AI Forum: un ponte tra ricerca e industria

il 12 aprile a Milano si terrà l’AI Forum voluto e promosso da AIxIA, l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale per avvicinare il mondo accademico e della ricerca con le realtà aziendali che sono interessate non solo a capire di più sull’intelligenza artificiale, ma anche come poterne sfruttare le potenzialità per il proprio business o all’interno delle proprie organizzazioni

Pubblicato il 09 Apr 2019

AI Forum 2019

Tra qualche giorno si terrà in Italia, per la prima volta, l’AI Forum voluto e promosso da AIxIA, l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale per avvicinare il mondo accademico e della ricerca (fino allo scorso anno cuore dell’Associazione) con le realtà aziendali che sono interessate non solo a capire di più sull’intelligenza artificiale, ma anche come poterne sfruttare le potenzialità per il proprio business o all’interno delle proprie organizzazioni.

In vista di questo importante appuntamento, in programma a Milano il 12 aprile, abbiamo intervistato Piero Poccianti, Presidente dell’Associazione, per avere una overview sull’evento e sul suo valore oggi per l’Italia.

Piero Poccianti
Piero Poccianti, Presidente di AIxIA, l’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale

«In Italia manca completamente un linguaggio comune tra il mondo della ricerca e il mondo dell’industria», sono le prime considerazioni di Poccianti. «Un po’ è dovuto al fatto che le aziende hanno poca propensione a rischiare, a “buttarsi” cioè in progetti di lunga durata, un po’ anche alla cultura differente tra impresa e ricerca che rende difficile colloquiare e trovare visioni comuni».

L’AI Forum nasce con l’obiettivo di ridurre questo gap: «la ricerca deve iniziare a “calarsi” nelle problematiche delle aziende, capire quali sono le esigenze ma anche e soprattutto le problematiche – prosegue Poccianti -; lo sforzo però deve essere bilaterale, anche le aziende devono fare “la loro parte”. Non mi aspetto certo che da una sola giornata le persone possano trovare la soluzione adatta alla propria azienda, ma confido nel fatto che possano nascere stimoli affinché ricerca e impresa possano poi in futuro “indagare insieme” opportunità, vincoli e limiti dell’intelligenza artificiale applicata».

Quest’ultimo aspetto, in particolare, è molto caro a Poccianti e all’Associazione «perché è fondamentale che le persone capiscano effettivamente dove siamo in questo momento da un punto di vista di ricerca per comprendere cosa concretamente si può fare in termini di soluzioni tecnologiche applicate e cosa ancora non è possibile fare».

Nella visione di Poccianti riuscire a comprendere bene cosa non si può ancora fare è fondamentale per evitare di arrivare ad un nuovo inverno dell’AI – Artificial Intelligence che rallenterebbe nuovamente non solo l’adozione tecnologica ma anche la ricerca.

Non è un caso dunque che all’AI Forum, nei workshop pomeridiani dedicati a specifici ambiti tecnologici vi sia sempre presente almeno un ricercatore: «il nostro tentativo di far dialogare accademia/ricerca con le imprese inizia proprio dal condividere esperienze a più voci (e quindi da prospettive diverse), facendo quindi emergere, rispetto ad uno specifico ambito dell’AI, la conoscenza di un grande vendor o di una startup accanto a quella della ricerca scientifica», spiega Poccianti.

Provando a “spostare” il tema della cooperazione impresa/ricerca ad un livello più alto, Poccianti suggerisce di sfruttare meglio i dottorati di ricerca: «in Germania i dottorati di ricerca spesso si svolgono all’interno delle aziende e i ricercatori lavorano per tre anni facendo ricerca applicata su specifiche problematiche, a stretto contatto con l’organizzazione aziendale. Di contro, non va bene nemmeno esagerare con questo approccio perché questo significherebbe indebolire la ricerca di base».

«Per riuscire a trovare un linguaggio comune bisogna comunque partire da ambiti “appetibili” e che possano dare alle aziende ritorni nel breve periodo», ammette Poccianti. «Anche per questa ragione abbiamo inserito nel programma dell’AI Forum workshop su temi e tecnologie abbastanza mature che riescono già a dare buoni frutti in contesti aziendali, pensiamo per esempio ai sistemi di raccomandazione e agli assistenti vocali. Non volgiamo che le imprese si imbattano in progetti altamente rischiosi ma, al contempo, vorremmo far passare il messaggio che di fronte alla scelta di non assumersi alcun rischio c’è comunque la forte incognita del mercato e della concorrenza: l’immobilismo non è un bene, soprattutto oggi che il mondo globalizzato e iperconnesso corre molto veloce».

Lo stesso vale per la visione (e la strategia) di lungo termine: «se l’unico obiettivo dell’azienda è l’efficienza – dice in modo abbastanza provocatorio il Presidente di AIxIA – le scelte saranno sempre fatte nell’ordine della riduzione dei costi; piano piano le persone potrebbero essere tutte rimpiazzate da robot e sistemi automatici, con il risultato però di perdere completamente la cultura aziendale che ne ha decretato storicamente il differenziale competitivo».

Insomma, un po’ di rischio per l’innovazione dovrebbe sempre essere insito nel DNA di un’azienda. E quando questo riguarda i possibili investimenti in progetti che hanno nell’intelligenza artificiale il possibile cuore tecnologico, «è evidente che a muoversi prima – spiega Poccianti – sono le società di servizi (Banche, Assicurazioni, Travel, ecc.) che per fare innovazione di prodotto non necessitano di mettere sul mercato dell’hardware (che richiede necessariamente dei tempi di sperimentazione e sviluppo molto più lunghi). Ed ecco perché abbiamo scelto di dare più spazio, in questa prima edizione dell’AI Forum, a sistemi come chatbot, assistenti vociali, sistemi di raccomandazione…».

L’APPUNTAMENTO CON AI FORUM E’ IL 12 APRILE A PALAZZO MEZZANOTTE A MILANO

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