OpenAI ha annunciato la realizzazione di cinque nuovi data center negli Stati Uniti, portando il progetto infrastrutturale Stargate a un valore complessivo stimato di 400 miliardi di dollari. L’iniziativa, presentata inizialmente con un unico sito ad Abilene, in Texas, si estenderà ora a sei località distribuite in diverse aree del Paese.
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Obiettivo: leadership americana nell’AI
Stargate è stato descritto dai suoi sostenitori come il pilastro delle ambizioni statunitensi per mantenere la leadership globale nell’intelligenza artificiale e contrastare la crescente competizione cinese. Tuttavia, la sfida principale resta il reperimento dei capitali necessari a finanziare i nuovi impianti.
Le parole di Sam Altman
Durante una conferenza stampa ad Abilene, il CEO Sam Altman ha dichiarato:
“Le persone investiranno troppo e perderanno denaro, le persone investiranno troppo poco e perderanno ricavi… ma sulla lunga traiettoria che dobbiamo pianificare, siamo fiduciosi che questa tecnologia guiderà una nuova ondata di crescita economica senza precedenti”.
Ricavi da moltiplicare
Per sostenere una spesa di tale portata, OpenAI dovrà aumentare significativamente i ricavi, oggi stimati in circa 13 miliardi di dollari l’anno, oltre a ricorrere a nuove emissioni di capitale e all’indebitamento. La società intende utilizzare in prima persona tutta la capacità dei nuovi centri, necessaria per addestrare e far funzionare i propri modelli. .
Partner strategici: Oracle e SoftBank
Tre data center saranno sviluppati con Oracle – in New Mexico, Texas e Midwest – all’interno di un accordo che prevede l’acquisto di 300 miliardi di dollari di capacità di calcolo in cinque anni. Altri due progetti nasceranno in Ohio e Texas con il sostegno di SoftBank, che finanzierà gran parte di Stargate.
“Il Texas è il punto zero per l’AI”
Il senatore repubblicano Ted Cruz ha commentato: “Il Texas è il punto zero per l’intelligenza artificiale”, grazie ai bassi costi energetici e a una regolamentazione leggera, che secondo lui offrono un modello per competere con la Cina.
Origini e sviluppi del progetto
Annunciato alla Casa Bianca a gennaio insieme al presidente Donald Trump, Stargate era inizialmente concepito come una joint venture da 500 miliardi controllata da OpenAI, SoftBank, Oracle e dal fondo sovrano di Abu Dhabi MGX. Oggi la definizione si è ampliata, includendo anche progetti internazionali, come quelli negli Emirati Arabi Uniti e nel Regno Unito.
Costi: chip e infrastrutture
Gli stessi dirigenti di OpenAI stimano che ogni gigawatt di capacità costi circa 50 miliardi di dollari, due terzi dei quali destinati a chip e apparecchiature di rete. Il resto riguarda l’acquisto dei terreni e la costruzione dei data center.
A questo progetto si lega l’accordo da 100 miliardi di dollari con Nvidia, che investirà a tranche da 10 miliardi in cambio di quote societarie, consentendo a OpenAI di accedere a debito a condizioni più favorevoli e di acquistare milioni di chip Nvidia.
Altman ha spiegato: “Man mano che i nostri ricavi crescono, possiamo pagare a consumo. I chip e i sistemi rappresentano una percentuale enorme dei costi ed è difficile sostenerli tutti in anticipo”. E ha aggiunto: “Ciò che davvero stimola il progresso è anche la capacità di innovare nei modelli e negli strumenti finanziari”.
Il piano Stargate conferma la corsa di OpenAI verso un modello industriale dell’intelligenza artificiale: un’infrastruttura paragonabile a quella energetica e nucleare, ma interamente dedicata al calcolo. L’ambizione è enorme, ma il nodo resta la sostenibilità finanziaria: per trasformare la visione in realtà serviranno non solo chip e capitali, ma anche un mercato disposto ad assorbire questa capacità.







