Le start-up che sviluppano strumenti di coding basati sull’intelligenza artificiale stanno vivendo un’ondata record di investimenti. Solo nell’ultimo trimestre sono stati raccolti più di 7,5 miliardi di dollari, cifra che supera qualsiasi periodo precedente dall’inizio del boom dell’AI nel 2022.
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Il caso Factory: 50 milioni da giganti della finanza e dei chip
Factory, giovane azienda che vende agenti AI – chiamati “droidi” – in grado di gestire lo sviluppo software, ha chiuso un round da 50 milioni di dollari. Tra gli investitori figurano Sequoia Capital, NEA, JPMorgan e Nvidia. La valutazione della società, fondata due anni fa, ha già raggiunto i 300 milioni di dollari.
I big deal della Silicon Valley
L’operazione segue altre maxi-raccolte a San Francisco: Cognition AI, Anysphere e Replit hanno totalizzato 1,6 miliardi di dollari dal mese di giugno. A luglio, Google ha invece investito circa 2,5 miliardi per acquisire team e tecnologia di Windsurf, un’altra realtà emergente nel settore.
Perché il coding è la killer application dell’AI
Gli investitori ritengono che il software engineering sarà il primo vero terreno fertile per l’AI. “Il mercato della generazione di codice supererà i 10 trilioni di dollari nei prossimi 20 anni”, ha dichiarato Shaun Maguire, partner di Sequoia.

Clienti e casi d’uso: dal pharma alle banche dati
Factory annovera già tra i suoi clienti EY, Bayer, MongoDB e la stessa Nvidia. Per le grandi aziende, l’uso di agenti AI significa risparmiare sui costi e migliorare l’efficienza, riscrivendo codice obsoleto e riducendo il peso dei team di sviluppo.
Una crescita vertiginosa, ma non senza rischi
Cognition AI e Anysphere sono tra le start-up a crescita più rapida della storia: Cursor, l’editor di codice di Anysphere, vanta ricavi annuali ricorrenti superiori a 500 milioni di dollari. Factory punta a contratti per 20-25 milioni entro fine 2025, partendo quasi da zero. Ma la sfida sarà sostenere i margini in un mercato sempre più competitivo.
La concorrenza dei colossi
Oltre ai rivali diretti, queste start-up devono confrontarsi con giganti come OpenAI e Anthropic, che stanno sviluppando soluzioni simili. “La vera domanda non è quanto grande sarà il mercato, ma chi lo dominerà”, ha concluso Maguire di Sequoia.
L’ondata di capitali verso le start-up del coding AI riflette tanto l’entusiasmo quanto il rischio tipico dei cicli tecnologici. Se da un lato il potenziale di automazione del software è enorme, dall’altro il settore appare già iper-affollato e dominato da colossi. La sfida per realtà come Factory sarà trasformare le promesse in margini sostenibili, evitando di diventare semplici incubatori di tecnologia poi assorbita dai giganti.







