un’indagine globale condotta dal network su oltre 14 mila partecipanti in 95 nazioni.

Introdotto il concetto di Human Performance

«Il report di quest’anno introduce il concetto di Human Performance, ovvero il circolo virtuoso di valore umano e di business che si rafforzano a vicenda. Sono le persone che oggi fanno davvero progredire le organizzazioni», dichiara Alessandro Ghilarducci, Human Capital Leader di Deloitte Consulting. «Mentre le organizzazioni cercano di plasmare e adattarsi al futuro del lavoro in rapida evoluzione, dare priorità alle Human Performance sarà quindi la chiave per costruire un’organizzazione in grado di prosperare oggi e domani. Dando priorità alle Human Performance piuttosto che alla produttività intesa in senso “tradizionale” è infatti possibile migliorare l’ingaggio, la creatività, l’innovazione, il benessere e i risultati di tutta l’organizzazione».

In vista nuovi modelli per valutare la performance «I confini che un tempo definivano come, dove e perché lavoriamo, dunque, sono cambiati e non possiamo più misurare la produttività e la performance come facevamo in passato», dichiara Ghilarducci. In merito a ciò, solo il 17% degli intervistati da Deloitte sostiene che la propria organizzazione sia molto o estremamente efficace nel misurare il valore aggiunto generato dalle persone, mentre il 53% afferma che la propria organizzazione si trova all’inizio di questo percorso.

Per quanto riguarda gli intervistati italiani, il 41% concorda sul fatto che la propria organizzazione stia migliorando su questo argomento e stia mettendo in campo sforzi concreti.

La fiducia sul lavoro: per gli italiani è cruciale

Diverse tendenze oggi possono mettere a rischio il rapporto di fiducia tra organizzazione e dipendenti: l’aumento della disinformazione, le turbolenze legate all’outsourcing, le fusioni, il ridimensionamento, la trasformazione digitale, il ritorno in ufficio. Se a questo si aggiunge l’incertezza dell’ambiente attuale e l’ascesa dell’AI generativa, la fiducia della forza lavoro diventa ancora più importante.

In Italia, in particolare, il tema della fiducia è molto sentito: l’87% degli intervistati ha affermato che una maggiore attenzione alla fiducia e alla trasparenza tra lavoratori e organizzazione è molto (31,82%) o di fondamentale importanza (55,68%).

L’intelligenza artificiale nell’ambiente lavorativo: come integrare le competenze umane e quelle delle macchine

Una delle nuove sfide per le aziende è proprio l’introduzione dell’intelligenza artificiale “in ufficio”, un’innovazione tecnologica dirompente che sta spingendo le organizzazioni a riflettere su come integrare le competenze umane e quelle delle macchine in modo nuovo. E se trovare un bilanciamento ottimale tra le due componenti non è affatto banale, oggi il 67% dei partecipanti italiani alla survey pensa che i benefici dell’AI supereranno le criticità. Allo stesso tempo, il 76% degli intervistati vorrebbe che la propria organizzazione li aiutasse a immaginare come utilizzare le proprie competenze distintamente umane in un futuro high tech – un processo di formazione e di reskilling che, finora, è stato intrapreso solo dal 43% delle organizzazioni.

«La collaborazione tra uomo e tecnologia è una delle frontiere più interessanti del mondo del lavoro. Le organizzazioni che stanno introducendo l’intelligenza artificiale incoraggiano la creatività e la curiosità dei propri lavoratori. Consentendo ai dipendenti di sperimentare nuovi strumenti e di esplorare il potenziale dell’innovazione tecnologica, possiamo ottenere risultati aziendali migliori basati sull’integrazione tra competenze umane e competenze abilitate dalla tecnologia», dichiara Alessandro Ghilarducci.

Competenze high tech: meno timori sull’AI tra chi la usa spesso

Come emerge anche dalla GenZ e Millennial Survey 2024 di Deloitte, mentre il 75% delle organizzazioni a livello globale intende accelerare l’uso dell’AI nei prossimi 5 anni, solo il 13% dei lavoratori ha ricevuto formazione sulle competenze relative all’AI nell’ultimo anno. D’altra parte, dalla stessa ricerca emerge con chiarezza che conoscere meglio e utilizzare la GenAI porta a minor preoccupazione e maggiore consapevolezza circa i benefici che può avere nel mondo del lavoro.

Tra gli utilizzatori della GenAI, inoltre, l’80% dei GenZ e l’84% dei Millennial concordano sul fatto che questa avrà un effetto migliorativo sul work-life balance. Il 79% della GenZ e l’86% dei Millennial, poi, pensa che l’AI migliorerà il modo in cui lavora. Organizzazioni complesse e “microculture”: come valorizzare le diversità interne Tenere conto dei diversi modi in cui il lavoro viene svolto nei diversi team, funzioni e aree geografiche è sempre più importante per le organizzazioni.

A questo proposito, è significativa la percentuale (73%) dei leader secondo i quali la cultura può essere differente per singoli team o gruppi di lavoro. Queste differenze vengono considerate come molto importanti da più del 70% dei lavoratori intervistati, in quanto determinano il modo di lavorare quotidiano. Non a caso, il 73% dei lavoratori che ha lasciato la propria organizzazione dichiara di averlo fatto per mancanza di un allineamento culturale.

Metodologia

Il sondaggio “2024 Global Human Capital Trends” di Deloitte ha intervistato 14.000 leader aziendali e delle risorse umane in molti settori e industrie in 95 Paesi. Oltre all’ampio sondaggio condotto a livello globale, quest’anno Deloitte ha integrato la sua ricerca con sondaggi specifici sui lavoratori e sui dirigenti per rappresentare il punto di vista della forza lavoro e scoprire dove potrebbero esserci divari tra la percezione del leader e la realtà dei lavoratori. I dati dell’indagine sono integrati da oltre una dozzina di interviste con dirigenti di alcune delle principali organizzazioni di oggi.

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