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ChatGPT si ricorda di noi: tutto quello che c’è da sapere sulla funzione “Memory”



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OpenAI ha introdotto una funzione che consente al modello di ricordare informazioni rilevanti per migliorare la personalizzazione delle risposte. Disponibile per utenti Plus e Pro, la funzione può essere gestita nelle impostazioni e offre un controllo completo su cosa viene ricordato. Ecco una guida dettagliata su come attivare, usare e gestire la memoria

Pubblicato il 16 mag 2025



LLM dati

OpenAI ha reso disponibili, da maggio, nuove funzionalità di memoria per gli utenti ChatGPT nei Paesi dello Spazio Economico Europeo (inclusi UE, Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Islanda e Liechtenstein). Le funzioni sono disattivate per impostazione predefinita e devono essere abilitate manualmente da Impostazioni > Personalizzazione > Riferimento cronologia chat.


A chi è riservata la funzione Memory di ChatGPT

La possibilità di accedere alla funzione “Memory” dipende dal tipo di piano ChatGPT utilizzato:

  • Gli utenti con abbonamento Plus o Pro hanno accesso sia alla memoria salvata sia alla cronologia chat.
  • Gli utenti del piano gratuito possono accedere solo alla memoria salvata.

Modalità di attivazione: opt-in e gestione

Nei Paesi al di fuori dell’Europa, tutti gli utenti Plus e Pro che hanno attivato la funzione memoria riceveranno l’aggiornamento in automatico. Tuttavia, se un utente ha scelto in precedenza di non utilizzare la memoria, ChatGPT non farà riferimento alle conversazioni passate a meno che non venga effettuata una nuova attivazione.


Con Memory, ChatGPT è più intelligente, personalizzato e utile

Con la memoria attivata, ChatGPT può ricordare informazioni utili tra una conversazione e l’altra. Questo rende le risposte progressivamente più personalizzate e pertinenti. Che si tratti di scrivere, parlare o generare immagini, ChatGPT sarà in grado di ricordare preferenze, interessi e contesto per fornire risposte più su misura. Per esempio, dicendo: “Ricorda che sono vegetariano quando mi consigli una ricetta”, il sistema memorizzerà l’informazione per future interazioni. È anche possibile verificare in qualsiasi momento cosa ChatGPT ricorda chiedendo:
“Cosa ricordi di me?”


Uso della memoria nelle ricerche sul web

La memoria può essere utilizzata anche per migliorare le ricerche effettuate da ChatGPT tramite fornitori terzi. Questo consente di generare risultati più rilevanti, sempre nel rispetto della privacy e dei controlli definiti dall’utente.


Il controllo è nelle mani dell’utente

Gli utenti possono:

  • Eliminare singole memorie
  • Cancellare tutte le memorie salvate
  • Disattivare completamente la memoria dalle impostazioni
  • Utilizzare la Chat temporanea, che non fa riferimento alle memorie salvate né ne crea di nuove

Come funziona la memoria: due opzioni principali

Le impostazioni relative alla memoria includono due funzioni distinte:

1. Riferimento a memorie salvate

Raccoglie dettagli esplicitamente condivisi dall’utente (es. nome, preferenze alimentari). Le memorie salvate vengono aggiornate in modo automatico dal sistema e fanno parte del contesto utilizzato per generare risposte.

2. Riferimento alla cronologia chat

ChatGPT può usare dati emersi in conversazioni precedenti per migliorare l’interazione futura. Tuttavia, non tutte le informazioni vengono memorizzate, e l’utente può scegliere se attivare questa opzione.


Come attivare o disattivare le memorie

Per attivare o disattivare la funzione memoria:

  • Vai su Impostazioni > Personalizzazione
  • Attiva/disattiva Riferimento a memorie salvate
  • Attiva/disattiva Riferimento alla cronologia chat

Importante: disattivare “memorie salvate” disattiva automaticamente anche la funzione di cronologia chat. Inoltre, la disattivazione non comporta l’eliminazione automatica delle memorie già acquisite: per farlo occorre procedere manualmente.

ChatGPT Memory

Durata e conservazione delle memorie

Le memorie salvate sono archiviate separatamente dalla cronologia chat e possono essere utilizzate anche se la chat originale viene cancellata. È possibile chiedere a ChatGPT di dimenticare specifiche informazioni. In caso di eliminazione, i dati potrebbero comunque essere conservati per un massimo di 30 giorni a fini di sicurezza e debug.

ChatGPT Memory

Limiti e gestione dello spazio di memoria

Non esiste un limite per le informazioni acquisite dalla cronologia chat, ma esiste un tetto massimo per le memorie salvate. Quando lo spazio è pieno, ChatGPT smetterà di salvare nuove memorie finché non viene liberato spazio. È possibile:

  • Eliminare memorie chiedendo a ChatGPT di “dimenticare”
  • Accedere a Gestisci memorie nella sezione Personalizzazione delle impostazioni.
ChatGPT Memory

Privacy e sicurezza: cosa ricorda ChatGPT?

Per default, ChatGPT non memorizza attivamente informazioni sensibili (come dati sanitari), a meno che non venga esplicitamente richiesto. OpenAI sta lavorando per ridurre i bias e migliorare il trattamento di dati sensibili. L’utente ha sempre la possibilità di:

  • Visualizzare e cancellare le memorie
  • Cancellare conversazioni specifiche
  • Dare feedback per migliorare il sistema

Vengono utilizzate le memorie per addestrare il modello?

Se l’opzione “Migliora il modello per tutti” è attivata, le conversazioni e le memorie possono essere usate per l’addestramento dei modelli. Questa impostazione è disattivabile in qualsiasi momento da Controlli dati. Inoltre, ChatGPT non utilizza i contenuti degli utenti Team, Enterprise ed Edu per l’addestramento, a meno che non venga specificato.


Compatibilità con i modelli

Non tutti i modelli supportano la funzione memoria o la cronologia chat. Al momento, ad esempio, i modelli o1-pro e o3-mini non offrono pieno supporto a queste funzionalità per tutti gli utenti.

ChatGPT Memory

Memoria per utenti Enterprise ed Edu

Gli amministratori dei workspace Enterprise possono attivare o disattivare la funzione memoria per tutti gli utenti tramite le Impostazioni amministratore. Dal 18 febbraio 2025, la capacità di memoria per i clienti Enterprise ed Edu è aumentata del 20%.


Altman immagina il futuro di ChatGPT: un’AI che conosce tutta la nostra vita

Nel corso di un recente evento sull’intelligenza artificiale, Sam Altman, Ceo di OpenAI, ha condiviso un’idea che potrebbe ridefinire il ruolo dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana: rendere ChatGPT in grado di documentare e ricordare ogni dettaglio della vita di una persona. Alla domanda su come personalizzare ulteriormente l’esperienza con il chatbot, Altman ha risposto delineando un futuro in cui ogni conversazione, email, libro letto e attività svolta venga integrata nel contesto di un modello AI super efficiente e sempre aggiornato. “L’ideale,” ha spiegato, “è un modello di ragionamento molto piccolo, con un trilione di token di contesto, in cui inserisci tutta la tua vita.”


Un modello capace di ragionare sull’intero contesto personale

Altman ha descritto un sistema in grado di elaborare l’intero contesto personale, utilizzando i dati provenienti da fonti diverse e aggiornandosi costantemente. Una sorta di “estensione cognitiva” dell’individuo, capace non solo di rispondere, ma anche di pianificare, suggerire e anticipare i bisogni sulla base della conoscenza profonda dell’utente. “Ogni conversazione che hai avuto, ogni email, ogni libro, ogni sito visto… tutto confluisce nel contesto del modello, che si arricchisce progressivamente.”

La stessa logica, ha aggiunto Altman, potrebbe essere applicata ai dati aziendali, permettendo a ChatGPT di agire come un vero e proprio sistema operativo della conoscenza per le organizzazioni.


I giovani lo usano già come un sistema operativo

Altman ha sottolineato che questa visione non è del tutto futuristica: molti giovani, soprattutto studenti universitari, già oggi utilizzano ChatGPT come un sistema operativo personale. Caricano file, collegano fonti dati e utilizzano prompt complessi per gestire compiti quotidiani e decisioni importanti. Una tendenza crescente è quella di consultare ChatGPT prima di prendere decisioni rilevanti nella vita privata. “I giovani non prendono decisioni importanti senza prima chiedere a ChatGPT,” ha osservato il CEO.


Un nuovo paradigma generazionale

La differenza generazionale nell’uso dell’AI è sempre più evidente. Altman ha sintetizzato così il fenomeno: “Una grossolana semplificazione: le persone più anziane usano ChatGPT come un sostituto di Google, mentre quelle tra i 20 e i 30 anni lo trattano come un consulente per la vita.”

Una visione che trova conferma anche nei nuovi scenari ipotizzati da Altman: un’AI che prenota il cambio dell’olio della macchina, pianifica un viaggio per un matrimonio fuori città, acquista un regalo dalla lista nozze, o preordina il prossimo volume di una serie di libri preferita.


Ma quanto possiamo fidarci delle Big Tech?

Dietro questa prospettiva entusiasmante si nasconde però un interrogativo cruciale: quanto possiamo fidarci di una grande azienda privata che detiene ogni informazione sulla nostra vita?

La storia delle Big Tech non è esente da critiche. Google, per esempio, ha abbandonato il motto “don’t be evil” e ha perso una causa legale negli Stati Uniti per comportamenti anticoncorrenziali. I chatbot possono essere addestrati per rispondere in modi politicamente orientati, come dimostrato da esempi cinesi o, più recentemente, dal bot Grok di xAI (azienda fondata da Elon Musk), che ha fornito risposte discutibili su temi sensibili. A marzo 2025, Google ha esteso la memoria di Gemini alla cronologia delle ricerche dell’utente, a patto che la persona ne dia il permesso, mentre in precedenza era limitata alle conversazioni con il chatbot, e prevede di estenderla ad altre app in futuro.


Un futuro promettente, ma vulnerabile

L’idea di un assistente AI onnisciente che gestisca la nostra vita potrebbe portare benefici straordinari in termini di efficienza, organizzazione e supporto decisionale. Tuttavia, considerando la lunga storia di comportamenti discutibili delle Big Tech, questa prospettiva richiede attenzione, trasparenza e solidi meccanismi di controllo.

La sfida, oggi più che mai, è capire come bilanciare innovazione e responsabilità. Perché un’AI che sa tutto di noi può essere il nostro alleato più potente, o la nostra più grande vulnerabilità. “Se avete un agente che vi conosce davvero, perché ha conservato la memoria delle conversazioni, rende l’intero servizio più appiccicoso, in modo che una volta che vi siete iscritti all’uso di [un prodotto] non passerete mai a un altro”, afferma Pattie Maes, professore presso il laboratorio dei media del MIT e specialista dell’interazione umana con l’AI. “Più un sistema sa di voi, più può essere usato a fini negativi per farvi comprare qualcosa o convincervi di particolari convinzioni”, aggiunge Maes. “Quindi bisogna iniziare a pensare agli incentivi di fondo delle aziende che offrono questi servizi”.

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