ROBOTICA

Neo di 1X, il robot umanoide “ibrido” che porta l’AI in casa



Indirizzo copiato

1X Technologies lancia il robot l’umanoide pensato per gestire le faccende di casa grazie a un mix di autonomia artificiale e assistenza umana. Il progetto mira a costruire un ecosistema di apprendimento continuo basato su dati reali raccolti nelle abitazioni. Costo: 20mila dollari, ma si potrà avere anche a noleggio (negli Usa)

Pubblicato il 12 nov 2025



Neo 1x

Neo 1X rappresenta una delle scommesse più ambiziose della robotica domestica contemporanea. L’idea è radicale nella sua semplicità: vendere un robot umanoide capace di prendersi in carico le faccende di casa, partendo da compiti basici e crescendo di abilità con aggiornamenti software e sessioni di addestramento guidate da operatori umani. È il progetto di 1X Technologies, azienda norvegese-statunitense con quartier generale a Palo Alto, che ha aperto i preordini di Neo a fine ottobre 2025 a 20mila dollari oppure in abbonamento a 499 dollari al mese; le prime consegne sono pianificate nel 2026 per il mercato USA.


Origini e missione di 1X Technologies

Per capire 1X bisogna tornare alle sue origini: nata come Halodi Robotics nel 2014, l’azienda ha costruito il robot Eve per applicazioni di sicurezza e logistica, poi ha spostato il focus sul domestico rebrandizzandosi in 1X.

Oggi dichiara base a Palo Alto e capacità produttive negli Stati Uniti e in Norvegia, con l’obiettivo di scalare su numeri decisamente superiori a quelli di un laboratorio R&D. L’impostazione è chiara: portare in casa un agente fisico progettato per muoversi in ambienti caotici, imparando in situazioni reali e generalizzando nel tempo.


Come funziona Neo 1X

L’architettura è “mista”: autonomia locale per le routine semplici e una modalità di tele-assistenza on-demand.

In pratica, se l’utente glielo chiede, un operatore 1X entra in sessione protetta, “vede” dagli occhi del robot e lo guida nei passaggi dove l’autonomia non basta. È una scelta progettuale esplicita: garantire valore immediato all’acquirente e, allo stesso tempo, generare dati di dimostrazione esperta per addestrare i modelli e aumentare la quota di autonomia. Le sessioni sono opt-in e segnalate da indicatori luminosi.

L’insieme software integra visione, riconoscimento audio e un modello linguistico con memoria locale che mantiene contesto e conversazione mentre il robot si muove.

Neo 1x

Caratteristiche hardware e design domestico

Sul piano hardware, Neo punta su leggerezza e sicurezza: circa 30 kg di peso, altezza 1,68 m, trasmissioni a “tendini” per ridurre masse rigide e inerzie, mani con molti gradi di libertà e autonomia dichiarata di circa 4 ore a batteria.

La gestione della ricarica è pensata per non richiedere interventi costanti dell’utente. L’obiettivo è contenere i rischi di interazione ravvicinata in casa e mantenere manovrabilità in corridoi stretti, scale, cucine affollate. È un design esplicitamente domestico, non la trasposizione di un cobot industriale nel salotto.


Cosa può fare Neo 1X

Le capacità autonome “day one” restano intenzionalmente sobrie:

  • spostarsi nell’ambiente,
  • reagire a comandi vocali,
  • consegnare oggetti,
  • azionare interruttori,
  • accogliere ospiti,
  • spegnere le luci
  • gestire liste di faccende programmabili via app.

Quando il compito richiede più passaggi, il sistema lo scompone in micro-azioni sequenziali; oltre una certa complessità si attiva, su richiesta, l’assistenza umana. I lavori lunghi o potenzialmente pericolosi restano fuori portata dell’autonomia pura.


Modalità operative e tele-assistenza

Nel quotidiano Neo lavora in due modalità che si alternano senza soluzione di continuità.

Nella modalità full autonoma il robot gestisce da solo routine semplici: capisce richieste vocali, conversa, si orienta, apre porte, recupera oggetti e li consegna. È la combinazione di visione artificiale, riconoscimento audio e linguaggio naturale con memoria locale che mantiene il contesto durante movimento e manipolazione.

Quando la sequenza supera ciò che Neo sa fare da solo o quando l’esecuzione si “impunta”, entra in gioco la modalità semi autonoma. Qui scatta su richiesta la tele-assistenza: un operatore 1X avvia l’Expert Mode, vede attraverso i sensori del robot e guida i passaggi critici fino a completare il lavoro.


Human-in-the-loop: il ponte tra autonomia e apprendimento

L’operatore funge da regista remoto, monitora i “progetti” assegnati al robot e interviene solo nei punti difficili.

Le sessioni in Expert Mode producono dimostrazioni umane che alimentano l’addestramento. Gli operatori usano interfacce immersive, anche in VR, per movimenti precisi di prensione. L’utente vede che la sessione è attiva grazie ai segnali visivi sul robot, può terminarla in qualsiasi momento e programmarne finestre orarie.

Questo modello human-in-the-loop è il ponte verso un’autonomia più ampia: valore immediato per l’utente oggi, apprendimento sul campo per domani.


Privacy, sicurezza e limiti d’uso

Le sessioni remote partono solo su comando esplicito dell’utente o su pianificazione, sono segnalate da LED e terminabili con un gesto.

Restano esclusi compiti con acqua, calore o utensili taglienti; l’uso all’esterno non è previsto. L’approccio è coerente con il design safety-first e con la massa ridotta, ma 1X suggerisce comunque prudenza in ambienti con bambini o animali non supervisionati.


Modello economico e prospettive di business

Il listino elevato non è un incidente: l’azienda paragona la traiettoria a quella degli smartphone top di gamma, con prezzo stabile mentre crescono funzioni e affidabilità via update.

Per sostenere scala produttiva e R&D sull’autonomia, 1X ha avviato una raccolta fino a 1 miliardo di dollari a una valutazione target di 10 miliardi. L’obiettivo è costruire flotta e infrastruttura di tele-assistenza in parallelo, trasformando la base installata in una macchina di apprendimento continuo.


Perché un umanoide e perché adesso

1X sostiene che solo la morfologia umana consente la generalizzazione necessaria a operare in case piene di oggetti e varianti non codificabili ex ante.

La tesi è che i dati più ricchi per l’AI fisica non siano nelle linee industriali, ma in cucina e salotto, dove una “tazza” può significare molte azioni diverse. È un ragionamento pragmatico sull’economia dei dati per l’AI fisica.


Impatto di Neo 1X sul mercato

L’annuncio di Neo non certifica ancora il “maggiordomo robotico”, ma segna la messa a terra commerciale del paradigma.

Per l’enterprise questo comporta tre effetti:

  • normalizza l’idea di AI-as-Labor anche fuori dalle fabbriche;
  • spinge la supply chain di sensori e batterie a ottimizzare per la sicurezza domestica;
  • rafforza il ruolo dei dati proprietari raccolti in contesti reali.

Rischi e punti aperti

La dipendenza dalla tele-assistenza è una lama a doppio filo: crea valore immediato ma introduce costi operativi e problemi di scalabilità.

Le policy di sicurezza domestica vanno aggiornate con ritmo, mentre il prezzo iniziale spinge il prodotto verso utenti early adopter. La scommessa è che basti a innescare la curva di apprendimento necessaria per superare la fase demo.


Uno sguardo al futuro

Se 1X dimostrerà che il ciclo dati–aggiornamenti–autonomia regge su larga scala, il modello “robot domestico come servizio” potrebbe diventare un riferimento per settori come hospitality, property management e retail.

Come molte tecnologie passate dal consumer all’enterprise, la discriminante sarà affidabilità e costo totale di proprietà trasparente.


Conclusione

Neo non è “il robot di casa” che fa tutto, ma il primo tentativo credibile di portare nelle abitazioni un agente fisico che unisce AI, controllo remoto e hardware pensato per la convivenza.

Se l’autonomia crescerà con i prossimi aggiornamenti software, Neo 1X potrà evolversi da esperimento costoso a piattaforma di riferimento per l’AI fisica domestica.


Articoli correlati