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Aumentare l’applicazione dell’AI nelle aziende, ecco un decalogo

Il 94% delle realtà italiane non prende in considerazione l’intelligenza artificiale, secondo i dati del Politecnico di Milano. È possibile invertire questo trend? Ecco alcuni consigli

Pubblicato il 09 Mar 2023

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Secondo un serie di ricerche condotte sulle principali testate internazionali del settore da Espresso Communication, l’AI risulta un terreno di caccia per malintenzionati per circa 8 americani su 10 (78%). A confermarlo è un recente report approfondito dal Boston Globe: nel dettaglio, la generazione più impaurita dalla cosiddetta “AI Age”, in piena esplosione, è quella dei Boomer (83%), seguita da Gen X (81%), Millennials (74%) e Gen Z (70%). Ma non è tutto perché il 69% degli stessi cittadini USA è convinto che ci siano grosse lacune in termini di conoscenze sull’intelligenza artificiale. Questa situazione influenzare inevitabilmente il mondo del lavoro e delle aziende.

Deloitte: solo l’8% delle organizzazioni europee utilizza tecnologie basate sull’AI

Indicazioni in merito arrivano da un sondaggio condotto da Deloitte: a livello globale il 22% delle aziende sta approfondendo le proprie AI knowledge senza, però, metterle in pratica e, allo stesso tempo, l’80% delle realtà coinvolte non sono attrezzate per educare la propria forza lavoro e insegnare loro come utilizzare la tecnologia nel migliore dei modi.

E in Europa? La situazione si conferma drastica: stando a quanto indicato da Eurostat, infatti, solo l’8% delle organizzazioni utilizza tecnologie basate sull’AI. Tra queste, 7 multinazionali su 10 non sono in grado di applicare correttamente l’intelligenza artificiale in modo tale da accrescere il business e perfezionare l’operatività.

All’interno dell’approfondimento di Eurostat è presente anche una classifica dei paesi in cui è presente il maggior numero di imprese AI addicted e l’Italia risulta fuori dalla top 15.

Anche il Politecnico di Milano ha realizzato un’indagine accurata che non lascia spazio a dubbi: ben il 94% delle imprese italiane non utilizza l’AI.

Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti

Ora una domanda sorge spontanea: è possibile invertire questo trend? “Immaginiamo un mondo in cui le aziende collaborino con l’intelligenza artificiale per prendere decisioni strategiche utili alla crescita del business – affermano Giacinto Fiore e Pasquale Viscanti, fondatori di Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice e organizzatori dell’AI Week (Rimini, 20-21 aprile 2023). “È importante, però, concentrarsi sul valore offerto ai clienti, non dovendo rincorrere gli obiettivi di fatturato. L’AI non è un nemico, bensì un’innovazione avveniristica di cui siamo chiamati a fare tesoro al fine di rivoluzionare il presente e il futuro di tutte le principali industrie produttrici: di questo e molto si parlerà in occasione dell’AI Week, l’evento made in Italy dedicato agli imprenditori che vogliono scoprire il mondo AI centered”.

Il decalogo per applicare l’AI nelle aziende

Ecco, quindi, il decalogo stilato dagli esperti con i consigli per applicare l’AI in ottica aziendale in modo del tutto innovativo e futuristico:

  1. C’è un’intelligenza artificiale adatta a ogni impresa: oggi l’AI non è più una tecnologia a servizio solo delle grandi aziende e multinazionali perché esistono soluzioni avveniristiche anche per le PMI italiane.
  2. Si parte sempre da un problema: analizzando attentamente le mancanze operative, o finanziarie, di un’organizzazione è possibile adattare l’AI al settore di competenza e migliorarne così risultati e performance.
  3. Se l’erba del vicino è più verde, dare un’occhiata non guasta mai: prendere spunto dai competitor del proprio settore che risultano “più avanzati” può essere una strategia utile al fine di abbracciare le innovazioni del futuro.
  4. Esiste un’intelligenza artificiale 100% made in Italy: nonostante incertezze e ritardi, esistono versioni di intelligenza artificiale a km 0 realizzate e applicate da oltre 400 imprese italiane da cui è possibile prendere spunto.
  5. Dati, dati e ancora dati: analizzare internamente i tratti distintivi del proprio workplace è fondamentale per capire se e come sfruttare le potenzialità dell’intelligenza artificiale.
  6. Pronti, partenza, via: una volta definita la base fondante del proprio business e dei servicing, serve solo un pizzico di coraggio per aprire le porte dell’ufficio all’AI, vale a dire il nuovo collaboratore tuttofare.
  7. Tutta l’azienda deve sapere dell’AI: l’intelligenza artificiale può essere applicata a ogni settore e ambito operativo e, proprio per questo, tutti i collaboratori presenti devo essere educati per utilizzarla al meglio.
  8. L’AI a supporto di ingegneri e non solo: la tecnologia del momento non è solo un insieme di dati e codici, bensì terreno fertile anche per coloro che hanno potenzialità “umanistiche”, soprattutto, in ottica ricerca informazioni ed elaborazione contenuti.
  9. Se non esiste una strada percorribile, bisogna crearla: l’intelligenza artificiale è un’opportunità unica nel suo genere che offre la possibilità di rivoluzionare la propria azienda a 360 gradi.
  10. In assenza di conoscenze, è fondamentale informarsi: nel caso in cui l’AI fosse un terreno inesplorato, è possibile partecipare a eventi e webinar utili ad accrescere le proprie competenze e promuoverne l’utilizzo.

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