Gli Stati Uniti si preparano ad abrogare una norma introdotta durante l’amministrazione Biden che mirava a limitare l’esportazione di chip per l’intelligenza artificiale. La misura aveva suscitato forti preoccupazioni tra le grandi aziende del settore dei semiconduttori, come Nvidia e AMD, temendo un impatto negativo sulle vendite internazionali.
Un funzionario statunitense ha dichiarato che la regolamentazione, che avrebbe dovuto entrare in vigore il 15 maggio, era “piena di burocrazia” e quindi “inapplicabile”. Al suo posto, l’amministrazione Trump intende rivedere completamente la norma.
Indice degli argomenti:
Chip AI: dagli Usa un segnale di distensione sul fronte tecnologico
Questa mossa da parte di Washington riflette un approccio più permissivo da parte della nuova amministrazione verso la regolamentazione dell’intelligenza artificiale e delle tecnologie avanzate. Il cambiamento arriva anche nel contesto di una crescente competizione con la Cina, il cui settore tecnologico è in rapida espansione.
Le modifiche previste al regolamento, noto come Framework for Artificial Intelligence Diffusion, rappresentano un’importante boccata d’ossigeno per aziende come Nvidia. In assenza di cambiamenti, il colosso dei chip si sarebbe trovato a dover rispettare limiti severi sull’esportazione di hardware AI verso paesi come India, Svizzera e Singapore.
Nvidia: da simbolo dell’innovazione a emblema delle restrizioni
Nvidia ha conosciuto un’impennata nella domanda dei suoi processori grafici (GPU), diventando in pochi anni una delle aziende più preziose al mondo. Tuttavia, le restrizioni imposte da Biden stavano minacciando questa crescita.
Invece di far entrare in vigore le restrizioni il 15 maggio, un rappresentante dell’amministrazione ha affermato che il nuovo governo elaborerà un regolamento che “assicurerà che la tecnologia americana prosperi, senza consentire agli avversari di accedervi”. Tuttavia, ha aggiunto che “la nuova norma non sarà imminente” e richiederà tempo per essere implementata.
Le origini del bando: un’eredità Biden anti-Cina
Introdotti negli ultimi giorni della presidenza Biden, i controlli alle esportazioni creavano un sistema di licenze a tre livelli per i chip AI utilizzati nei data center, come le potenti GPU di Nvidia.
L’obiettivo era impedire alle aziende cinesi di aggirare i divieti USA acquistando i chip attraverso paesi terzi, in un contesto di rivalità geopolitica sull’infrastruttura tecnologica che alimenta l’intelligenza artificiale.
Un sistema a più livelli: chi era colpito
La legge pianificata imponeva un tetto al volume di chip esportabili, fatta eccezione per pochi paesi selezionati come i membri del G7 e Taiwan. Oltre 100 paesi ricadevano in un “livello intermedio”, sottoposti a restrizioni più severe.
L’Unione Europea, Nvidia e l’industria dei chip e della tecnologia in generale avevano criticato duramente le regole durante il periodo di consultazione. Secondo i critici, le norme avrebbero finito per avvantaggiare i competitor cinesi come Huawei, che stanno sviluppando e vendendo propri chip AI. Questo avrebbe rappresentato un’occasione mancata per garantire che gran parte del mondo continuasse a dipendere dalla tecnologia americana.
Il plauso dell’industria: Nvidia accoglie con favore il cambio
“Accogliamo con favore la leadership e la nuova direzione dell’amministrazione sulla politica dell’IA,” ha dichiarato un portavoce di Nvidia. “Con la revoca della AI Diffusion Rule, l’America avrà un’opportunità irripetibile per guidare la prossima rivoluzione industriale, creare posti di lavoro ben retribuiti, costruire infrastrutture fornite dagli USA e ridurre il deficit commerciale.”
La notizia ha avuto effetto immediato sui mercati: le azioni Nvidia hanno chiuso con un +3% mercoledì 7 maggio, mentre AMD ha guadagnato l’1,8%.
Restrizioni in Cina e ricadute finanziarie
Va comunque ricordato che i chip più potenti di Nvidia sono già vietati all’esportazione verso la Cina, a seguito di restrizioni basate sulle prestazioni introdotte durante l’amministrazione Biden.
Lo scorso mese, la nuova amministrazione ha introdotto nuovi requisiti di licenza anche per i chip meno potenti progettati appositamente per il mercato cinese da Nvidia e AMD, per garantire il rispetto dei controlli all’export. Nvidia ha dichiarato che il divieto relativo ai suoi chip H20 ha comportato un impatto negativo di 5,5 miliardi di dollari sui ricavi.

Uno sguardo al futuro: dazi e risultati attesi
È in corso anche una più ampia revisione della sicurezza nazionale in merito a potenziali nuovi dazi sui semiconduttori, dopo l’esenzione temporanea dalle tariffe “reciproche” più severe imposte ai partner commerciali degli USA.
Nel frattempo, Nvidia è attesa al varco: l’azienda annuncerà i risultati del primo trimestre il 28 maggio, e il mercato osserva con attenzione ogni evoluzione nella politica statunitense sul fronte tecnologico.