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Capgemini: il 36% delle imprese ha già adottato la Gen AI nei propri processi operativi



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Il report ‘AI in action’ descrive sviluppo e risultati delle tecnologie di intelligenza artificiale nelle aziende italiane e a livello internazionale: il 36% delle imprese ha già adottato la Gen AI nei propri processi operativi, rispetto al 20% nel 2024. Eva Terni (Capgemini Italia): “Chi adotterà un approccio integrato che mette al centro i dati e l’AI sarà in grado di costruire un’impresa realmente connessa e fluida”

Pubblicato il 25 lug 2025

Stefano Casini

giornalista



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Il primo passo è lo sviluppo di AI generativa. Il secondo, l’adozione e l’integrazione di quella agentica. Un binomio e un connubio che, per sempre più aziende in Italia e nel mondo, è in grado di portare importanti vantaggi concreti: riduzione dei costi complessivi, aumento dell’efficienza operativa, innovazione e miglioramento di funzioni chiave, come supply chain, finanza, HR e customer service.

Investire in queste risorse dell’intelligenza artificiale dunque conviene? La risposta è “sì”, con “un ritorno positivo medio sugli investimenti (ROI) pari a 1,7 volte quanto investito”, secondo quanto emerge dal report ‘AI in action’, realizzato da Capgemini Research Institute, che esamina in profondità cambiamenti e risultati portati da queste tecnologie.

Il ritorno degli investimenti in AI generativa e agentica

Il 40% delle aziende analizzate a livello internazionale prevede di ottenere un ROI positivo entro 1-3 anni; un ulteriore 35% entro 3-5 anni. Di conseguenza, il 62% del totale aumenterà quest’anno gli investimenti in Gen AI rispetto all’anno scorso.

Capgemini AI Gen Agenti

A fare la differenza, come in ogni ambito dell’innovazione, è la velocità del cambiamento, la prontezza a coglierne le opportunità: chi si muove prima ottiene vantaggio competitivo e si posiziona all’avanguardia rispetto alla concorrenza; chi è più lento si trova poi a inseguire. E recuperare il terreno perduto, in molti casi, è parecchio difficile. Spesso, in ultima analisi, anche più costoso.

Dal focus sui costi a quello sul valore

“La Gen AI e l’AI agentica possono davvero trasformare i servizi aziendali, permettendo il passaggio da modelli tradizionali focalizzati sui costi a modelli basati sul valore e sugli sviluppi offerti dall’intelligenza artificiale”, sottolinea Eva Terni, managing director Insights & Data di Capgemini in Italia. Che osserva: “chi adotterà un approccio integrato che mette al centro i dati e l’AI sarà in grado di costruire un’impresa realmente connessa e fluida”.

Ma fa anche notare: “per quanto i risultati della ricerca suggeriscano un aumento nell’adozione degli agenti AI, le aziende si trovano ancora di fronte a numerose barriere che ne impediscono l’implementazione su larga scala. L’adozione di un approccio pragmatico, la promozione della fiducia nell’AI e la creazione di una solida infrastruttura di dati contribuiranno a trasformare i servizi aziendali in una risorsa strategica in grado di stimolare ogni tipo di impresa”.

Miglioramenti e vantaggi previsti

Le previsioni indicano che nei prossimi tre anni l’AI generativa migliorerà sensibilmente in attività chiave come accuratezza delle analisi, produttività, time-to-market, esperienza di clienti e dipendenti. Il risultato è che sempre più aziende riconoscono il valore e i vantaggi della Gen AI: il 36% l’ha già implementata, rispetto al 20% dell’anno scorso.

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E proprio tra chi l’ha adottata, circa una realtà su tre ha già integrato agenti intelligenti – sistemi autonomi che agiscono in base a compiti specifici – nei processi operativi. L’adozione di agenti AI e sistemi multi-agente è raddoppiata: dal 10% nel 2024 al 21% nel 2025. Si calcola che entro quest’anno il numero medio di progetti con agenti intelligenti in ciascuna azienda aumenterà del 50% rispetto a soltanto 12 mesi fa.

Secondo l’analisi di Capgemini, gli agenti AI stanno già dimostrando vantaggi concreti: riducono del 40% gli errori, migliorano la soddisfazione dei clienti (+44%), aumentano l’efficienza operativa del 45% e abbattono del 43% i costi complessivi.

I settori aziendali dove l’impatto è più forte

I settori aziendali che stanno adottando di più l’AI generativa e agentica sono high tech, manifatturiero e beni di consumo – innanzitutto per la gestione della supply chain –, energia e utilities, settore farmaceutico e sanitario. E poi anche finanza, assicurazioni e telco.

Le aree operative che fanno registrare i maggiori benefici sono Supply chain e Procurement, Finance, Customer operations, con risparmi di costo compresi tra il 25% e il 30% rispetto alle attività precedenti.

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Nella gestione della supply chain, modelli predittivi ottimizzano i livelli di inventario e la logistica, con un taglio medio del 23% nei costi di gestione.

In ambito finanziario, la compliance automatizzata ha ridotto del 75% le violazioni normative, mentre nel settore HR la selezione dei talenti è stata velocizzata con un risparmio del 43% nel tempo di assunzione.

Anche le operazioni di Customer service ottengono benefici per un’efficienza superiore, con una riduzione dei costi fino al 22%.

Capgemini, AI Gen e Agenti: i passi necessari da compiere

“Per ottenere un ROI significativo dagli investimenti, le imprese devono concentrarsi sullo sviluppo di una leadership solida in grado di guidare in questa direzione, di una buona governance del cambiamento e di un alto livello di preparazione all’adozione di queste nuove tecnologie tra i lavoratori”, indica il Capgemini Research Institute. Secondo le stime, le organizzazioni con queste caratteristiche raggiungono il ROI il 45% più velocemente rispetto a chi è meno attrezzato.

Una forte leadership a capo di attività, progetti e investimenti è sempre fondamentale nel portare avanti e realizzare con successo i processi di innovazione, e in questo caso appare ancora come uno degli anelli deboli della catena: attualmente la maggior parte delle aziende non dispone di una leadership adeguata e solo un leader su tre è un convinto sostenitore della Gen AI.

Il 77% degli executive preferisce modelli AI proprietari, sviluppati da hyperscaler o provider specializzati, rispetto alle soluzioni open-source. Le ragioni includono performance superiori, facilità d’integrazione, sicurezza avanzata e supporto continuo.

Obiettivo: trarre valore dal cambiamento

Per trarre valore dal cambiamento, è essenziale aggiornare e trasformare le competenze delle risorse umane.

Negli ultimi due anni, l’automazione portata dall’AI ha già eliminato il 30% delle funzioni ripetitive e nel prossimo biennio si stima che questa percentuale salirà al 70%, liberando quasi il 40% del tempo lavorativo. Ciò si tradurrà in un aumento medio della produttività del 16%.

Entro il 2027, due dipendenti su tre vedranno il proprio ruolo trasformato e saranno formati su tecnologie AI, segnando un cambiamento profondo nella cultura aziendale.

Tutto ciò comporta un’evoluzione dei ruoli con un focus crescente su formazione, upskilling e reskilling. Aumenteranno anche le interazioni tra persone e agenti AI, rendendo cruciale una preparazione mirata alla collaborazione uomo-macchina.

Capgemini propone di trattare gli agenti AI come “dipendenti digitali”, con procedure di recruiting e performance management, e la creazione di un ecosistema scalabile, monitorato e interconnesso, in cui umani e agenti collaborano per obiettivi comuni.

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