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Supply chain sotto pressione: l’AI resta la grande occasione mancata delle imprese italiane



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La crescente volatilità globale mette a dura prova le filiere italiane, ancora troppo reattive e poco proattive nella gestione del rischio. Secondo l’Osservatorio Supply Chain Planning del Politecnico di Milano, solo un’azienda su dieci ha piani di contingenza strutturati, mentre meno del 40% delle grandi imprese e appena il 10% delle PMI adotta l’intelligenza artificiale

Pubblicato il 25 set 2025



supply chain AI

Negli ultimi anni le catene di fornitura hanno affrontato crisi in sequenza: pandemia, guerra in Ucraina, tensioni in Medio Oriente e nuove barriere tariffarie. Questa turbolenza impone “capacità di pianificazione sempre più sofisticate”, ma le aziende italiane restano ancorate a una gestione “tradizionale, reattiva e non anticipatoria”. Sono alcuni dei risultati della ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Planning del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Pianificare le Supply Chain, tra complessità, intelligenza umana e intelligenza artificiale”.

Rischio monitorato, ma senza piani

L’82% delle imprese monitora i fattori di rischio, ma solo il 26% delle grandi e appena il 5% delle PMI ha rivisto i modelli. Ancora più ridotto il numero di chi elabora piani di contingenza: “solo una su dieci sviluppa scenari alternativi”, evidenziando una fragilità diffusa.

L’AI poco sfruttata, ma già concreta

L’intelligenza artificiale è la vera frontiera, ma la sua diffusione resta limitata: “meno del 40% delle grandi imprese e poco più del 10% delle PMI” l’hanno adottata. Alcune realtà sperimentano già machine learning, analisi semantica e sistemi predittivi, mentre soluzioni avanzate come la pianificazione interamente autonoma restano prototipi.

Persone al centro della trasformazione

La tecnologia non basta senza formazione. Oltre il 60% delle aziende guida internamente i progetti di change management, ma solo metà delle grandi imprese investe sulle proprie risorse. “La capacità di integrare pianificazione, automazione, formazione e gestione proattiva del rischio sarà la leva decisiva per costruire filiere più resilienti”, spiega Alessandro Perego, responsabile scientifico dell’Osservatorio.

Automazione e formazione, priorità del futuro

Nei prossimi dodici mesi il 13% delle aziende investirà in automazione, con PMI focalizzate su strumenti di Robotic Process Automation e grandi imprese orientate all’Intelligent RPA. La formazione resta cruciale: “crescere tecnicamente e managerialmente è prerequisito per passare da una logica reattiva a una proattiva”, sottolinea Andrea Sianesi.

Sistemi integrati e governance dei dati

ERP, WMS e TMS restano spesso solo parzialmente integrati, con visibilità limitata della supply chain end-to-end. A questo si aggiunge una governance dei dati ancora debole: “oltre il 40% delle PMI non dispone di regole formali sulla data ownership”, con impatti su piani e reportistica.

La sfida della resilienza

Secondo Giovanni Miragliotta, direttore dell’Osservatorio, “l’evoluzione tecnologica passa da integrazione dei sistemi, governance dei dati e applicazioni mirate di AI”. Ma la chiave resta il capitale umano. Roberto Cigolini avverte: “La trasformazione della supply chain planning non può prescindere dal ruolo delle persone… l’urgenza è investire nella formazione e nell’evoluzione professionale dei team”.


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