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AI, le imprese lombarde chiedono maggiore regolamentazione



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Secondo un’indagine di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza, il 91% delle imprese lombarde ritiene che l’intelligenza artificiale debba essere regolamentata e il 90% chiede una supervisione umana costante. Nonostante i rischi percepiti, l’82% riconosce i vantaggi in termini di efficienza e produttività, mentre cresce l’uso quotidiano e professionale

Pubblicato il 3 nov 2025



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L’intelligenza artificiale continua a espandersi nel tessuto produttivo lombardo. L’ultimo aggiornamento dell’indagine del Centro Studi di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza rivela che il 91% delle imprese chiede una regolamentazione più stringente e il 90% considera imprescindibile la supervisione umana nei processi decisionali guidati dall’AI.

Parallelamente, l’82% degli imprenditori vede nell’intelligenza artificiale un potente alleato per migliorare efficienza e produttività, pur riconoscendo che la mancanza di competenze specialistiche (87%) resta uno dei principali ostacoli alla sua adozione.


“Un’opportunità senza precedenti, ma con rischi elevati”

“L’intelligenza artificiale generativa rappresenta un’opportunità senza precedenti, ma con rischi molto elevati. Proprio per questo la stragrande maggioranza delle imprese del terziario del nostro territorio chiede più controllo e una maggiore regolamentazione a livello nazionale ed europeo”, commenta Marco Barbieri, segretario generale di Confcommercio nazionale e di Confcommercio Milano, Lodi, Monza e Brianza.


Conoscenza e fiducia in crescita

Dalla ricerca emerge che il 55% delle imprese si sente abbastanza o molto informato sull’AI, e una quota analoga si dichiara ottimista riguardo alla sua espansione. Per il 59% degli intervistati, l’AI affianca e supporta il lavoro umano, mentre solo l’8% la considera sostitutiva. Il restante 33% vede in essa un equilibrio tra le due funzioni.


ChatGPT e gli altri: gli assistenti virtuali entrano nel quotidiano

Gli strumenti di intelligenza artificiale generativa come ChatGPT, Gemini, Claude e Copilot sono ormai parte integrante della quotidianità di molti imprenditori. Secondo Confcommercio, il 26% li utilizza regolarmente per informarsi, rendendoli il quarto canale più usato dopo quotidiani online e TV (entrambi al 42%) e i social network (36%).


Cresce l’uso dell’AI nelle imprese

Rispetto al 2023, il numero di aziende che impiega soluzioni di intelligenza artificiale è aumentato del 26%. Oggi, oltre la metà (54%) la utilizza nelle attività lavorative quotidiane, mentre il 37% la applica in marketing e pubblicità. Seguono sviluppo e innovazione (17%), analisi dati e business intelligence (15%), gestione clienti (11%) e vendite (7%).


L’AI anche nella vita privata

Non solo business. Più della metà degli intervistati (54%) dichiara di usare strumenti di IA anche nella vita quotidiana, soprattutto per svago e cultura (52%) e lavoro (50%). Tra le applicazioni più diffuse spicca ChatGPT (62%), seguita da Gemini (21%) e Meta AI (18%).


Tra fiducia e cautela

Il quadro che emerge è quello di un mondo imprenditoriale consapevole e realistico: l’AI è percepita come una risorsa strategica, ma da governare con attenzione. La richiesta di regole più chiare e di un equilibrio tra innovazione e tutela umana è ormai una priorità condivisa: un segnale che l’era dell’intelligenza artificiale non è solo iniziata, ma chiede già una nuova governance etica e operativa.

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