Per Jeff Bezos, Perplexity stravolgerà il modo in cui cerchiamo informazioni. Il fondatore di Amazon ne è tanto convinto da averci messo del suo, partecipando a una cordata di investitori che ha iniettato 73,6 milioni di dollari nella startup che, nella startup che, nel 2022, contava meno di quaranta collaboratori e, non avendo una sede propria, occupava uno uno spazio coworking a San Francisco.
A quasi tre anni di distanza, pure non essendo chiare le cifre relative alla forza lavoro, Perplexity ha una sede aziendale indipendente a San Francisco e, secondo le stime, chiuderà il 2025 con introiti di 148 milioni di dollari, una valutazione di 18 miliardi di dollari e una crescita anno su anno dell’800%.
Per capire cosa è Perplexity, come funziona e perché riscuote tanto interesse soprattutto da parte di persone molto bene introdotte nel tech, è opportuno partire dai presupposti e dagli obiettivi della startup californiana.
Indice degli argomenti:
Perplexity, cos’è la nuova frontiera della ricerca online con AI
Perplexity è un chatbot e un motore di ricerca conversazionale che sfrutta GPT-4 di OpenAI, GPT-5, Claude, Gemini, Mistral e Llama2 miscelandolo a un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) che usa il linguaggio naturale (NLP) e l’apprendimento automatico (Machine learning) per comprendere nel modo più puntuale il contesto al cui interno una domanda viene posta.
In parole spicce: Perplexity è un motore di ricerca che si presenta come un chatbot e che offre la possibilità di essere interrogato in modo consequenziale al fine di contestualizzare meglio la query (tipicamente una domanda) formulata dall’utente.
I modelli linguistici sui quali fa leva Perplexity attingono al web per proporre le risposte e si basano sulla tecnologia Open source di Mistral e di Meta (Llama2).

Breve storia di Perplexity
La startup è stata fondata ad agosto del 2022 da Andy Konwinski, Aravind Srinivas, Denis Yarats, e Johnny Ho, un quartetto con un passato nello sviluppo di grandi modelli linguistici che si prefigge lo scopo di estendere l’accesso alla conoscenza. Una frase che necessita un approfondimento, perché rimanda ai motori di ricerca che, di fatto, partecipano già a tale estensione.
Riuscire a combinare l’elaborazione del linguaggio naturale, i modelli di linguaggio di grandi dimensioni e il web coincide con una maggiore contestualizzazione delle domande degli utenti e, di conseguenza, con la possibilità di restituire risposte puntuali anche a fronte di quesiti complessi e articolati.
Ciò che per il momento smarca Perplexity dai tanti concorrenti è proprio la capacità di raggiungere un elevato grado di profondità grazie all’uso dei modelli di linguaggio e la capacità di attingere ai dati prelevati dal web mediante un sistema di ricerca basato su Bing, il motore di ricerca di Microsoft.
Tutto ciò è propedeutico alla rapidità con cui Perplexity AI è in grado di restituire risultati e all’affidabilità di questi ultimi.
Perplexity e l’analisi del linguaggio naturale
Come detto, Perplexity svolge ricerche sul web e, facendo leva sul linguaggio naturale e sull’apprendimento automatico per restituire risposte accurate e complete.
Per scandagliare il web fa uso di un modello linguistico di grandi dimensioni al fine di individuare contenuti coerenti con la domanda posta dall’utente, valutando anche l’affidabilità delle fonti interrogate con lo scopo di ridurre le allucinazioni, ossia il ricorso a fatti e dati che non hanno riscontro nella realtà.
Gli utenti possono porre quesiti usando il linguaggio naturale ai quali Perplexity AI risponde in linguaggio naturale, adeguando così il tenore delle risposte al livello di conoscenza con cui le domande sono state formulate. La procedura di follow-up consente di approfondire un argomento mediante domande più particolareggiate e approfondite.
Come funziona Perplexity
Quando un utente formula una domanda, Perplexity esegue una ricerca sul web selezionando le pagine più pertinenti e, successivamente, subentrano i modelli di linguaggio di grandi dimensioni che estrapolano le informazioni più aderenti alla domanda.
Questa sequenza di passaggi vuole rappresentare una saggia proporzione tra le funzioni tipiche di un motore di ricerca e quelle di un modello di linguaggio: da una parte la necessità di consultare più link (tipica dei motori di ricerca) e dall’altra la velocità di esecuzione di un modello di linguaggio il quale, però, può peccare di superficialità.
Video: https://www.youtube.com/watch?v=eEpXk7vvNOA
Per aumentare il grado di affidabilità delle risposte, Perplexity è stato addestrato a dare rilievo alle citazioni – ovvero il medesimo meccanismo che premia gli articoli accademici – fornendo anche un set di domande pertinenti che hanno l’obiettivo di scandagliare ulteriormente l’argomento sollecitato dall’utente.
Gli utenti sono parte attiva, tant’è che possono rimuovere – tra quelle restituite da Perplexity – delle informazioni che risultano essere errate, prive di fondamento oppure non sufficientemente corroborate dai dati.
Perplexity, prova sul campo
A prima vista, l’interfaccia desktop di Perplexity assomiglia molto a quella di Google: una casella di testo centrata su una pagina di destinazione.
Ma non appena si inizia a digitare, le differenze diventano evidenti. Quando si pone una domanda, Perplexity non restituisce un elenco di collegamenti, ma esplora il Web e utilizza l’intelligenza artificiale per scrivere un riepilogo di ciò che trova. Queste risposte sono annotate con collegamenti alle fonti utilizzate dall’intelligenza artificiale, che appaiono anche in un pannello sopra la risposta.
Abbiamo testato Perplexity su decine di domande, comprese domande sugli eventi attuali. Ogni volta abbiamo ricevuto una risposta generata dall’intelligenza artificiale, generalmente lunga un paragrafo o due, densa di citazioni a siti web, insieme a un elenco di domande di follow-up suggerite che avremmo potuto porre.

Una funzionalità molto utile di Perplexity è “Copilot”, che aiuta l’utente a restringere la query ponendo domande chiarificatrici. Abbiamo chiesto idee su dove organizzare una festa di compleanno per un bambino di 2 anni, ad esempio, Copilot ha domandato se volevamo suggerimenti per gli spazi esterni, interni o entrambi. Quando abbiamo selezionato “interno”, ci è stato chiesto di scegliere un budget approssimativo per la festa. Solo allora ha fornito un elenco di possibili sedi.
Perplexity consente inoltre agli utenti di effettuare ricerche all’interno di un insieme specifico di fonti, come documenti accademici, video di YouTube o post di Reddit. Un’altra caratteristica da rilevare, di Perplexity, sta nell’ammettere di non sapere qualcosa. A volte dà una risposta parziale alla domanda, con un avvertimento del tipo: “Nei risultati della ricerca non vengono forniti ulteriori dettagli”. La maggior parte dei prodotti di chat basati sull’intelligenza artificiale mancano di questo tipo di umiltà: le loro risposte sembrano sicure anche quando dicono sciocchezze.
Strategie pratiche per integrare Perplexity nei processi aziendali
Ci sono diversi modi per integrare Perplexity nei processi aziendali ma, a scanso di equivoci, per ottenere risultati soddisfacenti occorre che l’organizzazione abbia una solida conoscenza degli atout conferiti dall’uso delle AI in genere. Pensare che Perplexity possa adeguarsi alle necessità interne all’impresa senza un’opportuna cultura è rischioso e fuorviante.
Uno degli ambiti in cui Perplexity può essere d’aiuto è la fase di ricerca: scandagliare fonti diverse potendo contare su risultati attendibili dà una spinta alle attività di analisi del mercato e di intelligence, ossia di analisi della concorrenza. Più in generale, può essere prezioso nell’estrarre valore dai dati, facendo leva su rapidità ed efficienza.
Entrando nel dominio del marketing, Perplexity può assistere chi crea contenuti. Ci sono, tuttavia, delle strategie di impiego che entrano maggiormente nella profondità dei processi aziendali:
- ricerca e sviluppo, grazie alla possibilità di identificare idee in rapporto alle esigenze del mercato;
- automazione dei processi;
- supporto ai clienti, fornendo risposte rapide e precise ai quesiti che questi pongono;
- supporto interno, facilitando il trasferimento di conoscenze e le informazioni all’interno dell’azienda, rispondendo a domande specifiche formulate dai collaboratori.
Qualsiasi sia l’uso che si intenda farne, è opportuno che i dati siano consistenti e di qualità.
L’uso di Perplexity in pratica
Molte risorse online documentano casi d’uso di Perplexity che, per duttilità, si presta a molteplici impieghi.
Tra gli scopi a cui è adibito figurano:
- il supporto ai clienti e la creazione di FAQ dei siti web aziendali
- la velocizzazione della ricerca di dati e l’analisi approfondita in scenari quali lo studio della concorrenza
- l’analisi di documenti legali e dei casi precedenti, estrapolando in modo puntuale i punti fondamentali di sentenze e di commenti alle stesse
- il monitoraggio delle tendenze del mercato e la generazione di idee per campagne pubblicitarie
- per la ricerca, lo studio e la preparazione di presentazioni basate su ricerche e dati.
Queste possibilità d’uso, in realtà solo una manciata rispetto alla loro ampia totalità, sono per lo più a disposizione di chi sottoscrive un piano a pagamento, alle cui logiche dedichiamo un paragrafo più sotto.
Il browser Comet di Perplexity
Comet è un browser web sviluppato da Perplexity. Non si limita a restituire risultati ma esamina contenuti, automatizza ricerche e supporta automatismi e operazioni online.
È in grado di svolgere diverse funzioni ed è dotato di funzionalità che – in diversa misura – si ritrovano in altri LLM attualmente a disposizione degli utenti, con il vantaggio di fare da concentratore aperto al web.
L’uso di Comet è riservato a chi sottoscrive un piano Perplexity Max.
Funzionalità principali di Comet
Tra le funzionalità più interessanti ce ne sono appannaggio di utenti consumer e altre tipicamente pensate per le aziende. Le principali sono:
- capacità di riassumere email, esaminare e creare sommari di file video in tempo reale
- interazione in tempo reale con piattaforme social (utile per prendere parte in modo automatico a discussioni o per rispondere a singoli utenti)
- controllo automatico dei carrelli sui siti ecommerce per fornire ulteriori consigli agli acquirenti (per esempio sull’esistenza di sconti o prodotti alternativi)
- integrazione con strumenti e software per impiegare Comet in contesti professionali.
Comet browser interagisce con le schede ed esegue attività tramite comandi vocali o prompt di testo. Tra queste l’invio di email, la gestione del calendario o l’organizzazione di una riunione.
Da qui è possibile approfondirne l’uso in ambienti aziendali, considerando che Comet, pure essendo un browser, veste i panni dell’assistente virtuale.
Utilità per le imprese
L’interazione smart è utile per migliorare la produttività e l’efficacia di qualsivoglia compito professionale. Comet si allinea alle esigenze più disparate ed è utile, per esempio, nelle mansioni che esigono la ricerca di dati o di approfondimenti, funzioni benedette in diversi comparti aziendali e non solo per content creator, social media manager oppure specialisti SEO.
Le capacità di analisi dei dati sono pure apprezzate in ambito professionale, così come lo sono la propensione di Comet al completamento automatico di moduli, all’invio di email o alla pianificazione di eventi e riunioni.
Tutte queste funzionalità hanno l’obiettivo ultimo di rendere più fluide le attività quotidiane, supportate dall’integrazione con diversi strumenti, argomento questo che apre capitoli a parte e che varia a seconda del contesto aziendale.
Tra le criticità più accentuate figurano le preoccupazioni in materia di sicurezza e privacy. Reuters evidenzia che i dati vengono archiviati sui dispositivi rendendo inutile l’ingerenza di server terzi e, non di meno, Perplexity garantisce che i dati non vengono usati per l’addestramento dei propri modelli di Intelligenza artificiale.
Tuttavia, ricercatori indipendenti e aziende di sicurezza hanno espresso dubbi soprattutto riguardo la cybersecurity, considerandola perfettibile.
Perplexity, nuova funzione di assistente per l’app Android
A febbraio 2025 Perplexity ha lanciato la funzione di Assistente per l’app mobile Android, che va a sostituire Gemini e Google Assistant. Perplexity Assistant può fare cose a livello di integrazione di sistema e di AI che mancano ancora alle due soluzioni di Google, ma ha carenze in altri campi, come per esempio il controllo della smart home.
Come si installa l’assistente Perplexity
Il nuovo assistente di Perplexity è una funzione integrata nell’app mobile per Android. Quindi per usarlo sarà necessario scaricare l’app da Google Playstore.
Perplexity richiede la creazione di un account o il collegamento con account terzi come quello di Google. Prevede un piano free e uno Pro a pagamento da 24,40 dollari al mese. Per usare l’assistente Perplexity su Android è sufficiente il piano gratuito. Non ci sono ancora progetti per portare l’assistente in iOS.
La configurazione dell’assistente di Perplexity viene automatizzata dall’app stessa seguendo il link che compare sulla home. Comunque, può essere configurato anche manualmente nelle impostazioni delle App predefinite > App assistente digitale > App assistente digitale predefinita > e scegliere Perplexity al posto di Google.

Per poter usufruire di tutte le funzioni è necessario anche autorizzare le richieste di accesso dell’app a microfono, contatti, telefono, SMS e posizione.
Come si lancia l’assistente Perplexity e cosa può fare
Non esiste ancora un comando vocale per lanciare l’assistente di Perplexity; si può farlo solo attraverso i gesti o premendo prolungatamente il pulsante di standby del telefono.
L’assistente compare sulla parte bassa dello schermo e si mette in ascolto; è possibile toccare l’icona della tastiera o della fotocamera per scrivere un prompt testuale o per far vedere il mondo a Perplexity attraverso la camera dello smartphone.
Quanto costa Perplexity e cosa offre
Nella versione gratuita ci sono alcune limitazioni ma è un buon viatico per testarne le qualità.
L’immagine sotto mostra i diversi piani e prodotti offerti da Perplexity, il cui costo varia dai 20 dollari ai 200 dollari mensili (da 17 a 170 euro), con eccezione per il piano Enterprise Pro le cui logiche di pricing variano a seconda delle esigenze delle aziende che ne fanno uso.

Come scritto sopra, come browser può essere usato da chi sottoscrive un piano Perplexity Max ma, a fare la vera differenza tra un piano e l’altro, è la possibilità di fare ricorso a un numero variabile di LLM, la cui evoluzione incede a ritmi serrati.






