ANALISI

Chatbot generativi e lavoro: l’impatto economico (per ora) è quasi nullo



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Secondo uno studio su 25mila lavoratori danesi, strumenti come ChatGPT, Claude e Gemini non stanno sostituendo i posti di lavoro né abbassando i salari. Ma allora a cosa servono davvero tutti gli investimenti in AI?

Pubblicato il 6 mag 2025



AI lavoro

Contrariamente alle previsioni più cupe – o più entusiaste – sull’avvento dell’intelligenza artificiale generativa, uno studio condotto dagli economisti danesi Anders Humlum e Emilie Vestergaard dimostra che chatbot come ChatGPT, Claude e Gemini non hanno finora avuto alcun impatto rilevante su salari e occupazione.

Lo studio, dal titolo “Large Language Models, SmallLabor Market
Effects” ha analizzato i dati di 25mila lavoratori in 7mila aziende danesi nel biennio 2023-2024
, esaminando 11 professioni ritenute ad alto rischio di automazione.

I risultati sono netti: “I chatbot AI non hanno avuto alcun impatto significativo sui guadagni o sulle ore registrate in nessuna occupazione”, si legge nel paper. In altre parole, nessuna riduzione degli stipendi né dei tempi di lavoro registrati.

Le professioni analizzate: tutte considerate “a rischio AI”

Le professioni analizzate nello studio comprendono: contabili, specialisti del customer service, consulenti finanziari, professionisti HR, tecnici di supporto IT, giornalisti, avvocati, marketer, impiegati d’ufficio, sviluppatori software e insegnanti. Tutti ruoli che in teoria potrebbero essere impattati dall’adozione massiva di chatbot generativi.

Eppure, anche in questi settori “esposti”, l’intelligenza artificiale non ha ancora provocato cambiamenti economici tangibili.

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Adozione rapida, risultati economici modesti

Lo stesso Humlum, professore associato alla Booth School of Business dell’Università di Chicago, dichiara: “L’adozione di questi chatbot è stata notevolmente veloce. La maggior parte dei lavoratori delle occupazioni esposte ha ora adottato questi chatbot. Anche i datori di lavoro stanno cambiando marcia e lo stanno incoraggiando attivamente. Ma poi, quando guardiamo ai risultati economici, non abbiamo davvero spostato l’ago della bilancia”.

Questa rapida adozione non si è quindi tradotta in benefici economici proporzionati. L’uso è diffuso, ma i risultati sono deludenti.

L’investimento delle aziende e i risparmi di tempo

L’investimento da parte delle aziende ha favorito l’adozione degli strumenti di AI, e ha portato a risparmi di tempo nel 64-90% dei casi, secondo la professione. Tuttavia, l’impatto sulla qualità del lavoro e sulla soddisfazione è stato eterogeneo.

In alcuni casi, l’adozione dei chatbot ha addirittura generato nuove attività lavorative. Come sottolineano i ricercatori, “I chatbot AI hanno creato nuove attività lavorative per l’8,4% dei lavoratori, compresi alcuni che non utilizzano gli strumenti stessi”.

Un paradosso: l’AI fa risparmiare tempo, ma lo reimpiega in nuovi compiti legati proprio alla sua gestione.

Un esempio concreto: il caso degli insegnanti

Humlum porta un esempio emblematico: “Un esempio molto lampante che è vicino a casa per me è che ci sono molti insegnanti che ora dicono di passare il tempo a cercare di rilevare se i loro studenti stanno usando ChatGPT per imbrogliare i compiti”.

Non solo: molti lavoratori segnalano di impiegare tempo per controllare la qualità dell’output dell’AI o per scrivere prompt efficaci. Attività nuove, ma che sottraggono valore al tempo guadagnato grazie all’automazione.

Un impatto che può essere letto in due modi

Secondo Humlum, queste nuove attività possono essere viste in due modi: come una perdita di produttività potenziale, oppure come un’opportunità di crescita professionale.

“Queste nuove mansioni creano una nuova domanda di lavoratori, che può aumentare i loro salari, se si tratta di attività ad alto valore aggiunto”.

Dunque, l’AI può anche generare domanda di competenze più sofisticate, potenzialmente meglio remunerate.

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Risparmi di tempo molto inferiori alle attese

Un altro dato interessante riguarda l’entità del tempo risparmiato. Lo studio riporta che gli utenti “Segnala un risparmio medio di tempo di appena il 2,8% delle ore lavorative“, cioè poco più di un’ora su una settimana lavorativa di 40 ore.

Questo è molto meno rispetto ad altri studi controllati, che stimavano guadagni di produttività intorno al 15%. La discrepanza, spiegano gli autori, è dovuta al fatto che quegli studi si focalizzano su attività ad alto potenziale di automazione e in condizioni sperimentali, mentre il loro si basa su dati reali, come quelli fiscali.

Perché i benefici economici sono così bassi?

“Quindi penso che ci siano due ragioni fondamentali per cui i guadagni economici reali sono inferiori rispetto a [gli studi citati]”, afferma Humlum. Primo: “la maggior parte delle attività non rientra nella categoria in cui ChatGPT può semplicemente automatizzare tutto”. Secondo: siamo in una fase di transizione, in cui “i datori di lavoro si stanno ancora svegliando alla nuova realtà”.

Molte attività lavorative non sono così facilmente automatizzabili, e le organizzazioni stanno ancora cercando di capire come usare al meglio questi strumenti.

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Note: Questa figura mostra la distribuzione delle nuove mansioni segnalate tra le principali categorie di mansioni per ciascuna occupazione. IA Ideazione si riferisce all’“utilizzo dell’IA per generare o espandere idee creative, come concetti, strategie o soluzioni”.
Si parla di “utilizzo di strumenti di IA per produrre bozze iniziali di testo o media”, di “revisione della qualità dell’IA” per “revisione e correzione dei contenuti generati dall’IA per verificare che non vi siano errori”.
revisione e correzione dei contenuti generati dall’IA per verificarne l’accuratezza, la chiarezza e la pertinenza“, AI Data Insights si riferisce all’”utilizzo dell’IA per analizzare dati o documenti ed estrarre modelli o intuizioni chiave”.
AI Integration si riferisce all’”integrazione dell’IA nei flussi di lavoro per automatizzare o migliorare le attività” e AI Ethics ‘si riferisce a ‘garantire che l’uso dell’IA segua standard etici, legali e organizzativi’.
Le mansioni sono ordinate in base alla loro quota media tra le undici occupazioni. Le professioni sono ordinate in base alle quote di integrazione dell’IA, le attività più frequenti tra le professioni.
Campione: Tutte le risposte completate dell’indagine 2024 che hanno segnalato nuove mansioni lavorative dovute ai chatbot AI.

Chi beneficia davvero dei guadagni di produttività?

Anche nei casi in cui ci sono risparmi di tempo o miglioramenti della qualità, solo una piccola parte del beneficio si trasferisce ai lavoratori sotto forma di aumenti di stipendio: tra il 3 e il 7%, secondo i ricercatori.

“C’è sicuramente da chiedersi a chi spettino realmente, sottolinea Humlum. Potrebbero andare alle aziende, o restare inutilizzati se il tempo risparmiato non consente di produrre di più o meglio.

“È come se si risparmiasse tempo a scrivere e-mail. Ma se non si può davvero assumere altro lavoro o fare qualcos’altro di veramente prezioso, allora questo metterà un freno a quanto dovremmo aspettarci che questi risparmi di tempo influenzino la capacità di guadagno, le ore totali, i salari”.

La formazione interna può migliorare l’efficacia, ma non i risultati economici

Secondo Humlum, l’impegno delle aziende nella formazione interna e nella promozione dell’uso dei chatbot può migliorare l’impatto in termini di produttività e ridurre il gender gap nell’uso degli strumenti (attualmente, le donne li usano meno degli uomini).

Tuttavia, anche in questi casi, “A questo punto, non ci sono molte promesse di guadagno”.

Conclusione: l’AI generativa non ha (ancora) rivoluzionato il lavoro

La conclusione dello studio è chiara: “In termini di risultati economici, quando guardiamo alle metriche concrete – nei dati amministrativi del mercato del lavoro sui guadagni, sui salari – questi strumenti non hanno davvero fatto la differenza finora”.

E ancora: “Qualsiasi storia si voglia raccontare sul fatto che questi strumenti siano molto trasformativi, deve fare i conti con il fatto che almeno due anni dopo [l’introduzione dei chatbot AI], non hanno fatto la differenza per i risultati economici”.

La narrazione dell’AI come forza trasformativa del lavoro dovrà quindi fare i conti con l’evidenza empirica: almeno per ora, ChatGPT & co. non stanno cambiando l’economia del lavoro.


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