tecnologia

World model: scopriamo la nuova scommessa dell’AI per superare i limiti degli LLM



Indirizzo copiato

Google DeepMind, Meta e Nvidia stanno accelerando sullo sviluppo dei world model, sistemi capaci di comprendere ambienti fisici e simulati. L’obiettivo è aprire la strada a una nuova generazione di applicazioni in robotica, sanità e manifattura

Pubblicato il 30 set 2025



world model AI

Il settore dell’intelligenza artificiale si trova in un momento di transizione. I large language model (LLM), alla base di strumenti come ChatGPT, hanno mostrato enormi potenzialità ma anche limiti evidenti: non sono progettati per comprendere il mondo fisico o pianificare azioni complesse. Da qui nasce l’interesse crescente verso i world model, una nuova classe di sistemi che mira a simulare e prevedere la realtà materiale.

Questi modelli non si basano solo sul linguaggio, ma vengono addestrati su flussi multimodali che includono video, dati sensoriali e interazioni robotiche. L’ambizione è di creare una rappresentazione interna del mondo che consenta all’AI di agire in contesti reali, un passo decisivo per avvicinarsi a forme di intelligenza più generali e operative.

Perché i world model sono strategici

Il valore dei world model risiede nella loro capacità di ragionare oltre la dimensione testuale. Mentre gli LLM eccellono nella generazione di linguaggio, non possiedono una comprensione delle leggi fisiche o dei vincoli ambientali. I world model colmano questa lacuna, costruendo rappresentazioni predittive che permettono di simulare dinamiche di movimento, causalità ed effetti collaterali.

Dal punto di vista applicativo, il potenziale è enorme. Dalla robotica industriale ai veicoli autonomi, passando per la sanità e la logistica, i world model promettono di trasformare il modo in cui l’AI supporta le attività umane.

L’orizzonte non è solo accademico: diversi player del settore hanno già avviato progetti concreti per sfruttare questa tecnologia.

I progetti delle big tech

Google DeepMind e Genie 3

Google DeepMind ha presentato Genie 3, un modello che segna un’evoluzione rispetto agli approcci precedenti. Invece di generare un intero video in blocco, Genie 3 produce contenuti frame per frame, incorporando interazioni passate per mantenere coerenza temporale e logica. Questo rende possibile creare ambienti virtuali interattivi, nei quali l’AI può sperimentare e apprendere in condizioni controllate.

world model AI

L’importanza di Genie 3 non è solo tecnica, ma anche strategica. Consentendo di simulare ambienti realistici senza rischi, il modello diventa un banco di prova per applicazioni avanzate come la robotica collaborativa o l’addestramento di veicoli autonomi. È un esempio concreto di come i world models possano superare il limite degli LLM, confinati al solo dominio linguistico.

Meta e il progetto V-JEPA

Meta sta sviluppando V-JEPA 2, un modello che si ispira all’apprendimento infantile. Invece di utilizzare dati etichettati, viene addestrato su grandi quantità di video grezzi, con l’obiettivo di imparare a prevedere e pianificare azioni in contesti non visti prima. Questo approccio rientra nella visione di Yann LeCun, che considera i world model fondamentali per dotare l’AI di capacità di ragionamento e pianificazione.

Parallelamente, Meta ha rafforzato la propria struttura interna con i “Meta Superintelligence Labs”, che uniscono talenti provenienti anche da altre realtà leader del settore. Questa riorganizzazione dimostra come l’azienda punti a diversificare la ricerca, senza abbandonare i modelli linguistici Llama ma investendo su architetture che vadano oltre le loro possibilità.

Nvidia e la physical AI

Nvidia, grazie all’esperienza maturata con la piattaforma Omniverse, è tra i player meglio posizionati nello sviluppo di simulazioni realistiche. L’azienda utilizza queste capacità per supportare i world models e per spingere il concetto di physical AI, cioè un’intelligenza artificiale che non si limita a elaborare dati ma interagisce con il mondo fisico.

Video: Why You Should Use OpenUSD

Secondo Rev Lebaredian, vicepresidente di Omniverse, il mercato potenziale dei world models potrebbe raggiungere i 100 trilioni di dollari, una cifra che riflette l’entusiasmo ma anche l’enorme posta in gioco.

Il CEO Jensen Huang ha ribadito che questa tecnologia sarà il motore della prossima fase di crescita di Nvidia, soprattutto in robotica e automazione industriale.

Startup e nuovi attori

World Labs di Fei-Fei Li

Accanto alle big tech, si stanno muovendo startup di alto profilo. Tra queste spicca World Labs, fondata da Fei-Fei Li, che sta sviluppando sistemi capaci di generare ambienti 3D complessi a partire da una singola immagine. L’obiettivo è portare i world models in settori ad alta domanda di realismo, come i videogiochi e i mondi virtuali.

La prospettiva di World Labs è significativa perché dimostra come i world models possano diventare rapidamente prodotti commerciali. Non si tratta solo di ricerca sperimentale, ma di strumenti che possono cambiare il modo in cui si progettano esperienze immersive, con impatti immediati sull’industria dell’intrattenimento.

Runway e le scene interattive

Un altro caso interessante è Runway, che ha integrato world models nei propri strumenti per la generazione di video. A differenza dei modelli tradizionali, che spesso non rispettano la fisica, i nuovi sistemi di Runway producono scene più coerenti e interattive, con la possibilità di personalizzare storie e personaggi in tempo reale.

Per Hollywood e l’industria del gaming, questo rappresenta un salto qualitativo. Non si tratta più solo di creare effetti visivi spettacolari, ma di costruire ambienti virtuali che rispondono alle azioni degli utenti, ampliando le possibilità creative e commerciali.

Niantic e i dati dal mondo reale

Niantic, conosciuta per Pokémon Go, ha sfruttato il gioco per raccogliere dati di mappatura su oltre 10 milioni di luoghi. Anche dopo la cessione del titolo a Scopely, milioni di utenti continuano a contribuire con scansioni anonime di punti di interesse, alimentando così dataset preziosi per la costruzione di world models.

Questa mole di dati reali costituisce una risorsa strategica. L’esperienza di Niantic mostra come il contributo degli utenti possa diventare parte integrante nello sviluppo di tecnologie avanzate, rafforzando il legame tra ambienti virtuali e mondo fisico.

Opportunità e criticità

Applicazioni concrete

Le applicazioni dei world model sono molteplici. In robotica, permettono di addestrare macchine in ambienti simulati riducendo rischi e costi. Nella guida autonoma, migliorano la capacità dei veicoli di prevedere scenari complessi. In sanità, possono supportare la pianificazione di interventi chirurgici complessi attraverso simulazioni dettagliate.

A medio termine, i benefici potrebbero estendersi anche alla manifattura avanzata, con sistemi capaci di ottimizzare processi e ridurre sprechi. Anche il settore dell’intrattenimento si candida a essere un laboratorio privilegiato, dove le tecnologie possono raggiungere il mercato più rapidamente e generare ritorni economici concreti.

Sfide tecniche e limiti attuali

Nonostante l’entusiasmo, le sfide sono notevoli. I world model richiedono enormi quantità di dati multimodali e potenza di calcolo difficilmente accessibile a realtà minori. Inoltre, il rischio di overfitting agli ambienti simulati resta elevato: un modello potrebbe comportarsi bene in laboratorio, ma fallire in scenari reali imprevedibili.

Sul piano della sicurezza, il problema dell’allineamento è centrale. Un world model che interpreta male una situazione potrebbe generare decisioni pericolose, soprattutto in contesti critici come la robotica medica. È quindi necessario sviluppare metodologie di validazione robuste e meccanismi di controllo prima di un’adozione su larga scala.

Verso la superintelligenza?

Secondo alcuni esperti, i world model rappresentano un passo decisivo verso sistemi con capacità di ragionamento simili a quelle umane. Yann LeCun ha più volte sostenuto che senza questa comprensione del mondo, l’AI non potrà mai pianificare né prendere decisioni complesse.

Tuttavia, la strada non sarà breve. Le previsioni più ottimistiche parlano di almeno un decennio prima di vedere risultati concreti. Nel frattempo, la corsa agli investimenti continua, con big tech e startup impegnate a consolidare il proprio vantaggio competitivo in quello che potrebbe essere il prossimo paradigma dell’intelligenza artificiale.

Articoli correlati