OpenAI e AMD hanno annunciato una partnership pluriennale destinata a ridefinire gli equilibri del mercato globale dei chip. L’accordo prevede la fornitura di GPU ad alte prestazioni della serie Instinct, a partire dalle nuove MI450, per costruire un’infrastruttura di calcolo equivalente a 6 gigawatt di potenza. È una quantità enorme: paragonabile al consumo medio di un intero Paese come Singapore.
La prima fase del progetto, che coprirà circa 1 gigawatt, entrerà in funzione nella seconda metà del 2026. L’obiettivo è accelerare la costruzione di data center capaci di sostenere la crescita esponenziale di ChatGPT e dei futuri modelli di OpenAI, in un contesto in cui la domanda di potenza computazionale supera di gran lunga l’offerta disponibile.
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L’opzione per entrare nel capitale AMD
Oltre all’accordo commerciale, l’intesa include un elemento finanziario potenzialmente dirompente: AMD ha concesso a OpenAI un warrant per acquistare fino a 160 milioni di azioni ordinarie al prezzo simbolico di un centesimo di dollaro ciascuna. L’esercizio di questa opzione è però subordinato al raggiungimento di specifici obiettivi, sia tecnici sia finanziari: AMD dovrà raggiungere determinate soglie di prezzo delle proprie azioni e OpenAI dovrà rispettare le milestone di deployment delle GPU previste dal piano.
Se tutti i warrant venissero esercitati, OpenAI arriverebbe a detenere circa il 10 % di AMD, oggi valutata intorno ai 270 miliardi di dollari. È una mossa che rafforza i legami tra le due aziende, creando un allineamento strategico fra produttore di chip e principale player dell’intelligenza artificiale generativa.
Reazioni dei mercati e impatti economici
L’annuncio ha avuto un effetto immediato sui mercati finanziari. Nelle ore successive alla notizia, le azioni AMD sono schizzate in rialzo di oltre il 30 % nelle contrattazioni pre-mercato, trainate dall’entusiasmo per un accordo che promette decine di miliardi di dollari di ricavi nei prossimi anni. Secondo Jean Hu, direttrice finanziaria di AMD, l’intesa “crea un allineamento strategico significativo e valore per gli azionisti di entrambe le società”.
Per OpenAI, invece, l’accordo rappresenta un tassello chiave nella corsa per espandere la propria capacità di calcolo e mantenere la leadership nell’AI generativa. Dopo l’annuncio, Sam Altman ha dichiarato che la partnership “è un passo decisivo per costruire la potenza computazionale necessaria a realizzare il pieno potenziale dell’intelligenza artificiale”.
Il contesto competitivo: tra Nvidia, Oracle e SoftBank
La collaborazione con AMD arriva a poche settimane dall’annuncio di un’altra mossa colossale nel settore: Nvidia, rivale storica di AMD, ha svelato un piano da 100 miliardi di dollari per investire in OpenAI e sviluppare congiuntamente 10 gigawatt di nuova capacità di data center.
AMD, che negli ultimi anni ha lavorato per colmare il gap tecnologico con Nvidia, vede in questa alleanza un’occasione per rafforzare la propria posizione come alternativa credibile nel mercato dei chip AI.
Parallelamente, OpenAI continua a diversificare le proprie partnership: ha firmato un accordo con Oracle per acquistare 300 miliardi di dollari in potenza di calcolo nei prossimi cinque anni e collabora con SoftBank e Broadcom per sviluppare nuovi data center e chip proprietari. In totale, la società si è impegnata a utilizzare oltre 23 gigawatt di nuova capacità computazionale, un investimento potenziale che supera il trilione di dollari.

Opportunità e rischi di una corsa senza precedenti
L’operazione offre a OpenAI l’opportunità di ridurre la dipendenza da Nvidia, diversificando le fonti di approvvigionamento hardware e assicurandosi accesso a volumi di GPU senza precedenti. Per AMD, invece, è un colpo d’immagine e di mercato, capace di spingere i ricavi e consolidare la sua posizione nel segmento AI, oggi il più dinamico dell’industria tecnologica.
Tuttavia, i rischi restano elevati. La costruzione e gestione di infrastrutture da migliaia di megawatt comporta costi operativi e finanziari imponenti. OpenAI, pur crescendo rapidamente, continua a registrare perdite significative dovute allo sviluppo dei modelli linguistici, al marketing e alle assunzioni. Inoltre, l’effettiva acquisizione della quota in AMD dipende da obiettivi finanziari ambiziosi: secondo Reuters, i warrant richiedono che il titolo AMD raggiunga anche quota 600 dollari per l’ultima tranche, un livello ben superiore ai 170 attuali.
L’impatto sul futuro dell’AI
Con questa mossa, OpenAI si posiziona al centro della costruzione di un’infrastruttura globale per l’intelligenza artificiale, sostenuta da partnership con i principali attori della tecnologia e della finanza. L’obiettivo è creare una rete di data center su scala planetaria, in grado di alimentare modelli linguistici sempre più complessi e performanti.
Mentre il mercato applaude e gli analisti intravedono una nuova fase dell’industrializzazione dell’AI, restano aperti interrogativi su sostenibilità energetica, costi e concentrazione del potere tecnologico. Ma una cosa è certa: con l’accordo con AMD, OpenAI compie un passo decisivo verso il controllo dell’infrastruttura su cui poggerà la prossima generazione di intelligenze artificiali.






