Dalla Pharma VR alla hyperlocation ecco qual è il futuro della realtà virtuale e della realtà aumentata

Realtà virtuale e realtà aumentata, quali sono gli scenari più promettenti? Ce li spiega in questa intervista Jody Medich, Director of Design dei Singularity University Labs

Pubblicato il 09 Lug 2018

realtà aumentata AI

Realtà virtuale e realtà aumentata, quali sono gli scenari più promettenti? Ce li spiega in questa intervista Jody Medich, Director of Design dei Singularity University Labs

Realtà Virtuale, quali sono le applicazioni di più promettenti? Come cambieranno gli scenari di utilizzo della VR – Virtual Reality? E quelli della AR – Augmented Reality? Di passaggio a Milano per il Singularity University Disruption Workshop, incontriamo Jody Medich, Director of Design dei Singularity University Labs, una dei massimi esperti mondiali in materia di Intelligenza Artificiale. Ecco il resoconto di una chiacchierata interessante, in cui si è parlato delle nuove frontiere della Realtà Virtuale e della Realtà Aumentata, tra hyperlocation e Pharma VR.

Realtà virtuale per affrancarsi dalla schiavitù del device

Jody Medich, Director of Design di Singularity University Labs
Jody Medich, Director of Design di Singularity University Labs

«La valenza principale della Realtà Virtuale e della Realtà Aumentata – ci spiega Medich – è la possibilità di avere un computer nella nostra testa e poter fare di più e meglio, potenziare le nostre capacità e diventare quasi superumani, liberandoci dei limiti dei device». Un salto quantico rispetto alle attuali tecnologie ascrivibili alla Human Machine Interface (interazione uomo-macchina) «in cui l’utente deve continuamente adeguarsi all’evoluzione di una tecnologia per sua natura poco responsive». La promessa della VR è che è la tecnologia a conoscere, e riconoscere, le caratteristiche dell’ambiente circostante, acquisendo informazioni di continuo e sostituendosi ai sensi dell’uomo. Questo permette di creare delle scorciatoie, facilitando l’interazione tra l’uomo e il suo contesto.

«Oggi siamo schiavi, dipendenti dai device – prosegue –. La realtà virtuale, invece, ci rende liberi dalla tecnologia, perché tutte le interazioni con l’ambiente avvengono tramite gesti naturali e non più attraverso uno schermo». Ma queste tecnologie assicurano anche un altro importante beneficio, perché «potenziano le nostre abilità naturali, la nostra vista, il nostro udito, la nostra capacità di analisi. Ecco perché i suoi campi di applicazione sono praticamente illimitati e tutti molto affascinanti».

Pharma VR e gemelli digitali

Realtà Virtuale e Realtà Aumentata

Molti studi clinici dimostrano «l’efficacia della VR per la cura dei disturbi da ansia, le fobie e la depressione». I pazienti che soffrono di agorafobia, per esempio, potranno utilizzare i visori di realtà virtuale per sperimentare l’uscita in spazi aperti senza lasciare la stanza dell’ospedale, in una sorta di “body swapping” che permette loro di abituarsi gradualmente alle situazioni più stressanti. Altri ambiti clinici di quello che viene indicato come Pharma VR sono quelli legati alla cura delle ustioni. «Grazie ai gear è possibile riprodurre paesaggi innevati che danno al paziente ustionato un sollievo immediato. La vista, infatti, è il nostro senso principale e solo immaginando di essere in un ambiente refrigerato il dolore e il fastidio delle pelli bruciate può essere ridotto fino al 60% senza dover intervenire chirurgicamente». Altri ambiti di applicazione interessanti della Pharma VR sono quelli legati ai digital twin. Queste repliche digitali del corpo umano sono utilizzate per operare il paziente a distanza di chilometri, attraverso un sistema robotico complesso. Ma permettono anche di simulare preventivamente i possibili effetti collaterali di un trattamento medico innovativo.

Con la realtà virtuale il training è più efficace

Altri scenari che la Medich giudica interessanti sono quelli legati all’universo della formazione. «Il training operato attraverso gear e tablet, con software di realtà aumentata e virtuale è più efficace, in media, del 35% rispetto a quello operato con metodi tradizionali». Grazie ai gemelli digitali, poi, è possibile formare intere squadre di tecnici su macchinari anche particolarmente complessi, come quelli ospitati all’interno di una piattaforma petrolifera, senza dover compiere costosi spostamenti e con la garanzia di simulare gli effetti dei peggiori cataclismi senza doverli vivere in prima persona.

La realtà aumentata a portata di mano

Anche le applicazioni di realtà aumentata sono e saranno sempre più numerose, è convinta Medich, «soprattutto quando la AR potrà stare in palmo di mano». Ma quali sono le condizioni che trasformeranno la realtà aumentata in un fenomeno di massa? «Il vero driver sarà lo smartphone. Apple e Google stanno investendo in maniera consistente sulla smartphone AR e, secondo Bloomberg, quest’anno l’industria spenderà nella ricerca in quest’area ben 10,8 miliardi di dollari. E Tim Cook, il CEO di Apple, si dice convinto del fatto che la smartphone AR rimpiazzerà tutti i device che usiamo oggi, dal notebook al tablet, nel giro di 5 anni». Altro fronte di sviluppo interessante è quello legato all’indoor mapping. Il Google Maps Group, conclude Medich, «sta lavorando sull’hyperlocal ed entro un paio di anni vedranno la luce le prime applicazioni di mappatura digitale e trimensionale di ambienti chiusi come hotel, teatri e musei».

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