L’elezione di Papa Leone XIV, al secolo Robert Francis Prevost, segna un momento di svolta per la Chiesa cattolica nel suo rapporto con la tecnologia e, in particolare, con l’intelligenza artificiale. Il nuovo pontefice, primo statunitense a salire al soglio di Pietro, porta con sé una solida formazione scientifica – è laureato in matematica – e una lunga esperienza pastorale maturata tra Stati Uniti, Perù e Vaticano. Questi elementi lo rendono particolarmente sensibile alle sfide e alle opportunità poste dalla rivoluzione digitale, che oggi investe anche il mondo del lavoro e la dimensione sociale dell’esistenza umana.
Scenari
Papa Leone XIV e l’intelligenza artificiale: “Promuovere un modello di sviluppo tecnologico al servizio dell’uomo e del bene comune”
La visione di papa Prevost si inserisce in una prospettiva di “nuovo umanesimo digitale”, dove la cooperazione globale, la solidarietà e la sostenibilità ambientale diventano pilastri per un utilizzo etico e responsabile dell’intelligenza artificiale: “attenzione alle conseguenze nocive di un progresso incontrollato”

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