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Claude e l’automazione di massa: le imprese la usano più per delegare che per collaborare



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Secondo l’Anthropic Economic Index, il 77% degli usi aziendali dell’AI Claude tramite API riguarda schemi di automazione, spesso con delega totale dei compiti. Mentre in regioni ricche si preferisce una collaborazione uomo-macchina, nei paesi a basso reddito l’automazione domina. Il cambiamento solleva rischi sul lavoro e pressioni sulle politiche pubbliche

Pubblicato il 16 set 2025



Anthropic Economic Index

Il 77% degli usi aziendali delle API Claude ricade nella categoria “automazione”, con molte situazioni in cui l’AI viene incaricata di svolgere compiti in modo autonomo, senza un’interazione collaborativa o iterativa sostanziale. Il dato emerge da un nuovo rapporto pubblicato da Anthropic, che getta luce sul modo in cui le imprese usano il suo sistema di intelligenza artificiale, Claude, in particolare tramite le interfacce di programmazione (API).


Automazione vs collaborazione: definizioni e tendenze

  • Automazione: includere schemi come la delega completa di un compito, dove l’AI esegue l’operazione con poca o nessuna interazione umana.
  • Collaborazione (o augmentation): l’utente interagisce con l’AI, ad esempio per migliorare, correggere oppure apprendere, lavorando insieme all’AI in un processo iterativo.

Nel rapporto Anthropic Economic Index, l’uso tramite API è molto sbilanciato verso l’automazione (77%), mentre per gli utenti di Claude via interfaccia web (non API) la distribuzione è più equilibrata tra automazione e collaborazione.


Paesi, reddito e usi differenziati

L’adozione di Claude e il modo in cui viene usato variano molto tra le nazioni:

  • Nei paesi con reddito pro capite elevato, l’uso è più diffuso, più variegato, e c’è una maggiore inclinazione verso modalità collaborative. Singapore, Canada, Israele sono esempi di alti livelli di utilizzo rispetto al numero di persone in età lavorativa.
  • Nei paesi emergenti o in via di sviluppo (per esempio India, Indonesia, Nigeria), l’uso di Claude è ben al di sotto di quanto ci si aspetterebbe considerando la popolazione lavorativa, e spesso l’uso è centrato sull’automazione.

Impatti sul lavoro e rischi

  • Le imprese usano Claude soprattutto per compiti amministrativi, codici, debugging e altre attività che si prestano bene all’automazione.
  • Ciò solleva il rischio che posti di lavoro entry-level, soprattutto in ambiti sia digitali che d’ufficio, possano essere spostati, trasformati o eliminati. Anthropic stesso indica questo rischio nel rapporto.
  • Un’altra questione riguarda le disuguaglianze: se i benefici dell’AI si concentrano nei paesi ricchi o in regioni già tecnologicamente avanzate, c’è il pericolo che il gap internazionale e interno si allarghi.

Anthropic Economic Index: alcune cifre chiave

  • 77% delle interazioni API aziendali sono in modalità automazione.
  • 12% solo sono interazioni collaborative (augmentation) tramite API.
  • La tecnologia è in crescita: compiti nuovi, capacità migliorate, maggiore fiducia nell’AI come delegato piuttosto che come strumento che richiede supervisione umana.

Possibili sviluppi futuri

  • Si indaga se l’aumento dell’automazione dipenda da migliori capacità dei modelli (maggiore precisione, affidabilità, più funzioni) oppure da maggiore familiarità da parte degli utenti, che si sentono più a loro agio a delegare. Anthropic segnala che non è chiaro quale delle due cause sia prevalente.
  • Serviranno investimenti in contesto organizzativo, dati, infrastrutture digitali, affinché l’AI possa essere usata efficacemente anche in domini complessi.

Oltre la fase di “AI come assistente”

Questi dati rappresentano una conferma e al contempo un campanello d’allarme. Il fatto che un uso così massiccio dell’AI, almeno tramite API aziendali, sia dominato da schemi automatizzati suggerisce che siamo oltre la fase iniziale di “AI come assistente”: molte imprese stanno già pensando l’AI come strumento che sostituisce parti del lavoro attuale.

Questo non è necessariamente negativo: c’è potenziale per aumenti di produttività, riduzione di costi e creazione di nuove opportunità. Tuttavia, il rovescio della medaglia è il rischio sociale ed economico: perdita di posti di lavoro, ampliamento delle disuguaglianze, e la necessità per le politiche pubbliche (istruzione, welfare, formazione) di fare i conti con questi cambiamenti.

Inoltre, diventa urgente definire standard normativi e diritti per i lavoratori nelle economie digitali: trasparenza sui processi di automazione, responsabilità sugli errori dell’AI, sicurezza dei dati, e possibili forme di compensazione o riqualificazione per chi rischia di restare indietro.

Lo studio di Anthropic arriva nello stesso momento in cui OpenAI pubblica i dati sull’utilizzo di ChatGPT, secondo cui il più diffuso è la “guida pratica” (28,3%), ossia consigli su studio, esercizi fisici e istruzioni passo-passo.


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