Cambio di prospettiva e contesto socio-economico: i suggerimenti dell’AIxIA per il codice etico

Il contributo dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) al Codice Etico per l’AI, “Ethics Guidelines for Trustworthy AI”, in vista della versione definitiva che verrà rilasciata il prossimo marzo

Pubblicato il 05 Feb 2019

A cosa miriamo usando l’intelligenza artificiale? Sembra abbastanza difficile parlare di Etica dell’intelligenza artificiale senza definire gli obiettivi che abbiamo.

L’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA), l’organismo accademico più autorevole in Italia sul tema AI con oltre 1.000 membri tra ricercatori, professori universitari e società, è stata invitata dalla Commissione Europea in qualità di stakeholder accreditato a fornire un contributo tecnico e autorevole sul Codice Etico per l’AI, “Ethics Guidelines for Trustworthy AI”, in vista della versione definitiva che verrà rilasciata il prossimo marzo.

L’Associazione pone l’attenzione sulla necessità di una reale presa di coscienza del contesto economico, sociale e ambientale della nostra epoca. Un passo fondamentale per comprendere correttamente le sfide che lo caratterizzano e stabilire così i giusti obiettivi da raggiungere a favore del vero benessere delle persone.

«Non possiamo parlare di etica dell’AI senza prima definire lo scopo per la quale vogliamo usarla e gli obiettivi che vogliamo raggiungere. L’AI è uno strumento molto potente che senza dubbio trasformerà la nostra società, capire se questo avverrà in modo positivo o negativo dipende da noi»,afferma Piero Poccianti, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale.

Codice etico dell’intelligenza artificiale: il necessario cambio di prospettiva

Fondamentale risulta considerare e analizzare il contesto socio-economico del momento storico che l’umanità sta vivendo adottando una visione non tradizionale. Questo significa prevedere un utilizzo ciclico delle risorse naturali (senza sprechi e con rispetto per l’ambiente) e adottare un nuovo concetto di crescita intesa come aumento del benessere e non del PIL. Un indicatore non più adeguato perché considera il profitto e il benessere come due grandezze direttamente proporzionali, che però nella realtà dei fatti non sono equamente distribuite tra la popolazione mondiale.

L’Intelligenza Artificiale può costituire un potente strumento per migliorare la misura di benessere, analizzare i costi di beni e servizi (principalmente in termini di impatto ambientale) e ottimizzare la produzione con l’obiettivo di minimizzare o meglio raggiungere l’impatto zero sull’ambiente.

Senza un tale cambiamento di prospettiva, l’Intelligenza Artificiale può incontrare problemi nel rivendicare effetti eticamente accettabili. Infatti dalla consapevolezza di tale contesto potremmo discriminare meglio gli effetti positivi e negativi dell’intelligenza artificiale e definire in modo nitido i confini etici, quelli che i ricercatori e i professionisti dell’IA dovrebbero rispettare nel loro approccio ai progressi.

Il contributo è stato accolto positivamente anche dal CLAIRE, il principale network di laboratori ed esperti dell’AI in Europa, che proprio sul tema ha aperto una discussione a livello europeo.

Qui la versione integrale del contributo AIxIA alle linee guida europee sull’AI.

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