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L’AI generativa per favorire nuove forme d’invecchiamento attivo



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L’intelligenza artificiale generativa ottiene risultati migliori e sostituisce l’intelligenza umana in un numero sempre maggiore di contesti assistenziali. Ma l’uso di queste tecnologie solleva questioni etiche e sociali importanti, come la privacy dei dati

Pubblicato il 31 lug 2024

Maria Adelaide Gallina

professoressa associata in Sociologia generale Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli Studi di Torino



tecnologia anziano

Nell’ambito socio-assistenziale, un’importante sfida sarà sempre più quella di innovare le diverse figure professionali anche con competenze relative all’uso dell’intelligenza artificiale generativa per creare uno “spazio dati” relativo anche alle dimensioni della salute, tenuto conto del progressivo invecchiamento della popolazione. Tale processo è attualmente uno degli eventi più rilevanti nei paesi industrializzati ed è inteso non solo come assenza di malattia, ma come percorso grazie al quale è possibile mantenere una vita autonoma e indipendente attraverso l’interazione di molteplici fattori individuali e ambientali (ad esempio il titolo di studio, le risorse economiche o lo stile di vita).

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