Padre Paolo Benanti, teologo del Terzo ordine regolare di San Francesco, già professore alla Pontificia Università Gregoriana, e consigliere di Papa Francesco sui temi dell’intelligenza artificiale e dell’etica tecnologica nonché membro del Comitato sull’AI dell’ONU, dal 5 gennaio 2024 è il nuovo presidente della Commissione governativa dell’intelligenza artificiale, in luogo del dimissionario Giuliano Amato. Riteniamo utile offrire qualche riflessione sul cambio di passo; per farlo, tuttavia, è imprescindibile partire proprio dal suo pensiero.
Padre Benanti e il suo pensiero
La nomina di padre Benanti non è casuale. Qualche anno fa è stato in grado di far sedere attorno allo stesso tavolo esponenti di diverse religioni come musulmani, ebrei e cristiani, facendo firmare loro uno stesso comune accordo incentrato su di un modello di sviluppo dell’intelligenza artificiale basato sulla cd. “algoretica”.
Il pensiero di padre Benanti è dunque orientato principalmente all’etica.
La filosofia dell’algoretica e dell’algocrazia
L’algoretica è un neologismo proprio di Padre Benanti, riconosciutogli come tale dall’Accademia dei Lincei, che sta a indicare “l’indagine sui problemi etici collegati all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e, in particolare, degli strumenti che si basano sugli algoritmi”, per definizione.
In breve, e detto altrimenti, un’etica sempre fatta dagli uomini, ma computabile da una macchina. Non solo, a ciò si aggiunge anche la cd. “algocrazia” che invece descrive quel fenomeno del “crescente utilizzo di algoritmi informatici e di AI al fine di esercitare il controllo di qualsiasi aspetto della vita quotidiana degli individui”, di nuovo per definizione.
D’altronde, come riferisce lo stesso Benanti in una intervista, “…il legame tra AI e informazione è cruciale”. E per supportare il peso di questa affermazione mette sul tavolo tre temi:
- il primo concernente la valorizzazione della professione dei giornalisti, figure di garanzia nel processo democratico, arriva a puntualizzare come nel giornalismo ci sia “…una forte missione sociale che l’automazione dell’informazione porterebbe all’estinzione”;
- il secondo, evocando “la sostenibilità della professione” perviene alla chiara considerazione per cui “l’automazione ha un impatto sull’industria dell’editoria minandola dal punto di vista economico” quale effetto in grado di rendere problematico il prosieguo del (ruolo) giornalismo;
- il terzo tema sul tavolo è dato dalla presenza dei grandi player, tra cui alcuni sono editori senza avere ben chiaro la responsabilità che gli stessi hanno nei confronti di questi temi.
Quindi, Padre Benanti ritiene essenziale la gestione dell’AI “secondo criteri etici e di giustizia sociale”. In caso contrario, a rischio sono gli effetti tanto devastanti quanto complicati financo depotenziati sulle capacità coesive tra Stati.
L’AI al servizio del bene comune
Ancora, secondo Padre Benanti “la Chiesa può dare un contributo importante in favore dell’umanizzazione di queste nuove potenti tecnologie deputate a servire in vista di un bene comune. Anziché un mero strumento di potere.
Più in generale, la Chiesa non può sottrarsi al dibattito sull’intelligenza artificiale essendo una entità che ha la nomea di essere una “esperta in umanità”.
L’intelligenza artificiale e la visione di Papa Francesco alla Giornata mondiale per la PACE – GMP
Il 1° gennaio 2024 si è celebrata la 57° Giornata Mondiale della Pace, con al centro il tema della “Intelligenza artificiale e la pace”. Il messaggio è eloquente nella sua portata già dal titolo della GMP: “l’intelligenza artificiale sia etica e per la pace”.
Etica e pace sono due temi assolutamente centrali nell’attuale momento storico. Da un lato, c’è il “desiderio di capire una tecnologia nuova e misteriosa” dall’altro nel suo messaggio, Papa Francesco riunisce intelligenza artificiale e pace con etica.
Ma non è tutto: Papa Francesco afferma anche che “il progresso della scienza e della tecnica (…) porta … al miglioramento dell’uomo e alla trasformazione del mondo” quand’anche dovesse ritenere che «i progressi tecnico-scientifici (…) stanno mettendo nelle mani dell’uomo una vasta gamma di possibilità, alcune delle quali possono rappresentare un rischio per la sopravvivenza e un pericolo per la casa comune”.
Ancora sulla ricerca scientifica e la presunta neutralità, Papa Francesco afferma con chiarezza che “la ricerca scientifica e le innovazioni tecnologiche non sono disincarnate dalla realtà e neutrali, ma soggette alle influenze culturali (…) i risultati che conseguono (…) sempre una dimensione etica”.
In pratica, l’etica ha un impatto dirompente in questo contesto.
Papa Francesco rammenta poi che l’etica assume una dimensione universale nella misura in cui, altro passaggio interessante, “la dignità intrinseca di ogni persona e la fraternità che ci lega come membri dell’unica famiglia umana, devono stare alla base dello sviluppo di nuove tecnologie e servire come criteri indiscutibili”.
Ed ecco la spinta nuovamente etica.
La Commissione governativa sull’intelligenza artificiale: compito e funzione
La Commissione sull’intelligenza artificiale del governo italiano o più comunemente nota come “Commissione Algoritmi” è (stata) istituita dal Dipartimento per l’informazione e l’editoria, facendo capo alla presidenza del Consiglio, ed è composta da docenti universitari e da un paio di giornalisti.
Tale Commissione ha come compito quello di consigliare il dipartimento su eventuali strategie da seguire al fine di gestire le implicazioni dei software di intelligenza artificiale sul settore dell’informazione. Quindi ha una funzione principalmente consultiva con l’onere di elaborare alcuni rapporti sull’andamento di questi temi.
Precisiamo ancora che i lavori di questa Commissione tutta all’italiana, sono iniziati lo scorso 24 ottobre 2023, con la previsione di produrre entro i primi mesi di questo nuovo anno 2024 una prima relazione contenente delle linee guida su:
• utilizzo
• sviluppo
• annesse ricadute dell’intelligenza artificiale.
Sarà una relazione da consegnare al Governo, anche in vista dei prossimi confronti in ambito europeo e internazionale.
Conclusioni
In conclusione, la nomina di Padre Benanti, se da un lato rassicura dal momento che si tratta di uno tra i massimi esperti di AI con un approccio altamente etico – vuoi per le vesti che indossa, vuoi per le teorie che ha formulato -, dall’altro produce il rischio che, a prescindere della persona nominata, si venga a creare un pensiero unico dominante.