Il Regno Unito ha firmato un memorandum of understanding con OpenAI, dando il via a una partnership strategica con l’obiettivo di rafforzare il settore nazionale dell’intelligenza artificiale. L’iniziativa si inserisce nel più ampio piano del governo Starmer per attrarre investimenti e migliorare l’efficienza dei servizi pubblici grazie alla tecnologia AI.
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Investimenti promessi, ma senza cifre certe
OpenAI si è impegnata a “esplorare” investimenti in infrastrutture come data center e ad assumere più personale nel Regno Unito, senza però specificare l’ammontare previsto. Parallelamente, il governo britannico si è detto pronto ad adottare le tecnologie AI nei settori pubblici, dalla giustizia alla difesa, fino all’istruzione.
Il Regno Unito rincorre USA e Cina
Nonostante la presenza di eccellenze come DeepMind, il Regno Unito rimane indietro rispetto alle superpotenze dell’AI. Nel 2024, gli investimenti privati nel settore sono stati di 4,5 miliardi di dollari, contro i 109,1 miliardi degli Stati Uniti e i 9,3 miliardi della Cina, secondo l’AI Index Report 2025 della Stanford University.
Il piano d’azione sull’AI e le “zone di crescita”
A gennaio, il segretario digitale Peter Kyle ha lanciato un AI Opportunities Action Plan, che include la creazione di “zone di crescita dell’AI” e uno stanziamento di 2 miliardi di sterline. L’accordo con OpenAI si inserisce in questo quadro, insieme a collaborazioni precedenti con Anthropic e la canadese Cohere.
Applicazioni pratiche e uso nei servizi pubblici
Le tecnologie AI di Anthropic sono già impiegate in un’app governativa per facilitare l’accesso ai servizi pubblici, mentre Cohere si è detta pronta a supportare anche la difesa. OpenAI, oltre a rafforzare la propria presenza a Londra, collaborerà con l’AI Safety Institute del Regno Unito condividendo informazioni su rischi e capacità dei suoi modelli.
ChatGPT al servizio dei funzionari pubblici
L’assistente governativo “Humphrey” già utilizza ChatGPT e il modello GPT-4o per aiutare i funzionari con compiti amministrativi. La tecnologia è usata anche per l’analisi delle risposte pubbliche alle consultazioni governative.
Dubbi e critiche: Regno Unito AI maker o AI taker?
Imogen Parker, direttrice associata dell’Ada Lovelace Institute, ha messo in guardia sui rischi di dipendenza strutturale da aziende estere. “Queste partnership sembrano buone ora, ma potrebbero limitarci nel futuro,” ha detto, sollevando dubbi sulla reale autonomia del Regno Unito nel settore AI.





