L’intelligenza artificiale, soprattutto nella sua versione di AI generativa, ha un potenziale rivoluzionario. È in grado di trasformare le attività produttive rendendole più efficienti, di migliorarle grazie alla capacità di analisi e catalogazione, di liberare l’uomo da mansioni lavorative noiose e ripetitive consentendogli di focalizzarsi su ruoli più alti e di visione strategica. A fronte di queste opportunità resistono diversi rischi perché l’AI per funzionare deve macinare dati e dunque leggerli e appropriarsene: un potenziale rischio per le libertà e i diritti dell’uomo in molti casi. Casi che l’AI Act appena approvato sta ora indagando. Una pietra miliare che però non basta: non tocca infatti i casi di uso che restano in una terra di nessuno dove gli abusi diventano sempre possibili.
riflessione
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Founder e CEO di Cyber Grant

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