La grande onda dirompente dell’intelligenza artificiale sta travolgendo – e stravolgendo – anche il mondo del lavoro, delle competenze aziendali, della formazione. La carenza di competenze è critica innanzitutto in aree come l’AI generativa, i LLM, la creazione di prompt, l’etica e la sicurezza. Allo stesso tempo, diventano sempre più importanti competenze “umane” come la comunicazione, la collaborazione, la leadership, per un uso più efficace e responsabile di queste tecnologie.
A fare il punto della situazione e delle prospettive, a livello internazionale, è l’AI Enabled ICT Workforce Consortium, una partnership del settore privato, guidata da Cisco, che coinvolge aziende come Accenture, Cornerstone, Eightfold, Google, IBM, Indeed, Intel, Microsoft e SAP.
Del resto, dato che l’artificial intelligence sta “invadendo e occupando” aree e attività fino a ieri di pertinenza esclusiva dell’uomo, per i lavoratori di ogni settore e mansione occorre spostarsi a presidiare e valorizzare meglio ciò che l’AI non può fare o non fa bene. E le aziende devono guidare e favorire questo cambiamento e queste trasformazioni.
Indice degli argomenti:
Le competenze AI per restare competitivi
I tech hub italiani emergenti sono Milano – che conquista un posto nel Gotha mondiale dei centri ad alta tecnologia – e Roma, con una crescita di professioni legate all’AI del +54% in un anno. Seguiti da altri poli tecnologici come Torino (innanzitutto per Industrial tech e Automotive), Bologna (Università) e Napoli.

Il consorzio di realtà hi-tech ha realizzato il suo secondo studio ‘ICT in motion: the next wave of AI integration’, che si basa su una grande quantità di dati provenienti dagli annunci di lavoro raccolti da Cornerstone e Indeed tra luglio 2024 e giugno 2025 nei Paesi del G7, ovvero Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti.
L’edizione 2025 del report (che fa seguito al primo studio pubblicato lo scorso anno), prende in considerazione 50 ruoli ICT specialistici e di supporto al settore; svela le professioni emergenti nel settore AI, presenta dati sulla creazione di lavoro nell’area G7 ed evidenzia le competenze necessarie per restare competitivi.

Ruoli e specialisti più richiesti
Ecco le prime evidenze: i ruoli legati all’AI fanno la parte del leone nella crescita del mercato del lavoro ICT.
La richiesta di queste competenze è pervasiva: per il 78% dei profili professionali del settore oggi servono capacità tecniche di intelligenza artificiale, e il trend è comune in tutti i Paesi del G7.
I ruoli legati all’artificial intelligence dominano lo scenario: 7 su 10 dei profili ICT più richiesti sono legati all’AI. Tra questi, ci sono progettisti informatici specializzati in AI e machine learning, figure esperte su rischi e governance dell’AI, sviluppatori di algoritmi per l’elaborazione del linguaggio naturale.
Anche le funzioni su etica e governance dell’AI si confermano di vitale importanza: la domanda di skill in un anno cresce rispettivamente del 150% e del 125%, evidenziando la necessità di conoscenze che integrino tecnologia, normative ed etica.
Il deficit di competenze tecniche “è critico e cresce l’importanza delle competenze umane”, rimarca l’analisi del consorzio aziendale guidato da Cisco: “la carenza ha raggiunto il livello di guardia in ambiti come l’AI generativa e i modelli LLM”.
Allo stesso tempo, “lo scenario AI sta rapidamente cambiando, da un mondo di chatbot stiamo entrando nell’era degli agenti e questo stimola ulteriormente la domanda di competenze specializzate.
La richiesta di competenze per la sicurezza AI sale del 298% in un anno, la ricerca di professionalità esperte in adattamento dei foundational model sale del 267%, la domanda di competenze sulla responsible AI aumenta del 256% e quella di conoscenze sui sistemi multi-agente del 245%”.
Insomma, una fame di specialisti nel mondo del lavoro e delle imprese che triplica soltanto nell’ultimo anno.
Gli hub tecnologici che attirano talenti
L’aumento dei posti di lavoro nel settore AI si concentra negli hub tecnologici di rilievo globale, dove si trovano le aziende hi-tech e le strutture dei data center in grado di elaborare e far funzionare tutto ciò che serve in termini di Big data, potenza di calcolo e computazionale.
La Silicon Valley californiana resta al primo posto, con un aumento del 156% dei posti di lavoro nel settore AI negli ultimi 12 mesi, seguono Londra e Toronto – che stanno facendo crescere la loro forza come poli di sviluppo dell’AI a livello mondiale –, mentre Manchester, Lione e Vancouver emergono come nuovi poli di sviluppo, con un +70% di crescita dei posti di lavoro legati all’AI.
Nel ristretto gruppo dei principali hub tecnologici a livello mondiale c’è anche Milano – anche attorno al capoluogo lombardo si sta sviluppando un notevole ecosistema di Data center a supporto dell’innovazione –, che cresce con numeri un po’ inferiori rispetto alle locomotive straniere ma si conquista un posto in questo Gotha della tecnologia globale.

“Le competenze AI oggi sono essenziali ma la tecnologia da sola non basta. Il futuro dipende dalla capacità di accompagnare le competenze tecniche con la forza delle competenze più umane, come la collaborazione e la leadership”, rimarca Francine Katsoudas, chief people, policy and purpose officer di Cisco: “la nostra missione è creare una forza lavoro pronta per questa nuova era di crescita e dare a ogni persona, ovunque nel mondo, la possibilità di imparare, di contribuire allo sviluppo e di trarne vantaggio”.

Accedere alle tecnologie più evolute
A livello internazionale e di Paesi del G7, le professioni ICT più richieste sono:
- sviluppatore software,
- Full stack developer,
- Data analyst,
- ingegnere Cloud,
- IT manager.
E quelle in più rapida crescita:
- specialista AI risk and governance,
- ingegnere NPL,
- consulente AI business,
- ingegnere cloud
- ingegnere automazione.

“I dati parlano chiaro: le competenze AI sono essenziali per i lavori di oggi e del futuro”, rileva Lisa Gevelber, fondatrice di Grow with Google: “Google si impegna ad aiutare le persone ad accedere alle tecnologie più avanzate e alla formazione necessaria per avere opportunità di successo nell’era dell’AI”.
Nuovi strumenti per lavoratori e aziende
Collettivamente, i membri dell’AI Enabled ICT Workforce Consortium si sono presi l’impegno di aiutare a riqualificare e aggiornare 95 milioni di persone entro il prossimo decennio. Per sostenere questo obiettivo il consorzio ha creato nuove risorse, consultabili dialogando con un chatbot AI interattivo, per dare a lavoratori e imprese strumenti di crescita e sviluppo professionale.
Ecco quali sono questi strumenti più nel dettaglio:
- AI Workforce playbook: una guida che aiuta ad allineare i programmi di sviluppo del personale, gli obiettivi aziendali e le esigenze dell’era AI con casi d’uso, dati e approfondimenti,
- Nuovi suggerimenti per la formazione: lo strumento presenta un database selezionato di oltre 200 corsi, corredato da indicazioni specifiche per individuare le competenze tecniche e AI emergenti legate ai diversi profili professionali, aiutando ad adattarsi al cambiamento.
- AI Skills glossary: una risorsa completa che ha l’obiettivo di standardizzare la descrizione delle competenze AI nei contesti formativi, imprenditoriali e pubblici, assicurandosi che siano allineate con le più recenti piattaforme e con gli strumenti chiave dell’AI.

Enti pubblici e imprese private
“L’adozione dell’AI accelera in tutto il mondo e crea nuove opportunità per aumentare la produttività, ottimizzare i flussi di lavoro e innovare”, sottolinea Greg Ernst, Corporate vice president e chief revenue officer di Intel, il quale osserva: “per sfruttare tutto questo al meglio è vitale creare un vivace ecosistema per la formazione e per lo sviluppo della forza lavoro sui temi dell’AI. Intel, collaborando con il Consorzio, si impegna per ampliare le capacità digitali e le competenze, per assicurarsi che la forza lavoro sia pronta a usare in modo responsabile l’AI, oggi e in futuro”.

E Ryan Oakes, responsabile global health and public service industry practices di Accenture, fa notare: “questa analisi a livello internazionale esorta gli enti pubblici a lavorare insieme con i partner del settore privato: bisogna investire in azioni di aggiornamento delle competenze mirate all’alfabetizzazione sul digitale e sull’AI, mettere al centro pratiche sicure ed etiche e rafforzare l’ecosistema pubblico che si occupa di sviluppo della forza lavoro, per migliorare i risultati”. Così facendo, “potremo dare alle persone la possibilità di usare tutto il loro potenziale e favorire una crescita economica che vada a beneficio di tutti”, conclude Oakes.






