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Governo: un fondo da 150 mln di euro per lo studio e la ricerca sull’AI in Italia

Lo ha annunciato Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione. Ma il presidente di Institut EuropIA, Marco Landi, ribatte: destinare 500 mln di euro del PNRR alla creazione di un consorzio di aziende italiane che lavorino allo sviluppo dell’AI

Pubblicato il 31 Mag 2023

AI
Alessio Butti

Un fondo di investimento da 150 mln di euro da lanciare insieme a Cassa Depositi e Prestiti, destinato alle startup più innovative, affinché si possa promuovere lo studio e la ricerca sull’AI in Italia. Lo ha annunciato Alessio Butti, sottosegretario di Stato con delega all’Innovazione. “Il governo è attento all’evoluzione dell’intelligenza artificiale, settore nel quale occorre trovare un equilibrio fra i diritti degli esseri umani e l’evoluzione tecnologica”, ha dichiarato Butti nel corso di un convegno dedicato proprio all’intelligenza artificiale. I fondi arriveranno anche dall’Agenzia per l’Innovazione. “Lavoriamo per coltivare una politica industriale che è essenziale anche in questo settore così strategico” ha aggiunto Butti. “Il nostro obiettivo è aumentare l’indipendenza dell’industria italiana e coltivare una nostra capacità di sviluppare competenze e ricerca nel settore”.

Ma per il presidente di Institut EuropIA servono 500 mln di euro

L’annuncio del sottosegretario Alessio Butti arriva nel giorno in cui il presidente di Institut EuropIA, Marco Landi – negli anni Novanta presidente e Coo di Apple – lancia un appello: “L’Europa è ai margini del più grande sviluppo tecnologico in atto. Dopo ChatGPT le aziende di Stati Uniti, Cina e India si stanno lanciando sull’intelligenza artificiale generativa, e noi dove siamo? Non vogliamo realizzarne una europea?”. “Lancio un appello al governo italiano – prosegue Landi – affinché possa destinare 500 milioni di euro all’interno del PNRR per la creazione di un consorzio di aziende italiane che lavorino allo sviluppo di iniziative strategiche nel settore dell’intelligenza artificiale“.

Alla luce di queste dichiarazioni, i 150 mln di euro promessi dal governo appaiono decisamente insufficienti per mettere le aziende hi-tech italiane in condizioni di competere con i colossi stranieri.

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