Osservatorio polimi

Sanità digitale: con l’AI, i medici di famiglia risparmiano due settimane lavorative all’anno



Indirizzo copiato

L’ultimo anno ha visto un’accelerazione significativa nell’adozione della AI generativa, con oltre un quarto degli specialisti, quasi la metà dei medici di medicina generale (MMG) e quasi un quinto degli infermieri che hanno già sperimentato questi strumenti. I dati dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano

Pubblicato il 22 mag 2025



Sanità digitale AI

L’impatto pratico è tangibile: “Grazie all’intelligenza artificiale ogni medico specialista oggi potrebbe risparmiare mediamente circa due giornate all’anno solo per la ricerca di informazioni scientifiche e una settimana in attività amministrative o di gestione operativa”, spiega Emanuele Lettieri, responsabile scientifico dell’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano. Questo potenziale risparmio di tempo, che si traduce in oltre due settimane lavorative all’anno per i medici di famiglia, rappresenta un valore strategico per alleviare la pressione sul sistema sanitario, particolarmente stressato dall’invecchiamento della popolazione e dalla crescente incidenza di cronicità.

L’AI nella sanità digitale

Tuttavia, non mancano le preoccupazioni: “Il 55% degli specialisti e il 47% dei MMG indicano la mancanza di spiegazioni nei processi decisionali dell’AI come un ostacolo alla sua piena integrazione nella pratica clinica. Inoltre, circa 6 medici su 10 esprimono riserve riguardo alle possibili responsabilità medico-legali”, sottolinea Lettieri, evidenziando la necessità di bilanciare innovazione e sicurezza.

sanità digitale AI

L’impatto dell’AI sui cittadini

Anche i cittadini si stanno avvicinando rapidamente all’AI: il 31% ha utilizzato strumenti di AI generativa, con l’11% che li ha impiegati specificamente per cercare informazioni su salute, farmaci e terapie. La rapidità e la facilità d’uso sono i motivi principali che spingono a questo ricorso, mentre un cittadino su tre vede nell’AI più benefici che rischi. Tuttavia, persistono timori legati al rapporto umano con il medico e al rischio di sostituzione, che preoccupano rispettivamente il 36% e il 29% degli intervistati.


Investimenti record e primi risultati del PNRR nella sanità digitale

Nel 2024 la spesa in sanità digitale ha raggiunto i 2,47 miliardi di euro, con un incremento del 12% rispetto all’anno precedente. Questa crescita riflette l’attuazione delle misure previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che ha favorito lo sviluppo di piattaforme di Telemedicina, la digitalizzazione degli ospedali e l’evoluzione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0.

“I primi germogli della trasformazione digitale del Sistema Sanitario, abilitati dal PNRR, cominciano a essere visibili”, afferma Mariano Corso, responsabile scientifico dell’Osservatorio. “Tuttavia, la pressione sul sistema non si è attenuata, e serve una trasformazione più radicale dei processi di cura, delle relazioni tra attori e dei punti di contatto con il cittadino, bilanciando efficienza, efficacia e soddisfazione”.


Telemedicina: un utilizzo in crescita ma ancora frammentato

Nel 2024, il 36% dei medici specialisti e il 52% dei MMG ha effettuato almeno una televisita, mentre il telemonitoraggio è stato impiegato dal 30% degli specialisti e dal 46% dei MMG. Sebbene la diffusione delle infrastrutture sia in espansione, l’utilizzo rimane ancora sporadico e non completamente strutturato.

Cristina Masella, responsabile scientifico dell’Osservatorio, evidenzia che “la televisita permette di raggiungere pazienti con difficoltà motorie o residenti in aree isolate (75% degli specialisti e 40% dei MMG). Il telemonitoraggio consente di adattare i piani terapeutici e di intercettare precocemente peggioramenti clinici, con il 67% degli specialisti e il 35% dei MMG che ne riconoscono i benefici”.

Anche i pazienti mostrano un utilizzo stabile della Telemedicina, con un telemonitoraggio ancora limitato al 12%, pur essendo riconosciuto come strumento promettente per la riduzione delle ospedalizzazioni.


sanità digitale AI

Ruolo crescente delle farmacie territoriali nella Telemedicina

Le farmacie territoriali stanno emergendo come punti chiave per amplificare gli effetti della Telemedicina, soprattutto nelle aree rurali e periferiche. Deborah De Cesare, direttrice dell’Osservatorio, spiega che “l’80% delle farmacie eroga già servizi di telecardiologia e sono interessate a offrire teledermatologia (56%) e telepolisonnografia (44%)”.

La motivazione principale è la volontà di “diventare un punto di riferimento per i cittadini anche oltre la dispensazione del farmaco (83%) e assumere un ruolo più attivo nella gestione della salute (76%)”, rafforzando così la collaborazione con la medicina primaria.


Crescita del Fascicolo Sanitario Elettronico e dell’Ecosistema Dati Sanitari

Il Fascicolo Sanitario Elettronico coinvolge oggi il 41% dei cittadini, mentre tra i professionisti sanitari l’utilizzo si attesta al 44% per gli specialisti e al 57% per i MMG. La maggior parte degli utenti del FSE ha dato il consenso al trattamento dei dati, mentre un ulteriore 25% è disposto a farlo, attratto dalla possibilità di fornire ai medici una visione completa e aggiornata della propria storia clinica.

Paolo Locatelli, responsabile scientifico dell’Osservatorio, sottolinea l’importanza di sviluppare un Ecosistema Dati Sanitari (EDS) federato e stratificato per garantire la protezione dei dati e supportare programmazione, prevenzione e ricerca: “Lo sviluppo della Cartella Clinica Elettronica e del Fascicolo Sanitario 2.0 è fondamentale per alimentare l’EDS e per inserirsi in un contesto interoperabile europeo, grazie allo European Health Data Space (EHDS)”.


Le sfide organizzative e culturali per un futuro digitale sostenibile

Oltre agli investimenti tecnologici, la trasformazione digitale della sanità italiana richiede un cambiamento organizzativo e culturale profondo. “È indispensabile affiancare agli investimenti infrastrutturali un impegno strutturale sulla trasformazione organizzativa e culturale”, afferma Chiara Sgarbossa, direttrice dell’Osservatorio Sanità Digitale. “Solo così sarà possibile consolidare una cultura manageriale e politica orientata al digitale e alla sostenibilità, trasmessa e praticata nel tempo”.

Le principali criticità che ostacolano l’innovazione restano la disponibilità limitata di risorse economiche (55%), la carenza di competenze digitali (40%) e la scarsa cultura digitale nelle organizzazioni sanitarie (34%), mentre il timore sull’incertezza delle risorse oltre il PNRR coinvolge il 57% delle strutture.


Focus sugli ambiti prioritari di innovazione: cybersecurity, cartelle cliniche e dati

Nel panorama degli investimenti, la cybersecurity si conferma prioritaria per il 69% delle strutture sanitarie, seguita dalla Cartella Clinica Elettronica (CCE), i servizi di Telemedicina e i sistemi di integrazione con reti regionali e nazionali.

L’attenzione verso la gestione e valorizzazione dei dati clinici cresce, considerati strategici sia per alimentare il Fascicolo Sanitario Elettronico sia per costruire l’Ecosistema Dati Sanitari. L’intelligenza artificiale rafforza ulteriormente il proprio ruolo in questo contesto, grazie a una crescente consapevolezza del suo potenziale tra gli operatori del settore.


Questo scenario delineato dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano evidenzia come la digitalizzazione e l’adozione dell’AI siano ormai imprescindibili per affrontare le sfide del sistema sanitario nazionale, ma pongono anche l’urgenza di sviluppare una strategia integrata che metta al centro competenze, organizzazione e sostenibilità.

Articoli correlati

Articolo 1 di 3