L’ecosistema digitale è caratterizzato milioni di interazioni e transazioni online al secondo, e il rischio di subire un attacco informatico è costante. La tradizionale sicurezza perimetrale risulta ormai inadeguata, e l’intelligenza artificiale si rivela fondamentale grazie alla sua capacità di analizzare ingenti volumi di dati in real-time e identificare pattern sospetti. Tale tecnologia sta rivoluzionando la prevenzione degli incidenti informatici.
Indice degli argomenti:
Prevenzione proattiva delle minacce: come l’AI individua i cyber attack prima che accadano
Utilizzando strumenti di ML e DL, l’intelligenza artificiale può monitorare il traffico di rete e confrontarlo con pattern di comportamento noti, andando ad individuare anomalie non previste. Questo approccio proattivo consente di rilevare attività potenzialmente dannose prima che si concretizzino in veri e propri attacchi.
Secondo un report del MIT Technology Review corrispondente all’anno 2024, le piattaforme di cybersecurity AI-based sono in grado di ridurre fino al 40% i falsi positivi rispetto ai sistemi tradizionali, migliorando non solo la precisione, ma anche l’efficienza.
Accelerazione delle strategie di incident response: la reazione automatizzata ai cyber attack
Nel momento in cui un cyber attacco riesce a superare le barriere difensive, la rapidità di risposta diventa fondamentale. Qui gli strumenti di intelligenza artificiale giocano un ruolo determinante andando a ridurre drasticamente il tempo necessario per individuare, analizzare e contenere una violazione, automatizzando molti dei processi chiave dell’incident response.
Solitamente, la gestione di un incidente informatico richiedeva una serie di operazioni complesse, come la raccolta delle evidenze e l’analisi dell’impatto, fino alla messa in sicurezza dei sistemi compromessi. L’AI oggi consente di orchestrare queste fasi in modo automatico o quantomeno semi-automatico.
Un caso emblematico è quello della piattaforma Darktrace, la quale impiega algoritmi di apprendimento non supervisionato per rispondere agli attacchi mentre sono in corso, adattando specifiche contromisure al tipo di minaccia rilevata. Questo approccio, definito “autonomous response”, ha permesso ad alcune grandi aziende di ridurre da ore a minuti il tempo di reazione agli attacchi, con un impatto diretto sulla mitigazione dei danni.
Riduzione del tempo medio di rilevamento (MTTD): il vantaggio temporale dell’AI nei cyber attack
Uno degli indicatori più importanti nel campo della cybersecurity è il MTTD, ovvero il tempo medio che intercorre tra l’inizio di un attacco e la sua identificazione. Più basso è il MTTD, maggiore è la possibilità di limitare l’impatto e gli effetti dell’attacco. In questo contesto l’intelligenza artificiale, grazie alla sua capacità di correlare informazioni da fonti disparate e apprendere nel tempo, consente di abbattere drasticamente questo tempo.
Nel rapporto “Cost of a Data Breach” pubblicato da IBM Security nel 2023, si evidenzia come le organizzazioni che utilizzano soluzioni di AI-Based per il rilevamento delle minacce riescano a individuare una violazione con una media di 24 giorni in meno rispetto a quelle che non le utilizzano. Questo margine può rappresentare la differenza tra una breccia contenuta e una catastrofe su vasta scala.
L’intelligenza artificiale presenta un grande vantaggio con la sua perenne operatività, lavorando 24 ore su 24, sette giorni su sette. È in grado di analizzare log di sistema, eventi di rete e segnalazioni di endpoint con una continuità e una capacità di approfondimento che superano le possibilità umane, conferendo un grande contributo alla lotta alla sicurezza informatica.
Supporto all’analisi forense e al decision making: l’AI come alleato dei team di sicurezza
Oltre alla risposta immediata, un cyber attacco richiede un’accurata analisi post-evento. L’operatività degli strumenti di intelligenza artificiale aiuta a comprendere come sia avvenuta l’intrusione, quale vulnerabilità sia stata sfruttata e quale sia stato il reale impatto sull’organizzazione, fondamentale per prevenire attacchi futuri.
I moderni strumenti intelligenti possono mappare la catena degli eventi che ha portato al compromesso di un sistema, ricostruendo in modo automatico la cronologia delle azioni svolte dall’attaccante. Questo tipo di ricostruzione forense consente ai team di sicurezza di operare con maggiore lucidità e rapidità, basando le proprie decisioni su dati concreti e verificabili.
Una capacità importante della AI è un’estrazione degli insight predittivi: incrociando dati storici, vulnerabilità note e trend emergenti, può suggerire raccomandazioni per rafforzare la postura di sicurezza complessiva. Questo approccio data-driven sta diventando sempre più centrale anche per il management aziendale, che può contare su informazioni strategiche per valutare rischi, allocare risorse e aggiornare le policy di sicurezza.

Integrazione con architetture Zero Trust e XDR: verso una sicurezza multilivello potenziata dall’AI
Il concetto di sicurezza informatica sta evolvendo rapidamente, e l’approccio Zero Trust – che parte dal presupposto che nessun accesso, nemmeno dall’interno, debba essere considerato sicuro – sta guadagnando sempre più consenso. All’interno di queste architetture, l’AI assume un ruolo di catalizzatore.
Integrata con sistemi di controllo degli accessi, l’intelligenza artificiale può analizzare il comportamento degli utenti in tempo reale, rilevando attività atipiche che potrebbero indicare una compromissione. Questo è particolarmente utile nei contesti aziendali con migliaia di dipendenti e dispositivi connessi, dove il monitoraggio umano risulterebbe impossibile.
L’AI si dimostra cruciale anche nelle piattaforme XDR (Extended Detection and Response), che aggregano dati provenienti da endpoint, email, cloud e rete per fornire una visione olistica delle minacce. L’intelligenza artificiale permette a queste piattaforme di correlare eventi apparentemente scollegati, individuando attacchi sofisticati che potrebbero passare inosservati ai controlli tradizionali.
Grazie all’AI, queste soluzioni non solo segnalano un attacco in corso, ma suggeriscono in tempo reale le contromisure più efficaci, potenziando la difesa multilivello e rendendo più resiliente l’intera infrastruttura IT contro i cyber attack.
Conclusione: verso una nuova era della sicurezza informatica
La crescente sofisticazione dei cyber attack impone alle organizzazioni un salto di qualità nella difesa delle proprie infrastrutture digitali. L’intelligenza artificiale, lungi dall’essere una soluzione miracolosa, rappresenta tuttavia uno strumento imprescindibile in questa evoluzione. Non sostituisce l’ingegno umano, ma lo potenzia, offrendo velocità, accuratezza e capacità di previsione.
Nel prossimo futuro, è probabile che vedremo una sempre maggiore integrazione tra AI e strumenti di sicurezza, con modelli di apprendimento continuo che si adattano dinamicamente alle nuove minacce. Sarà fondamentale, però, mantenere un controllo etico e trasparente su questi sistemi, per evitare derive automatizzate prive di supervisione. Come ogni tecnologia potente, anche l’AI richiede responsabilità.
Bibliografia
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