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AI Act e diritto d’autore, quali sono le novità in arrivo



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Dalla trasparenza al data mining riservato per l’addestramento (TDM): una prima lettura delle norme sull’intelligenza artificiale che si apprestano a entrare in vigore in Europa

Pubblicato il 20 feb 2024

Francesco Banterle

Counsel Studio internazionale legale Hogan Lovells

Andrea Schettino

Associate Studio internazionale legale Hogan Lovells



AI PACT

La regolamentazione del diritto d’autore non rientra tra gli obiettivi precipui della proposta di Artificial Intelligence Act (“AI Act”). Tuttavia, la versione provvisoria approvata alla fine di dicembre dal Parlamento Europeo – in linea con le precedenti – riconosce contenuti informativi e dati come elementi essenziali per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale definendo specifici requisiti e limitazioni al loro sfruttamento. L’intento è chiaro: bilanciare la corsa all’innovazione con la tutela del diritto d’autore e dei diritti connessi.

AI Act e quadro normativo autorale vigente

A tale scopo l’AI Act richiama il quadro normativo autorale vigente nell’UE e nello specifico l’eccezione per il text and data mining a scopo “commerciale” (“TDM“) di cui all’articolo 4 della direttiva (UE) 2019/790 (“Direttiva Copyright“). Tale eccezione, in deroga ai diritti d’autore e del costitutore di banche di dati, consente l’estrazione di testo e dati da opere o altri materiali cui si abbia legalmente accesso. Ciò a meno che il titolare dei diritti abbia espresso una riserva (opt-out) contro tali usi.

L’intento bilanciatore emerge chiaramente dai principi guida enunciati nei consideranda e da alcune specifiche disposizioni dell’AI Act che è possibile sintetizzare come segue:

  • Rispetto della normativa autorale – I fornitori di modelli general-purpose AI – ovvero modelli di intelligenza artificiale con grande versatilità e in grado di compiere un ampio ventaglio di compiti (articolo 3, lett. 44b) – devono garantirne la conformità con la normativa sul diritto d’autore e i diritti connessi dell’UE: in particolare, i fornitori dovranno identificare e rispettare la riserva esercitata ai sensi dell’articolo 4 Direttiva Copyright dai titolari dei diritti, indipendentemente dal luogo in cui si sono svolte le attività di addestramento dell’intelligenza artificiale (consideranda 60i-j).
  • Policy sul diritto d’autore – I fornitori di modelli general-purpose AI dovranno adottare una policy volta al rispetto della normativa autorale dell’UE. La policy dovrà garantire l’identificazione e il rispetto delle riserve esercitate ai sensi dell’articolo 4 Direttiva Copyright (articolo 52c(c)).
  • Transparency reporting – I fornitori di modelli general-purpose AI dovranno redigere e rendere disponibile al pubblico una rendicontazione dei contenuti che sono stati utilizzati per l’attività di addestramento dei loro modelli. I report dovranno essere redatti sulla base di modelli forniti dall’AI Office. Tale obbligo si applica anche a coloro che forniscono al pubblico modello di intelligenza artificiale con licenza libera e open (considerando 60K e articolo 52c(d)).
  • Monitoraggio da parte dell’AI Office – L’AI Office avrà compiti di monitoraggio sull’osservanza degli obblighi volti alla tutela della normativa sul diritto d’autore dell’UE e alla pubblicazione da parte dei fornitori della reportistica sui contenuti (considerando 60ka).

Analizziamo queste disposizioni in dettaglio.

“Nuovi” obblighi per i fornitori di modelli general-purpose AI

Il rispetto della riserva di TDM

L’articolo 52c) e i consideranda 60i-j richiamano direttamente l’articolo 4 Direttiva Copyright che, come detto, ha introdotto l’eccezione di TDM. L’eccezione di TDM consente la riproduzione e l’estrazione da opere o altri materiali contenuti in reti o banche dati a cui si ha legalmente accesso a scopo di estrazione di testo o dati. L’estrazione e la riproduzione non sono tuttavia consentiti se tale utilizzo è stato espressamente escluso dal titolare dei diritti attraverso la facoltà di riserva riconosciuta dal medesimo articolo (opt-out). Nel riconoscere tale facoltà la norma precisa che l’opzione dovrà essere esercitata “in modo appropriato”. E in particolare con modalità che siano intellegibili con lettura automatizzata.

Il perimetro dell’eccezione di TDM

Ci troviamo ancora di fronte a una prima fase applicativa dell’articolo 4 Direttiva Copyright: il suo reale perimetro è tuttora da chiarire.

É ancora da chiarire in particolare se, come sostengono alcuni, l’articolo 4, attraverso la previsione di una eccezione soggetta a opt-out, introduca a contrario una nuova tipologia di diritti esclusivi, aventi a oggetto qualsiasi estrazione e riutilizzo di informazioni da opere o materiali a scopo di text and data mining. Oppure se il perimetro applicativo dei diritti esclusivi di riproduzione (per il diritto d’autore) e di estrazione o reimpiego (per i diritti sui generis sulle banche di dati) resti quello tradizionale. Nella prima ipotesi, in caso di riserva, qualsiasi estrazione configurerebbe un illecito.

Si tratterebbe in sostanza di una lettura che rischia di estendere la tutela alle singole informazioni contenute in un’opera o banca di dati (al limite quindi del perimetro della tutela autorale e delle banche dati, che non dovrebbe estendersi alle informazioni in quanto tali). Nella seconda ipotesi, la normativa a tutela dei diritti sulle banche dati troverebbe applicazione solo in caso di estrazioni (i) di parti significative oppure (ii) sistematiche e che possano arrecare un pregiudizio ingiustificato al titolare dei diritti, mentre il diritto d’autore solo in caso di riproduzione rilevante di un’opera.

L’opt-out

Occorrerà poi analizzare le modalità impiegate per l’esercizio del meccanismo di riserva e quali di queste verranno ritenute conformi al dettato normativo dell’articolo 4 Direttiva Copyright. Ciò anche alla luce dei diversi orientamenti che inevitabilmente emergeranno nei vari Stati membri.

Basti pensare che la normativa di implementazione italiana della Direttiva Copyright – sorprendentemente, dato l’ormai massiccio utilizzo di sistemi di apprendimento automatico – non specifica che la riserva debba essere esercitata con modalità e/o formati comprensibili con lettura automatizzata come invece prescrive la Direttiva (cfr. Articolo 70-quater l.a.).

Il ruolo del TDM nell’AI Act

L’ascesa dell’intelligenza artificiale generativa e l’inevitabile scontro che va accendendosi tra i titolari dei diritti e i fornitori/sviluppatori di AI per l’utilizzo di contenuti protetti ai fini di addestramento sembrano aver dato nuovo lustro e interesse all’eccezione di TDM.

Eccezione che però rischia ora di tramutarsi in un freno allo sviluppo delle intelligenze artificiali e generative nell’UE. L’AI Act sembra infatti suggerire che l’estrazione di testo e dati non sarà più consentita in tutti i casi in cui i titolari dei diritti si siano espressamente riservati l’uso dell’opera e del materiale. Una scelta di policy che si pone in linea con la prima interpretazione sopra esposta. Pertanto, seguendo tale lettura, quando il titolare del diritto esercita l’opt-out, gli sviluppatori di modelli di intelligenza artificiale dovranno ottenere specifica autorizzazione per il TDM indipendentemente dal luogo in cui si svolgono le attività di data mining e di training del modello.

Ciò significa che i fornitori, laddove intendano offrire sul mercato europeo modelli general-purpose AI, saranno obbligati a rispettare le riserve dei titolari dei diritti anche nel caso in cui l’attività di estrazione e data mining sia avvenuta al di fuori dell’UE.

Obblighi di trasparenza

L'”obbligo di trasparenza” previsto dall’AI Act ha lo scopo di consentire ai titolari dei diritti di valutare che l’opt-out al TDM da questi esercitato venga rispettato. L’articolo 52c e il considerando 60k intendono imporre ai fornitori l’obbligo di divulgare pubblicamente attraverso report dettagliati i dataset utilizzati per l’attività di addestramento del modello, compresi i contenuti protetti dal diritto d’autore.

L’AI Act sembra inoltre specificare che i report dovranno essere sufficientemente esaustivi, così da agevolare i soggetti detentori di un interesse legittimo, compresi i titolari di diritti d’autore, a esercitare i propri diritti. In questo senso, ad esempio, i report dovranno elencare le principali fonti utilizzate per l’attività di training.

Il nuovo AI Office avrà un ruolo di monitoraggio e controllo e sarà chiamato a rendere disponibili ai fornitori un template per i report.

Obbligo di adozione di una policy sul diritto d’autore

Sempre nell’ottica di imporre il rispetto delle norme sul diritto d’autore, l’AI Act richiede ai fornitori di adottare una “copyright policy”, come misura di auto-regolamentazione e accountability. L’articolo 52c(c) contiene una formulazione abbastanza generica in merito e non specifica come questa policy debba essere conformata. Tuttavia, il tenore letterale della norma sembra richiedere che la policy definisca quantomeno i parametri tecnici (ovvero le modalità con cui avviene la lettura automatizzata) per (i) identificare i contenuti riservati, e (ii) rispettare le riserve di TDM (opt-out).

Conclusioni

La direzione del nuovo AI Act sembra ben delineata: imporre una nuova serie di obblighi ai fornitori di general-purpose AI per limitare lo sfruttamento di contenuti protetti a scopo di addestramento e tutelare i titolari dei diritti.

La soluzione adottata è quella di rafforzare l’eccezione di TDM introdotta dalla Direttiva Copyright attraverso meccanismi di trasparenza e accountability. L’intento parrebbe quello di rafforzare la possibilità dei titolari dei diritti di opporsi all’uso dei loro contenuti ai fini di addestramento e poter richiedere una remunerazione per l’uso delle informazioni ricavabili da essi (in alcune circostanze questo rischia di porsi al limite della tutela autorale e sulle banche dati, che non si estende alle informazioni in quanto tali).

Il rischio è quello di frenare lo sviluppo delle intelligenze artificiali e generative nell’UE o provocare addestramenti incompleti. Giocherà allora un ruolo cruciale l’esatta definizione e il bilanciamento del perimetro dell’eccezione di TDM.

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