L’AI National Skills Initiative è stata avviata nel 2023 da un’idea del team globale Skills for Social Impact, una struttura interna a Microsoft Philanthropies – la divisione CSR dell’azienda – che opera con una missione precisa: rendere le competenze digitali e l’intelligenza artificiale accessibili a tutti, indipendentemente dal livello di istruzione, dal contesto sociale o dalla condizione economica. Il team lavora per creare programmi di alfabetizzazione, sviluppando contenuti formativi inclusivi, stringendo partnership strategiche con enti del terzo settore, università e pubbliche amministrazioni, per promuovere una cultura dell’AI etica, consapevole e responsabile.
“L’AI National Skills Initiative nasce per creare una cittadinanza digitale attrezzata – spiega Federica Rossi, direttrice AI National Skills di Microsoft –. Non servono prerequisiti tecnici né competenze pregresse. Il nostro obiettivo è democratizzare l’accesso alla conoscenza sull’AI e contribuire a ridurre i divari che oggi bloccano l’innovazione: economici, culturali, geografici e generazionali. I percorsi che proponiamo non solo sono modulari, per adattarsi ai diversi livelli di partenza e permettono a ciascuno di avanzare in base alle proprie esigenze. Sono agnostici perché, pur contemplandoli, non sono legati all’uso di prodotti Microsoft né di alcun vendor specifico. Questo è un punto essenziale per noi: vogliamo promuovere una cultura dell’intelligenza artificiale inclusiva e imparziale per fornire competenze trasversali e indipendenti che aiutino le persone a orientarsi con metodo nel panorama dell’AI, qualunque sia la tecnologia o il contesto in cui si troveranno a operare”.
Indice degli argomenti:
Una visione sistemica per colmare il divario sull’AI in Italia
L’AI National Skills Initiative intende supportare le persone ad affrontare un contesto che si evolve rapidamente e in cui la disponibilità di competenze adeguate resta limitata. In Italia, in particolare, il 63% degli imprenditori riconosce che le competenze dell’AI Generativa non sono ancora diffuse ma è stato calcolato che il suo utilizzo pervasivo potrebbe contribuire a un incremento del PIL italiano annuale fino a 312 miliardi di euro nei prossimi 15 anni, pari a circa il 18%. (Fonte: “AI 4 Italy: from theory to practice”, Microsoft & The European House – Ambrosetti, settembre 2024). La distanza tra sperimentazione e governance è ampia, soprattutto tra PMI, PA e terzo settore.

In questo scenario, serve un’intensa attività di evangelizzazione. L’obiettivo non è insegnare a usare una piattaforma, ma coltivare un mindset che renda le persone capaci di comprendere, interpretare e orientare l’uso dell’AI dentro e fuori dal lavoro.
“In Italia Microsoft ha scelto di investire su un progetto ambizioso e capillare, con una finalità chiara – prosegue Rossi – offrendo a ciascuno strumenti culturali e conoscitivi per comprendere, interpretare e governare l’AI nel proprio contesto. Non vogliamo che l’intelligenza artificiale diventi l’ennesimo fattore di esclusione. Lavoriamo per costruire una leva culturale, non solo competenze tecniche. Per questo i nostri percorsi includono anche contenuti su etica, bias, trasparenza algoritmica e impatti sul lavoro: vogliamo che ogni persona sia in grado di riconoscere cosa c’è dietro una decisione automatizzata e come influenzarla. L’AI non può essere una scatola nera nelle mani di pochi. Deve diventare parte del bagaglio civico di ciascuno”.
Ogni percorso è supportato da esempi pratici, materiali visuali e contenuti multimediali. L’interazione con i partner consente di personalizzare le attività, calandole nelle sfide quotidiane dei diversi settori. In questo modo la formazione diventa abilitante e contestuale, non astratta né standardizzata, contribuendo a colmare non solo un divario di competenze, ma anche di comprensione culturale e strategica.
AI National Skills: un ecosistema per l’alfabetizzazione digitale
L’AI National Skills Initiative si avvale di un ecosistema articolato di interlocutori: Microsoft, infatti, ha costruito alleanze con istituzioni pubbliche, agenzie governative, università, associazioni di categoria e fondazioni del terzo settore, adattando i contenuti formativi a target eterogenei in funzione delle esigenze concrete.
“Uno dei pillar del progetto è proprio il coinvolgimento di partner che ci aiutino a raggiungere pubblici diversi, con linguaggi e modalità efficaci e pertinenti – sottolinea Rossi -. Con Confesercenti, ad esempio, abbiamo realizzato webinar specifici per le micro-imprese del commercio: panetterie, botteghe di quartiere, piccoli esercizi che difficilmente accedono a percorsi formativi su questi temi. Abbiamo adattato i contenuti usando casi pratici – come il menù o la gestione del marketing – per mostrare come l’AI possa essere utile anche in contesti molto semplici”.
Educazione civica digitale: formare chi educa
L’iniziativa si estende anche al sistema educativo, grazie alla collaborazione con la CRUI (Conferenza dei Rettori) e con l’Associazione Nazionale Presidi. I percorsi formativi non sono destinati solo agli studenti universitari, ma anche a dirigenti scolastici, docenti e personale amministrativo, con l’obiettivo di attivare una formazione dei formatori e potenziare le competenze trasversali necessarie per gestire in modo consapevole la transizione digitale.
“Per costruire una vera cittadinanza digitale bisogna partire dalla scuola – aggiunge Rossi –. È fondamentale che chi educa sia in grado non solo di utilizzare gli strumenti, ma di guidare i ragazzi nella comprensione del funzionamento dell’AI, delle sue implicazioni etiche e del suo impatto sul mondo del lavoro. Sia con la CRUI che con l’Associazione Nazionale Presidi abbiamo avviato un lavoro profondo, che punta a integrare queste competenze nei percorsi didattici e organizzativi, abilitando una cultura del digitale come responsabilità condivisa”.
Etica e prompting consapevole per costruire coscienza critica
Conoscenza e utilizzo consapevole sono pilastri fondanti del programma formativo rivolto al mondo della scuola. Tra le competenze chiave promosse dall’AI National Skills Initiative c’è la capacità di interagire con i sistemi di intelligenza artificiale generativa con cognizione di causa. I docenti vengono accompagnati a comprendere a fondo il funzionamento dell’AI, imparando a progettare prompt efficaci e a interpretare in modo critico i contenuti generati. L’obiettivo è evitare che gli studenti assumano passivamente l’output dell’AI come verità oggettiva, senza interrogarsi su bias, fonti, modelli e intenzionalità algoritmiche. Perché il punto non è imparare a parlare con le macchine. È tornare a farci le domande giuste prima di cercare le risposte veloci.
“L’intelligenza artificiale può essere un alleato educativo straordinario – ribadisce Rossi – ma solo se sappiamo come interrogarla. Non è sufficiente saperle chiedere qualcosa: bisogna capire cosa ci restituisce e perché. Questo è il salto culturale che vogliamo promuovere nelle scuole: sviluppare una coscienza critica, non solo una competenza tecnica. Per generare un impatto duraturo, tuttavia, la formazione non può limitarsi all’ambito scolastico”.
AI e innovazione sociale: focus sul terzo settore
Particolare attenzione è rivolta al terzo settore, attraverso la partnership con Fondazione Cariplo e Cariplo Factory. I percorsi sono orientati al capacity building delle organizzazioni no profit, per aiutarle a integrare strumenti di intelligenza artificiale nelle attività quotidiane: dalla gestione dei dati alla misurazione dell’impatto sociale, fino all’automazione di processi operativi ricorrenti.
“Non portiamo l’AI solo nei grandi centri decisionali, ma anche dove può fare la differenza sul campo, nelle comunità – continua Rossi –. Vogliamo che le no profit, spesso poco digitalizzate, possano usare questi strumenti per semplificare attività ripetitive e concentrarsi sul loro valore sociale”.
Una regia distribuita della conoscenza per un futuro digitale condiviso
Quello che emerge è un modello di intervento sistemico, che non si limita all’erogazione di contenuti, ma costruisce una regia distribuita della conoscenza. Il coinvolgimento delle istituzioni consente di radicare l’iniziativa a livello territoriale. Il dialogo con il mondo dell’istruzione permette di agire sulle fondamenta culturali. Le collaborazioni con il tessuto produttivo e con le organizzazioni del terzo settore abilitano nuove forme di inclusione attiva.
In questa prospettiva, l’AI National Skills Initiative si configura come un progetto di empowerment collettivo, capace di valorizzare le comunità, attivare le reti professionali e coinvolgere le organizzazioni intermedie nella costruzione di un futuro digitale più equo, consapevole e partecipato.