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Joule Agents: l’intelligenza multi-agentica che trasforma la produttività aziendale



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Con i Joule Agents, SAP porta l’AI a un nuovo livello di consapevolezza: agenti cognitivi multi-agentici che comprendono il contesto, orchestrano i processi e trasformano i dati in decisioni operative. Fraccapani (SAP): “Con i Joule Agents l’AI diventa parte del linguaggio d’impresa”

Pubblicato il 9 ott 2025



Joule Agents

Che la digitalizzazione dei processi aziendali produca flussi continui di dati strutturati e destrutturati è noto. Il problema dei Big data non è la quantità, ma la capacità di trasformarla in valore. Gran parte del patrimonio informativo di un’azienda, infatti, resta ancora fuori dal perimetro decisionale perché manca il contesto che lo renda interpretabile e l’architettura che lo renda azionabile.

La sfida non è solo tecnica ma sistemica: integrare fonti eterogenee, armonizzare la semantica dei processi e orchestrare decisioni capaci di generare impatti misurabili su tutte le linee di business.

I Joule Agents sono l’innovazione tecnologica con cui SAP risolve questa sfida. Si tratta di agenti cognitivi multi-agentici che trasformano la conoscenza distribuita in produttività reale e decisioni coordinate, combinando comprensione del linguaggio, governance del dato e collaborazione uomo-macchina.

I Joule Agents rappresentano l’evoluzione più avanzata dell’intelligenza applicata ai processi d’impresa – spiega Roberto Fraccapani, head of solution and architect advisor di SAP Italia -. Non si limitano ad automatizzare singole attività, ma operano come entità autonome e collaboranti, capaci di comprendere il contesto, coordinarsi tra loro e agire all’interno dei flussi di lavoro end-to-end. In altre parole, non sono semplici assistenti virtuali, ma agenti cognitivi contestualizzati nei dati e nei processi aziendali, progettati per supportare persone e reparti nella gestione quotidiana di attività complesse e interdipendenti».

Dalla teoria all’orchestrazione: i prerequisiti dell’intelligenza multi-agentica

Perché l’intelligenza multi-agentica diventi realmente operativa serve una base solida. Gli agenti intelligenti hanno bisogno di dati affidabili, di un linguaggio condiviso tra le applicazioni e di un’architettura orchestrata, capace di farli collaborare in modo fluido e contestuale. La qualità dell’interazione tra agenti, infatti, dipende dal modo in cui le informazioni vengono governate, arricchite di significato e rese accessibili in tempo reale.

Solo in queste condizioni gli agenti smettono di essere semplici automatismi verticali e diventano una leva trasversale di produttività e coerenza decisionale: si muovono lungo i processi end-to-end, riconoscono correlazioni, anticipano esigenze e contribuiscono ad allineare dati, decisioni e azioni con coerenza e continuità.

«È qui che la Business AI di SAP fa la differenza – precisa Fraccapani -: grazie a un disegno architetturale pensato per integrare nativamente applicazioni, dati e intelligenza artificiale. La nostra Business AI nasce con un principio suite-first: ogni nuova skill, funzionalità o scenario è progettato per lavorare all’interno della suite SAP, condividendo dati, logiche e processi. In questo modo, ogni agente diventa parte di un sistema coerente, in cui insight, decisioni e azioni si alimentano a vicenda. È questa integrazione nativa che consente agli agenti di collaborare tra loro e con le persone in modo concreto e produttivo».

Joule: dal copilot all’orchestratore intelligente

Nato come copilota dell’AI generativa di SAP, oggi Joule evolve e diventa il punto di raccordo tra persone, dati e agenti intelligenti. La sua nuova funzione di orchestratore multi-agentico è di coordinare team di agenti specializzati che collaborano tra loro per eseguire processi complessi in modo sinergico e coerente. La sua peculiarità distintiva risiede nella sua visione unificata dei processi aziendali: ogni interazione di Joule avviene all’interno di un contesto operativo completo, dove i dati non sono entità isolate ma componenti di un ecosistema dinamico e interconnesso.

In questo modo, Joule non si limita a fornire risposte, ma attiva azioni concrete, collegando insight e outcome in un ciclo decisionale continuo e misurabile.

«Joule è l’interfaccia collaborativa attraverso cui la Business AI di SAP diventa realmente accessibile e operativa – precisa Fraccapani -. Oltre a comprendere il linguaggio naturale, è in grado di interpretare domande e problemi complessi, traducendoli in flussi di attività che coinvolgono diversi agenti e applicazioni.

Entro la fine dell’anno avremo più di 40 Joule Agents e oggi contiamo oltre 1.600 skill già operative, ovvero capacità intelligenti che spaziano dall’analisi predittiva alla generazione di contenuti. Ognuna di queste skill è parte di un’architettura integrata che dialoga con i processi aziendali e con i dati governati da SAP Business Data Cloud. Così l’AI non è una funzione aggiuntiva: è un fattore strutturale della produttività».

Più nel dettaglio, l’evoluzione di Joule segna il passaggio da una logica di assistenza a una logica di relazione intelligente. Gli agenti di Joule non si limitano a rispondere a comandi, ma instaurano un dialogo continuo con le persone: comprendono il linguaggio naturale, interpretano il contesto operativo e intervengono proattivamente nei processi per semplificare decisioni e attività. Questa relazione uomo-macchina è ciò che trasforma l’AI in un partner operativo, capace di apprendere dai comportamenti, anticipare i bisogni e restituire insight utili in tempo reale.

È in questo equilibrio tra automazione e consapevolezza che la visione di SAP prende forma: un’AI che non sostituisce, ma amplifica la capacità operativa e strategica delle persone.

Knowledge Graph: l’intelligenza relazionale che rende l’AI consapevole del contesto

Alla base dell’intelligenza agentica di SAP c’è Knowledge Graph, il ponte semantico che collega gli agenti di Joule ai dati e ai processi aziendali. La tecnologia è un’infrastruttura di rappresentazione della conoscenza, progettata per collegare in modo dinamico dati, processi e relazioni di business.
Non si tratta di un semplice sistema di integrazione, ma di un layer cognitivo capace di interpretare le informazioni, mettendo in relazione concetti, eventi e significati.

È qui che si manifesta la nuova frontiera dell’AI: la convergenza tra reti neurali e grafi di conoscenza, un approccio noto come Neuro-Symbolic AI. Mentre le prime apprendono dai dati, riconoscendo pattern e correlazioni, i secondi spiegano perché quei pattern esistono, codificando la logica dei processi e le relazioni di causa-effetto. Questa integrazione consente ai Joule Agents di ragionare in modo contestuale, combinando la capacità predittiva dell’AI con la comprensione strutturata dei processi di business.

«L’intelligenza agentica non nasce solo dall’addestramento dei modelli, ma dalla capacità di connettere la conoscenza implicita delle reti neurali con la conoscenza esplicita dei processi – ribadisce Fraccapani -. È qui che SAP Knowledge Graph fa la differenza: grazie a cinquant’anni di esperienza nella modellizzazione dei flussi aziendali, offre agli agenti una rappresentazione coerente di supply chain, procurement, finance e operations, permettendo loro di agire con consapevolezza del contesto e di ridurre le distorsioni tipiche dei modelli puramente statistici. In questo modo, i Joule Agents non si limitano a rispondere a una domanda: comprendono dove quella domanda si colloca all’interno di un processo più ampio. Il Knowledge Graph consente loro di pensare con il linguaggio dell’impresa, riconoscendo relazioni, priorità e cause-effetto, anticipando criticità e proponendo azioni pertinenti. Un agente dell’AI di SAP agisce secondo una logica di business condivisa, trasformando ogni insight in decisione operativa e ogni decisione in valore misurabile per l’organizzazione»

Joule Studio: costruire agenti su misura con l’Agent Builder

L’intelligenza agentica è un ecosistema aperto che cresce con l’organizzazione. In quest’ottica, l’Agent Builder di Joule Studio è la nuova funzionalità integrata in SAP Build che consente di progettare e personalizzare i propri agenti in modalità no-code. Questa innovazione porta l’AI fuori dai laboratori e la mette nelle mani di chi vive i processi ogni giorno: analisti, specialisti di linea, citizen developer. Grazie a un’interfaccia guidata, ogni utente può costruire agenti basati su best practice consolidate e sulla profonda conoscenza dei processi aziendali messa a disposizione da SAP.

L’obiettivo è rendere la creazione di agenti rapida, sicura e aderente al contesto operativo, senza perdere coerenza con la suite e conla soluzoine SAP Business Data Cloud che governa i dati.

«Con Agent Builder stiamo rendendo l’AI ancora più accessibile – sottolinea Fraccapani -. Le imprese non devono più attendere sviluppi complessi o progetti verticali: possono creare i propri agenti, allinearli ai processi e farli collaborare con quelli già disponibili nella suite. È un modo nuovo di intendere la produttività, perché l’intelligenza diventa distribuita: si estende a tutte le funzioni e amplifica il contributo di ciascuno. È la democratizzazione dell’AI in senso concreto: un ecosistema in cui ogni persona può costruire valore, migliorare i processi e trasformare la conoscenza in azione».

I casi applicativi: esempi di come i Joule Agents cambiano il lavoro

Nei processi reali, i Joule Agents mostrano come l’integrazione tra AI, dati ben gestiti e applicazioni coordinate possa ridisegnare il modo di lavorare, eliminando attriti e accelerando le decisioni.

All’inizio di ottobre SAP ha annunciato nuovi Joule Agents che coprono diverse aree; dal finance, al customer experience, dallo spend management alla gestione delle risorse umane. Tra questi vi sono:

  • il Cash Collection Agent, che analizza automaticamente contestazioni e reclami, individua le cause dei ritardi nei pagamenti e attiva in tempo reale un flusso collaborativo tra finance, customer service e operations;
  • il Career and Talent Development Agent, che in ambito HR automatizza il piano di successione, aiutando i manager a individuare e far crescere i futuri leader, con suggerimenti su aggiornamenti, candidati e piani di sviluppo;
  • il Production Planning and Operations Agent, pensato per rendere la supply chain più efficiente, disponibile in SAP Cloud ERP, che aiuta ad automatizzare i controlli sugli ordini di produzione (materiali, tempi, capacità) e propone soluzioni alternative in caso di problemi;
  • il Digital Service Assistant che offre un servizio clienti intelligente e conversazionale e personalizzato 24/7 in più lingue, basato sul contesto, la cronologia e i dati, integrandosi con portali e piattaforme e-commerce tramite API, e migliorando nel tempo grazie al machine learning.

«Questi esempi mostrano come l’AI agentica migliori in modo tangibile non solo l’efficienza interna – conclude Fraccapani -, ma anche la capacità di offrire esperienze personalizzate, coerenti ai clienti, con un time-to-market sensibilmente ridotto. I Joule Agents trasformano davvero il modo di operare delle imprese, creando continuità tra i reparti, collegando i dati ai processi e le decisioni alle azioni. È in questo legame tra AI, governance e orchestrazione che nasce la nuova produttività, riducendo la complessità, accelerando l’esecuzione e restituendo alle persone il tempo per concentrarsi su ciò che conta davvero».

La nuova frontiera dell’intelligenza multi-agentica, capace di connettere persone, dati e processi in modo consapevole, sarà tra i temi centrali di SAP NOW 2025, il 15 ottobre al Superstudio Maxi di Milano. Un appuntamento per esplorare come i Joule Agents stiano ridefinendo la produttività aziendale e portando la Business AI di SAP a un nuovo livello di collaborazione tra uomo e macchina.

Per partecipare all’evento è possibile iscriversi qui.

Articolo realizzato in collaborazione con SAP Italia

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