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Singapore guida la corsa globale all’AI secondo Counterpoint Research



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Nel “2025 AI Cities Index”, la città eccelle per la sua strategia nazionale integrata, con forti investimenti pubblici, collaborazione tra settori e attenzione all’inclusione. Il report evidenzia anche le performance di Seoul, Pechino, Dubai e San Francisco, analizzando infrastrutture, governance e impatti geopolitici dell’intelligenza artificiale

Pubblicato il 5 ago 2025



2025 AI Cities Index Singapore

Singapore è stata nominata la città numero uno al mondo per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale secondo il 2025 Global AI Cities Index di Counterpoint Research, un’indagine che ha analizzato oltre 5mila iniziative pubbliche e private in 100 grandi aree metropolitane. Il risultato riflette una strategia nazionale coerente, coordinata da enti come AI Singapore, capace di mettere in relazione startup, università, imprese e pubbliche amministrazioni nei settori chiave della salute, della mobilità e delle telecomunicazioni.

Perché Counterpoint Research ha scelto Singapore

Tra i motivi del successo, la creazione di un ecosistema collaborativo che non solo sostiene l’innovazione, ma la guida con investimenti mirati, incentivi e un orientamento formativo che parte dalla scuola. Il risultato è una città che non si limita a implementare l’AI, ma la modella in funzione dei propri obiettivi strategici. La strategia di Singapore si distingue anche per la capacità di misurare l’efficacia delle politiche pubbliche tramite dati concreti e metriche di impatto. I finanziamenti non vengono distribuiti a pioggia, ma seguono logiche di performance e collaborazione tra startup e agenzie statali. Inoltre, il governo ha lanciato programmi di reskilling della forza lavoro per evitare che l’adozione accelerata dell’AI causi esclusione professionale. L’attenzione alla coesione sociale resta centrale nella visione urbana della città-Stato.

Il report di Counterpoint Research non fotografa solo un fenomeno tecnologico, ma racconta una vera e propria sfida geopolitica urbana. L’intelligenza artificiale è sempre più un elemento di differenziazione tra metropoli globali, con effetti profondi su competitività economica, governance pubblica, sostenibilità e qualità della vita.

2025 AI Cities Index Singapore

Seoul e Pechino: potenze emergenti con strategie complementari

Seconda in classifica è Seoul, città dove il governo municipale ha integrato l’intelligenza artificiale in numerosi ambiti, tra cui educazione e sanità, con il supporto di aziende come SK Telecom e Naver. La capitale sudcoreana si sta distinguendo per la sperimentazione di servizi basati su AI generativa e assistenti conversazionali per la pubblica amministrazione.

Al terzo posto troviamo Pechino, che ha recentemente introdotto programmi di alfabetizzazione AI obbligatori per tutti gli studenti delle scuole primarie e secondarie. Il coinvolgimento diretto di Huawei e China Unicom nella creazione di soluzioni 5G integrate con AI evidenzia un ecosistema industriale e infrastrutturale in forte espansione. In Cina, la crescita non è più limitata alle città di prima fascia: anche Wuhan, Chengdu e Suzhou stanno accelerando l’adozione dell’intelligenza artificiale.

A rafforzare la posizione di Pechino c’è l’enorme capacità di spesa pubblica e industriale, che consente di finanziare sperimentazioni su larga scala e infrastrutture AI-centriche in tempi molto brevi. La città ospita già alcuni dei più grandi modelli linguistici cinesi e centri di ricerca collegati ai principali atenei. A Seoul, invece, si punta a una AI umanocentrica, con numerose iniziative orientate alla trasparenza algoritmica, all’etica computazionale e al supporto alle famiglie attraverso assistenti digitali pubblici.

Dubai e San Francisco: modelli alternativi di governance AI

Una delle sorprese dello studio è il posizionamento di Dubai, che ha superato San Francisco grazie a una strategia governativa centralizzata e ambiziosa. Ogni dipartimento pubblico ha un AI strategist, mentre il programma “One Prompter” si è posto l’obiettivo di formare un milione di ingegneri AI. A ciò si aggiunge un piano di digitalizzazione totale che coinvolge settori come energia, cultura, sicurezza e media.

Dubai ha anche messo in atto una normativa permissiva ma orientata all’efficacia, in grado di attrarre capitali internazionali e testare casi d’uso avanzati nel campo della sicurezza, della guida autonoma e della sanità predittiva.

San Francisco, pur essendo un epicentro storico dell’innovazione tecnologica, paga lo scotto di un ecosistema frammentato e di tensioni normative e sociali che stanno rallentando l’implementazione su scala cittadina delle innovazioni AI.

2025 AI Cities Index Singapore

Il numero in cima al grafico a barre rappresenta il numero totale di eventi che influenzano l’IA nelle città registrati durante lo studio per fornitore.

Supercalcolo e robotica: le nuove capitali verticali

Il report evidenzia anche capitali settoriali: Dallas si posiziona al vertice globale per il supercalcolo grazie alla costruzione di uno stabilimento NVIDIA per infrastrutture HPC, mentre Shenzhen conquista la vetta della robotica, superando persino Boston, grazie a una forte regia governativa che incentiva ricerca e trasferimento tecnologico.

L’egemonia di Shenzhen nella robotica è alimentata anche dalla presenza di distretti industriali intelligenti dove AI e meccatronica vengono co-sviluppate. Il governo ha lanciato incentivi diretti alla robotizzazione delle PMI e ha promosso un modello di produzione AI-native che si traduce in filiere automatizzate già nella fase di prototipazione. Dallas, invece, punta sulla sinergia tra AI e supercalcolo per attrarre industrie biomedicali e aerospaziali, che richiedono potenza computazionale estrema.

Le città in rapida crescita: nuovi attori globali

In India, Bengaluru beneficia dell’integrazione tra l’ecosistema startup e le grandi multinazionali tech, con un numero crescente di modelli di AI adattati ai contesti locali, dalla gestione dei trasporti all’agrifood. Riyadh continua a sorprendere per la rapidità con cui sta scalando nel settore AI grazie a un mix di investimenti sovrani e apertura a partner internazionali. A Hangzhou, il rilascio di modelli come DeepSeek ha attivato una catena di nuove aziende focalizzate su AI conversazionale, analytics e assistenza automatizzata per e-commerce e sanità.

L’ecosistema industriale: datacenter, training e cloud

Le grandi aziende tecnologiche sono un elemento chiave nella definizione delle AI Cities. Microsoft è il player più attivo secondo Counterpoint, grazie all’espansione dei suoi AI datacenter e ai programmi di formazione in collaborazione con atenei e pubbliche amministrazioni. Seguono Google, Amazon e NVIDIA, che oltre al supercalcolo ha spinto su iniziative di Sovereign AI, con collaborazioni attive in Europa, Medio Oriente e Asia.

L’infrastruttura cloud rappresenta uno snodo critico. A Toronto, Rogers utilizza il 5G per monitorare reti di videosorveglianza AI-powered; in Osaka, SoftBank e KDDI investono in AI cloud center, mentre a Milano Fastweb ha acquistato un supercomputer Nvidia per la GenAI, attivo dal luglio 2024, per lo sviluppo di modelli ottimizzati per la Pubblica Amministrazione e le imprese, conformi alle normative italiane ed europee.

Le telecomunicazioni come catalizzatore: 5G, fibra e AI

Le infrastrutture di rete stanno diventando la spina dorsale delle città intelligenti. A Pechino, China Telecom sta installando connessioni 10G fiber per supportare servizi AI avanzati. A Boston, Verizon potenzia la rete per gestire carichi di lavoro AI aziendali. A Delhi, Airtel blocca ogni giorno oltre un milione di chiamate spam grazie all’intelligenza artificiale. Anche a Singapore, Singtel propone offerte innovative come il GPU-as-a-Service.

Il paradosso europeo: infrastrutture solide ma normazione rigida

Nonostante la presenza di città come Londra e Berlino nella top 15, l’Europa fatica a tenere il passo. Secondo Marc Einstein, direttore della ricerca di Counterpoint, l’ambiente normativo “più cauto” e le divisioni tra regolatori nazionali e sovranazionali stanno rallentando l’adozione su larga scala dell’intelligenza artificiale. In controtendenza, Copenaghen sta puntando sul supercalcolo con un nuovo hub Nvidia per l’AI pubblica.

L’adozione dell’AI nelle smart city europee è ostacolata dalla necessità di conformarsi a un mosaico di regolamenti trasversali (AI Act, GDPR, Data Governance) e settoriali. Secondo una review accademica del 2025, la complessità e i costi di compliance rallentano l’implementazione di soluzioni smart in ambiti come mobilità, sicurezza e monitoraggio ambientale.

Al contempo, molte città formulano strategie digitali con un forte focus su trasparenza, accountability e coinvolgimento dei cittadini. In alcune municipalità si sviluppano anche linee guida soft‑law per l’uso responsabile della AI nei servizi pubblici, spesso integrate nei processi di procurement pubblico che includono criteri su bias algoritmico e spiegabilità.

L’AI continent action plan dell’UE delinea un progetto ambizioso per rafforzare il capitale umano: formazione, incentivazione al ritorno di talenti dall’estero e creazione di competenze AI in settori strategici come sanità e industria attraverso gli European Digital Innovation Hubs (EDIH).

Nonostante ciò, l’ecosistema europeo soffre di scarsa disponibilità di capitale di rischio, un approccio culturale meno incline al rischio e una struttura industriale frammentata su base nazionale, che limita la scalabilità delle startup locali.

Il quadro europeo dell’AI City Development è caratterizzato da una tensione tra ambiziosi investimenti pubblici (AI factories, gigafabbriche, piani di formazione) e una cornice normativa considerata rigida da operatori e aziende. Se da un lato il modello europeo favorisce fiducia, diritti e sostenibilità, dall’altro rischia di limitare la scalabilità dell’innovazione urbana, soprattutto in contesti regionali o municipali con risorse limitate.

Conclusioni

La sfida strategica per l’Europa nei prossimi anni sarà trovare un nuovo equilibrio che consenta di semplificare e chiarire le regole, snellire la compliance e promuovere forme di partenariato pubblico-privato capaci di accelerare l’adozione dell’AI nella vita quotidiana delle città europee senza compromettere i valori fondamentali che il continente promuove.

Il successo delle AI Cities non dipende più solo dall’innovazione privata, ma da visioni di lungo periodo, infrastrutture scalabili e politiche pubbliche capaci di coniugare sviluppo, etica e inclusione.

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