“Siamo in un momento critico per ChatGPT”. Secondo quanto riportato in un memo interno, Sam Altman ha avvertito i dipendenti di OpenAI che la situazione attuale rappresenta un “code red”, ovvero un’emergenza strategica. La priorità – ha spiegato – è migliorare ChatGPT, intervenendo su velocità, affidabilità e personalizzazione.
Al contempo, l’azienda ha deciso di rinviare lo sviluppo di altri prodotti previsti: dagli strumenti pubblicitari agli “shopping agent”, fino all’assistente personale “Pulse”.
Nelle parole del Ceo di OpenAI si comprende che l’obiettivo è concentrare tutte le forze sul motore principale, sospendendo temporaneamente iniziative secondarie.
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Un sorpasso che spaventa: la scalata di Google e Anthropic
La scossa deriva dal successo dei nuovi modelli di Big Tech: Gemini 3 di Google e Opus 4.5 di Anthropic. Entrambi – secondo test recenti – avrebbero superato le prestazioni di GPT-5, il modello di punta di OpenAI.
In particolare, Opus 4.5 ha mostrato miglioramenti significativi in compiti di coding e ragionamento complesso, grazie anche a un contesto conversazionale più fluido e stabile.
Anche Google – secondo quanto dichiarato da ingegneri interni – ha beneficiato delle proprie infrastrutture proprietarie, addestrando modelli con chip custom e rivedendo i metodi di training, aree in cui OpenAI avrebbe recentemente incontrato difficoltà.

La risposta di OpenAI: potenziare ChatGPT prima di tutto
Alla luce della competizione crescente, OpenAI ha scelto di “mettere in pausa” alcuni progetti a favore dell’ottimizzazione di ChatGPT. Tra gli obiettivi dichiarati:
- Migliorare la velocità di risposta e l’affidabilità del chatbot.
- Rendere l’interazione più personalizzata e capace di gestire una gamma più ampia di richieste.
- Espandere l’accesso globale all’AI, rendendola più intuitiva e “umano-centrica”.
Secondo un dirigente di OpenAI, ripreso da Forbes, l’obiettivo ora è “mantenere ChatGPT sempre più capace, crescere e ampliare l’accesso nel mondo – rendendolo anche più intuitivo e personale”.
Una leadership messa in discussione
Nonostante ChatGPT vanti ancora una base d’utenza enorme – oltre 800 milioni di utenti settimanali secondo alcune analisi – i dati indicano che molte persone passano sempre più tempo a interagire con Gemini rispetto a ChatGPT.
Questo trend segnala che la dominanza assoluta di OpenAI nel mercato dei chatbot è ora sotto pressione, mentre la corsa all’AI generativa si fa sempre più agguerrita.
La scelta di dichiarare un “code red” è quindi un tentativo di difesa strategica: migliorare radicalmente ChatGPT per non perdere terreno rispetto ai concorrenti, e riconquistare, se possibile, quel vantaggio che per anni lo ha reso sinonimo di AI conversazionale.
Quali rischi e che cosa cambia
La decisione di sospendere temporaneamente altri progetti – come strumenti pubblicitari, assistenti per salute o shopping, e nuovi agenti automatizzati – sottolinea quanto OpenAI consideri critica la sfida in corso. Se il miglioramento di ChatGPT non corrisponderà alle aspettative, l’azienda rischia di perdere l’attrattiva non solo verso utenti, ma anche verso potenziali clienti enterprise e partner commerciali.
Inoltre, l’intensificarsi della competizione tra Big Tech può spingere verso una dinamica di corsa agli armamenti tecnologici, con investimenti in infrastrutture, chip proprietari e ottimizzazione dei modelli sempre più aggressivi: un contesto che premia chi ha mezzi e resilienza.
Una sfida aperta: l’evoluzione dell’intelligenza artificiale
Quanto sta accadendo con OpenAI, Google e Anthropic illustra una transizione definitiva nel mondo dell’AI generativa: non più un dominio incontrastato, ma una competizione dinamica e globale, dove ogni rilascio, ogni modello, può cambiare gli equilibri.
Per OpenAI, dichiarare “code red” significa ammettere che la leadership non è scontata. Significa investire tutto su ChatGPT per renderlo di nuovo competitivo. La posta in gioco non è solo tecnica, ma economica e di mercato: capire se il chatbot, un tempo pioniere, resterà leader oppure sarà sorpassato.






