Cognitive Enterprise: per IBM è il momento di orchestrare il cambiamento

Non solo tecnologie: la Cognitive Enterprise è la fase due del percorso di digital transformation delle imprese. Per arrivarci, secondo IBM, ci vogliono anche competenze, metodo e la giusta leadership

Pubblicato il 18 Set 2019

Evento IBM Cognitive Enterprise

Il viaggio verso la Cognitive Enteprise è un’opportunità. “Un’opportunità per far leva sulle tecnologie esponenziali come Artificial Intelligence, Cloud, IoT, 5G, Blockchain, naturalmente in ambienti altamente sicuri e integrando architetture ibride e aperte, con l’obiettivo di cambiare i modelli di business”.

Con queste parole Enrico Cereda, presidente e amministratore delegato di IBM Italia, ha aperto, lo scorso 12 settembre, l’evento dal titolo “Verso la Cognitive Enterprise: tecnologie primarie e combinazioni su misura”, organizzato per l’appunto da IBM, nello specifico dalle divisioni GTS (Global Technology Services) e GBS (Global Business Services), presso IBM Studios.
Un incontro che ha affrontato il tema della nascita delle aziende cognitive sotto tutti gli aspetti: tecnologici, certo, ma ancor di più strategici, manageriali, culturali.

Cognitive Enterprise: la fase 2 della digital transformation

Non a caso, sempre in apertura dei lavori, Angelo Cirocco, alla guida di IBM GTS Italy, e Rolando Neiger, a sua volta general manager di IBM GBS Italy, hanno voluto inquadrare e definire il punto di partenza.

«Oggi abbiamo digitalizzato il 20 per cento dei processi e prevalentemente quei processi che impattano sul front end. Ora siamo arrivati al capitolo due della digital transformation: quello che impone di lavorare su quelli interni».

In questa partita, IBM Services gioca il ruolo di trusted partner: «I clienti hanno bisogno di partner affidabili, in grado di affiancarli nei processi di cambiamento in un percorso che oggi non è né banale né chiaro. Un partner in grado di proporre strategie, consulenza e innovazione in modo integrato», proseguono nella loro disamina Cirocco e Neiger.

I clienti in questo momento hanno molta pressione sulla trasformazione e hanno bisogno di ricevere risposte: «Da dove si comincia? Qual è il percorso? Come si accelera mentre si gestisce l’as is?».
Una delle risposte viene dalle business platform.

La risposta sono le business platform integrate

«Oggi, le aziende di ogni settore industriale guardano alla Cognitive Enterprise come a un modello basato su piattaforme di business connesse, digitalmente evolute dal punto di vista della conoscenza, che può garantire loro vantaggio competitivo e capacità di differenziazione rispetto ai loro competitor», aveva detto ancora Enrico Cereda in apertura.
Il plurale non è causale.
Non si parla più di una business platform, bensì di un ecosistema di piattaforme di business integrate: da questo ecosistema prende vita la Cognitive Enterprise.
La necessità di un approccio integrato alle business platform è di per sé il motivo che giustifica l’investimento fatto nei mesi scorsi da IBM per acquisire Red Hat.
Una acquisizione che è leitmotiv nel corso delle presentazioni, e che rappresenta il layer sottostante a tutte le tecnologie sulle quali IBM costruisce le nuove imprese cognitive.

Dall’IBM Way alla nuova leadership

Ma non è solo questione di tecnologia.
C’è un tema di velocità e di metodologia, che ha un ruolo determinante in questo percorso di cambiamento.
«A volte sembra mancare il coraggio di intraprendere questo viaggio a una velocità più sostenuta. Eppure la velocità oggi è più che mai necessaria. Ma le aziende cambiano e IBM cambia insieme a loro».
È IBM la prima a cambiare, ripetono i manager sul palco ed è per questo che l’azienda oggi parla di un “IBM Way” che accompagna tutto il percorso di trasformazione.
In questo percorso, centrali sono le persone ed è per questo che ad accompagnare i partecipanti ai lavori nel loro viaggio verso la Cognitive Enterprise IBM ha chiamato un ospite davvero inconsueto: Beatrice Venezi.

Direttore d’orchestra, donna, giovane per di più, inserita da Forbes tra i 100 leader del futuro, Beatrice Venezi ha offerto una vera e propria lezione di leadership.
«Cosa fa un direttore d’orchestra? Il suo compito è allineare a una visione comune, forte, condivisa. È rendere armonico un prodotto che è molto di più della somma delle singole parti che lo compongono, tenendo ben conto che ogni performance non si svolge solo tra musicisti e direttore, ma coinvolge un terzo attore, che ne determina il risultato complessivo: il pubblico».
Per questo Venezi parla di un nuovo modello di leadership autorevole, empatica, comunicativa.
Tre caratteristiche indispensabili anche nelle nuove, prossime Cognitive Enterprise.

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