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Guma (Gruppo De’ Longhi): “Con AI e insourcing innoviamo puntando su ciò che porta valore misurabile”



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L’azienda veneta, leader a livello globale per piccoli elettrodomestici e macchine da caffè, integra trasformazione digitale e AI in molteplici ambiti, dalla produzione al marketing, dai servizi alla clientela fino alla business intelligence. Un percorso di sviluppo guidato da Debora Guma, global chief information officer del Gruppo De’ Longhi

Pubblicato il 19 dic 2025

Stefano Casini

giornalista



De’ Longhi AI
La sede del Gruppo De’ Longhi a Treviso

In un panorama industriale dove l’intelligenza artificiale è spesso evocata più come prospettiva che come realtà, il Gruppo De’ Longhi procede con un approccio concreto, strutturato e già operativo.

Il primo passo è stato di cultura aziendale e metodologico. De’ Longhi ha distribuito Gemini, lo strumento di AI generativa di Google, a tutti i dipendenti white collar. L’obiettivo: migliorare la produttività quotidiana e i flussi di lavoro.

L’azienda veneta, leader a livello globale per i suoi piccoli elettrodomestici e macchine da caffè, ha intrapreso un percorso di trasformazione digitale che integra l’AI in molteplici ambiti aziendali, dalla produzione al marketing, dai servizi alla clientela fino alla business intelligence.

De’ Longhi AI
Debora Guma, Global Chief information officer del Gruppo De’ Longhi

Un sondaggio interno ha confermato un alto livello di soddisfazione e un tasso di utilizzo giornaliero che ha superato il 70% del totale, segno di una forte adozione spontanea. “Difficile che le persone usino strumenti che fanno perdere tempo”, rimarca a AI4Business Debora Guma, Global Chief information officer del Gruppo De’ Longhi, sottolineando come l’uso diffuso sia già un indicatore di efficacia.

Una call interna per raccogliere idee e proposte

Nel corso del 2025, De’ Longhi ha quindi lanciato una call interna per raccogliere proposte di applicazione dell’AI in azienda.

Il risultato è stato molto positivo: oltre 200 idee presentate dai lavoratori, poi selezionate e attraverso un metodo di prioritizzazione ispirato al modello Gartner Prism, sono stati quindi scelti alcuni progetti pilota.

Questi progetti “sono ora in fase di sviluppo e rappresentano i primi importanti passi della roadmap strategica sull’AI”, rimarca la Global Chief information officer del Gruppo De’ Longhi, facendo notare che “l’azienda ha richiesto ai proponenti di indicare anche KPI misurabili, per evitare derive entusiaste non supportate da risultati concreti”.

Visione artificiale nelle linee di produzione

Uno dei progetti più avanzati è già in produzione nello stabilimento di Mignagola, in provincia di Treviso. “Si tratta di un sistema di visione artificiale per il rilevamento dei difetti nella produzione delle macchine da caffè”, spiega Guma: “basato sul riconoscimento delle immagini, il sistema ha richiesto un anno di sviluppo tecnologico, con diverse sfide tecniche”. Il risultato? La decuplicazione dei punti di controllo e una ancora maggiore precisione nella rilevazione dei difetti, anche nei microcomponenti.

De’ Longhi AI
Una fase della linea di produzione e imballaggio

Un altro progetto già operativo è il chatbot per l’assistenza tecnica, sviluppato interamente in casa. Dopo avere valutato le soluzioni disponibili sul mercato, De’ Longhi ha optato per una piattaforma proprietaria, più adatta alle proprie esigenze.

Il chatbot e la customer data platform

Il chatbot è attivo in Italia da marzo scorso, e nelle ultime settimane è stato rilasciato anche nei mercati anglofoni, come Stati Uniti, Regno Unito, Australia. Anche in questo caso, i risultati sono positivi e incoraggianti: significativa riduzione delle chiamate al customer service e alto tasso di risoluzione autonoma dei problemi da parte del chatbot.

Guardando al futuro, De’ Longhi sta progettando una customer data platform interna, capace di raccogliere e interpretare sinergicamente i dati dei clienti, nel rispetto della privacy.

L’obiettivo è costruire una governance interna dei dati che consenta analisi evolute e predittive, a supporto delle decisioni strategiche di produzione e marketing.

Una visione precisa per lo sviluppo dell’AI

A differenza di molte aziende che associano l’AI a investimenti considerevoli in piattaforme esterne, il Gruppo De’ Longhi ha scelto di privilegiare un modello di insourcing: “il 90% delle attività IT è sviluppato internamente. Questo ha permesso di contenere i costi e investire soprattutto in formazione e aggiornamento delle competenze. Anche senza investimenti smisurati in strumenti di intelligenza artificiale, stiamo raccogliendo risultati già molto concreti”, precisa la CIO.

La visione sull’AI è precisa: non solo automazione, ma anche intelligenza predittiva. L’obiettivo è passare da un’analisi consuntiva dei dati a una capacità di previsione che guidi le scelte aziendali.

“Credo molto nella business intelligence evoluta e predittiva”, afferma Guma, “e intendiamo investire tempo e risorse in questa direzione”.

Immagine che contiene interno, persona, muro, vestitiIl contenuto generato dall'IA potrebbe non essere corretto.
Un’immagine tratta dalla pubblicità: Brad Pitt in pausa caffè

In pratica, in un contesto in cui l’AI è a volte raccontata con toni sensazionalistici, il Gruppo De’ Longhi adotta un approccio pragmatico.

“Molto di quello che leggo e vedo sull’AI non mi entusiasma”, confessa la manager, “in diversi casi si trasmettono false speranze e false paure. Noi preferiamo procedere in maniera graduale e lavorare su ciò che porta valore misurabile”. Un equilibrio tra entusiasmo e cautela che può essere la chiave del successo.

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