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Lo stato dell’osservabilità 2025: dall’IT alla governance aziendale nell’era dell’AI



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Nel 2025 l’osservabilità evolve da strumento tecnico a infrastruttura strategica d’impresa. Secondo il report “The State of Observability 2025”, l’integrazione con l’intelligenza artificiale trasforma l’osservabilità in una rete predittiva, trasparente e trasversale, capace di supportare sicurezza, sostenibilità e governance dei dati. L’indagine, condotta su oltre 800 leader globali in ambito IT e operations, mostra un panorama in rapida maturazione

Pubblicato il 10 ott 2025



Osservabilità

L’intelligenza artificiale è ormai una costante in ogni organizzazione di grandi dimensioni. Secondo il report “The State of Observability 2025” di Dynatrace, tutti i partecipanti dichiarano di aver implementato almeno una forma di AI nei propri processi, ma la penetrazione non è ancora uniforme. Le aziende si concentrano su aree ad alto impatto immediato, come la gestione dei dati, la sicurezza operativa e la governance etica dei modelli. In molti casi l’AI viene utilizzata per snellire i flussi di lavoro, automatizzare l’analisi dei dati e ridurre il tempo necessario per l’individuazione degli incidenti.

Dai progetti pilota all’adozione sistemica

Il 57% delle imprese intervistate usa l’AI per ottimizzare la raccolta e la pulizia dei dati, il 50% per la gestione della sicurezza e dell’etica dei sistemi, e il 46% per rafforzare la prevenzione e la risposta agli incidenti informatici. Tuttavia, la ricerca evidenzia che gran parte delle applicazioni resta confinata a singoli reparti o funzioni, senza ancora una visione unitaria a livello aziendale.

Il passaggio dai progetti pilota all’adozione sistemica è reso possibile proprio dall’osservabilità, che permette di unire i flussi informativi, abbattere i silos e rendere più coerente la governance dei processi. Solo un terzo delle organizzazioni utilizza già l’AI nei programmi di osservabilità, ma questa percentuale è destinata a crescere rapidamente nei prossimi anni, man mano che i team IT e DevOps riconosceranno il valore strategico dei dati unificati.

Osservabilità e intelligenza artificiale: un’alleanza strategica

L’osservabilità sta assumendo un ruolo decisivo nella gestione dei sistemi cloud-native e nell’esecuzione dei progetti di AI. Il 75% delle aziende ha aumentato il budget dedicato nel 2024 e il 70% prevede di farlo anche nel 2026, segno di una fiducia crescente nel suo potenziale di ritorno economico.

Per la prima volta, le capacità di intelligenza artificiale superano la compatibilità cloud e la facilità di raccolta dati tra i criteri di scelta delle piattaforme di osservabilità. Questa inversione di priorità riflette la volontà di andare oltre la semplice analisi tecnica, verso un sistema in grado di prevedere comportamenti, ottimizzare risorse e prevenire interruzioni.

Le organizzazioni stanno anche riconoscendo il valore dell’osservabilità come strumento di collaborazione trasversale. I dati raccolti vengono condivisi tra reparti IT, DevOps, sicurezza e business, alimentando una “intelligenza collettiva” che consente di individuare anomalie in tempo reale e migliorare la resilienza.

Le aziende più avanzate stimano che l’uso dell’AI nell’osservabilità permetterà di ottimizzare le configurazioni dei modelli (46%), automatizzare la risoluzione dei problemi (41%) e identificare derive prestazionali (33%).

Fiducia e trasparenza: la nuova frontiera dell’AI

L’espansione dell’intelligenza artificiale ha introdotto nuove vulnerabilità organizzative. La sicurezza informatica rimane la principale preoccupazione per il 41% dei leader intervistati, seguita da privacy dei dati, qualità delle informazioni e difficoltà di integrazione tra sistemi legacy e nuove architetture AI.

La fiducia negli algoritmi non è data per scontata. Il 70% dei responsabili AI governance ha aumentato il budget per le iniziative di trasparenza e verifica dei modelli, e quasi tutti (99%) hanno introdotto forme di supervisione umana sulle decisioni automatizzate. In media, il 69% delle decisioni prese dall’AI viene convalidato da operatori umani prima di essere eseguito.

L’osservabilità si rivela così lo strumento chiave per garantire la spiegabilità e la tracciabilità delle decisioni algoritmiche. Attraverso il monitoraggio continuo, le organizzazioni possono verificare i risultati, individuare bias, misurare le prestazioni nel tempo e collegare gli output dell’AI agli obiettivi di business. È un’evoluzione che trasforma la fiducia in una metrica misurabile e non solo in un valore etico.

Sicurezza e DevOps: la convergenza operativa

Il report evidenzia come la convergenza tra osservabilità, sicurezza e automazione DevOps stia ridefinendo la gestione dei rischi aziendali. Il 98% dei responsabili della sicurezza utilizza già l’AI per la gestione della compliance, e il 69% ha visto crescere i budget dedicati al rilevamento automatizzato delle minacce.

L’AI consente di individuare in anticipo vulnerabilità e comportamenti anomali, mentre l’osservabilità fornisce la visione complessiva dei sistemi necessari per reagire con tempestività. Entro il 2030, metà delle aziende prevede di integrare crittografia avanzata, analisi dei rischi e patching automatico basati su AI.

Un ruolo centrale è ricoperto dalla real-time automation, che consente ai team DevSecOps di intervenire istantaneamente su anomalie e rischi. Gli scenari più promettenti riguardano la manutenzione predittiva, la gestione dinamica del traffico e l’ottimizzazione delle risorse operative.

Le organizzazioni che hanno adottato l’automazione intelligente dichiarano un aumento medio del ROI del 41% in cinque anni, grazie a una riduzione dei tempi di risposta e alla maggiore stabilità dei servizi digitali.

Osservabilità e sostenibilità: dall’efficienza al vantaggio competitivo

L’aumento del consumo energetico dovuto alle tecnologie AI spinge le aziende a investire in osservabilità ambientale e sostenibilità digitale. Più della metà dei leader intervistati indica l’efficienza come priorità strategica, seguita dalla riduzione dei costi e dal rispetto dei requisiti ESG.

L’osservabilità consente di trasformare i dati operativi in metriche ambientali: consumo di CPU, memoria e rete vengono tradotti in chilowattora e emissioni di CO₂ equivalenti. Questo approccio permette alle imprese di legare le prestazioni tecniche ai costi ambientali e finanziari, rendendo la sostenibilità un fattore di efficienza misurabile.

Il 70% delle organizzazioni utilizza le proprie piattaforme di osservabilità per monitorare in tempo reale energia e impatto ambientale, e il 64% ha aumentato i budget per progetti sostenibili integrati con strumenti di AI. L’obiettivo non è solo ridurre l’impronta ecologica, ma migliorare la resilienza complessiva. Entro il 2030, l’adozione di software a basso impatto energetico dovrebbe crescere dal 28% al 51%, mentre le architetture cloud distribuite aumenteranno del 20%.

La nascita della business observability

L’osservabilità esce definitivamente dal dominio tecnico per diventare una funzione aziendale strategica. Si parla sempre più di business observability, ossia la capacità di correlare in tempo reale la performance dei sistemi con gli indicatori chiave di business, dalla customer experience alla redditività.

Il 39% delle aziende dichiara di usare già soluzioni automatizzate per migliorare l’esperienza cliente, mentre il 28% impiega l’AI per allineare i dati di osservabilità con i KPI di performance. Le piattaforme più evolute integrano funzioni di analisi predittiva, automazione e linguaggio naturale, rendendo accessibili insight anche ai reparti non tecnici.

Questa evoluzione rafforza la capacità di prendere decisioni basate sui dati, ottimizzare le risorse e migliorare la resilienza. Le aziende che adottano un modello unificato tra osservabilità e AI segnalano un netto aumento dell’agilità organizzativa e una maggiore capacità di prevenire downtime e minacce informatiche.

Il mandato per l’osservabilità nell’era dell’AI

Il nuovo paradigma dell’impresa AI-native si fonda sull’osservabilità come tessuto connettivo tra persone, processi e sistemi intelligenti. Non si tratta più solo di integrare modelli di intelligenza artificiale, ma di ridisegnare l’intera architettura decisionale e operativa attorno ai dati in tempo reale.

L’osservabilità diventa così il cuore pulsante dell’innovazione digitale, capace di rendere visibile, prevedibile e controllabile ogni aspetto delle infrastrutture tecnologiche e dei flussi aziendali. Le imprese che uniscono osservabilità, automazione e pratiche AI trasparenti guideranno la prossima fase della trasformazione, quella in cui l’intelligenza non sarà solo artificiale, ma anche responsabile, misurabile e sostenibile.

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