IBM: la prima CPU Blockchain-ready, più piccola di un granello di sale e dal costo di 10 centesimi

Pubblicato il 04 Apr 2018

IBM CPU blockchain ready

Nuove CPU pronte alla compatibilità con l’architettura Blockchain promettono di rivoluzionare il settore IOT grazie a dimensioni e costi minimi

Visionari Ad Astra Federico Pistono

Da Visionari, questa settimana, un approfondimento sul computer più piccolo del mondo, progettato da IBM per funzionare con la tecnologia Blockchain

IBM ha dato il via alla conferenza Think 2018 con un comunicato straordinario: ha costruito il computer più piccolo del mondo, ed è stato progettato da zero per funzionare con la tecnologia Blockchain. Il computer stesso è più piccolo di un singolo granello di sale, avrebbe le dimensioni di 1 millimetro per 1 millimetro e la stessa potenza di calcolo di una CPU degli anni ‘90.

Informatica usa e getta

Fin dal principio, il minuscolo computer di IBM è stato progettato per essere compatibile con la tecnologia Blockchain. L’azienda vuole estendere l’autenticazione digitale agli oggetti del mondo fisico — si pensi alla prossima generazione di codici a barre utilizzati nel settore del commercio. Anche se un computer in miniatura non è strettamente necessario in tale settore, il suo vero potenziale è ancora inesplorato.

Le capacità del dispositivo vanno ben oltre la semplice autenticazione. Ha il potenziale per eseguire la sintesi dei dati e le attività di analisi dei dati locali che spesso ricadono sui dispositivi IoT. È tutto una questione di come gli sviluppatori scelgono di usare l’architettura.

“Si tratta di una macchina per uso generico, quindi può fare molte cose,” ha detto Dan Friedman, un ricercatore IBM che ha contribuito al progetto, parlando con Digital Trends.

“L’unico limite per adesso, in una certa misura, è che per mantenerlo fisicamente piccolo, la quantità di memoria disponibile è piccola.”

Basti dire che è il più piccolo computer in circolazione anche se non molto potente. È stato paragonato ad un processore desktop degli anni ‘90.

La limitata potenza del computer mantiene bassi i costi di produzione: solo 10 centesimi per unità. Questo è abbastanza economico da consentire al componente di essere incorporato in un oggetto, o qualsiasi altra cosa che si intende gettare via. “Penso che si potrebbe considerare questo computer come un computer usa e getta, anche se potrebbe non esserlo per articoli di valore molto basso,” ha detto Friedman, notando che i costi continueranno a scendere nei prossimi anni. Ha confrontato la tecnologia con la tecnologia RFID, che era di nicchia un decennio fa, ma è diventata comune grazie ai costi più bassi.

Il concetto di “usa e getta” potrebbe suscitare preoccupazioni in merito all’ambiente: dovremmo davvero creare elettronica da buttare via? ma Friedman anticipa che non sarà una grande preoccupazione. Il computer stesso è così piccolo che ci si aspetta che abbia un impatto quasi nullo.

La CPU di IBM a confronto con un granello di sale

Alimentazione e batterie

IBM ha lavorato su numerose innovazioni per alimentare il suo nuovo, minuscolo chip. Il primo prototipo è stato costruito per essere il più piccolo fisicamente possibile, quindi il team ha utilizzato un metodo in cui una regione di fotodiodi è stata illuminata con luce laser, e ciò ha generato l’energia necessaria al funzionamento. Questa configurazione è compatta, ma richiede che il laser e il lettore siano disposti in modo specifico. Ciò potrebbe funzionare bene su una linea di assemblaggio, ma non funzionerà ovunque.

L’azienda sta anche perseguendo approcci simili alla tecnologia RFID, in cui un’antenna verrebbe utilizzata per raccogliere le microonde, con conseguente potenza wireless. Tuttavia, per offrire una portata soddisfacente, l’antenna dovrebbe essere più grande del computer.

Sono allo studio anche le batterie compatte, ma la tecnologia odierna non fornisce la densità di potenza necessaria.

“In questo momento, stiamo guardando alla batteria più come un assistente, o qualcosa che potrebbe rappresentare un sottoinsieme del computer, che come un’alimentazione continua,” ha detto Friedman. “Oggi non vediamo la strada per una batteria davvero compatta. Se la batteria fosse stata significativamente più potente del computer, si sarebbe potuto immaginare un sistema a batteria in grado di aprire ancora più opportunità di comunicazione — ma poi sarebbe diventato il computer più piccolo del mondo montato su una potente batteria, e questa è una cosa diversa. Se faccio un fanale molto, molto piccolo per l’auto, ciò non cambia davvero le dimensioni della mia auto”.

Attualmente, IBM è impegnata nella creazione di prototipi iniziali della configurazione ottica sopra descritta, con un primo prototipo compatibile RF che dovrebbe essere completato entro la fine del 2018. Il team spera di avere prototipi completi che possano essere messi alla prova con applicazioni in due anni, che sarebbero seguite da una spinta per la commercializzazione.

Si potrebbe pensare che i computer abbiano già invaso ogni aspetto della vita moderna, ma questo è solo l’inizio. Questo progetto sta creando sistemi che sono abbastanza piccoli e abbastanza economici per monitorare tutto, dal legittimo proprietario di una pila di bottiglie alla data di scadenza di una pizza congelata. A questo punto, l’unica domanda è quanto velocemente questa tecnologia si diffonderà nella vita di tutti giorni.

Tradotto in Italiano dalla Community Visionari. Articolo originale: DigitalTrends 

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