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AI tra le priorità del 2025 per tre “C-level” su quattro



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L’AI Radar 2025 rivela un divario tra aspettative e risultati nell’implementazione nelle aziende: solo il 25% dei dirigenti dichiara di ottenere un valore significativo dagli investimenti in AI. Il talento umano rimane cruciale: il 64% degli executive prevede una collaborazione uomo-AI. Gli agenti AI emergono come nuova frontiera dell’automazione. Italia in ritardo sulla formazione

Pubblicato il 5 feb 2025



BCG

Secondo il BCG AI Radar 2025, “From potential to profit: closing the AI impact gap”, basato su un’indagine globale condotta su 1.803dirigenti di livello C” tra settembre e dicembre 2024, l’intelligenza artificiale si sta affermando come una priorità strategica per le aziende di tutto il mondo: il 75% degli intervistati considera infatti l’AI e l’AI generativa tra le prime tre priorità strategiche per la propria organizzazione. Tuttavia, emerge un divario significativo tra le aspettative e i risultati concreti: solo il 25% dei dirigenti dichiara di ottenere un valore significativo dagli investimenti in AI. Questo divario evidenzia la necessità di strategie più efficaci per l’implementazione dell’AI nelle aziende.

Oltre l’80% degli investimenti va per la trasformazione dei processi critici

Le aziende leader si distinguono per un approccio mirato, concentrando oltre l’80% dei loro investimenti in AI su iniziative di trasformazione dei processi critici e sull’innovazione di prodotti e servizi. Al contrario, la maggior parte delle aziende disperde i propri sforzi su numerosi progetti pilota, ottenendo un ritorno sull’investimento inferiore. Un dato allarmante è che il 60% delle aziende non definisce né monitora alcun KPI finanziario relativo alla creazione di valore attraverso l’AI. Le aziende di successo, invece, stabiliscono obiettivi chiari e monitorano l’impatto sia sui ricavi che sui costi. Questo approccio più strutturato e focalizzato si traduce in un ROI previsto 2,1 volte superiore per le aziende leader rispetto alle altre.

Strategie di implementazione dell’AI: deploy, reshape, invent

Il BCG AI Radar 2025 identifica tre principali strategie di implementazione dell’AI nelle aziende: deploy, reshape e invent.

La strategia “deploy” si concentra sull’utilizzo dell’AI per aumentare la produttività individuale, con un potenziale di miglioramento del 10-20%.

“Reshape” mira a trasformare le funzioni critiche dell’azienda, promettendo un aumento dell’efficienza e dell’efficacia del 30-50%.

Infine, “invent” si focalizza sulla creazione di nuovi prodotti e servizi per costruire un vantaggio competitivo a lungo termine.

Le aziende leader si distinguono per un approccio più bilanciato, allocando il 40% degli investimenti in AI al “reshape”, il 42% all'”invent” e solo il 18% al “deploy”. Al contrario, la maggior parte delle aziende concentra ancora il 44% degli investimenti sul “deploy”, limitando così il potenziale impatto trasformativo dell’AI.

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Questa distribuzione degli investimenti si riflette direttamente sul ROI atteso: le aziende leader prevedono un ROI medio di 6,1, mentre le altre si fermano a 3,5. La chiave del successo risiede nel principio 10-20-70: il 10% degli sforzi dovrebbe concentrarsi sugli algoritmi, il 20% sulla tecnologia e il 70% sulle persone e sui processi.

Tuttavia, due terzi delle aziende faticano ancora a reimmaginare i flussi di lavoro, a guidare gli incentivi, la cultura e il cambiamento, nonché ad assumere talenti AI e a riqualificare la forza lavoro esistente. Questi dati sottolineano l’importanza di un approccio olistico all’implementazione dell’AI, che vada oltre gli aspetti puramente tecnologici per abbracciare una trasformazione completa dell’organizzazione.

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Il ruolo critico del talento umano nell’era dell’AI

Nonostante l’avanzata dell’intelligenza artificiale, il BCG AI Radar 2025 evidenzia che il talento umano rimane un elemento cruciale per il successo aziendale. L’indagine rivela che il 64% degli executive vede l’AI e gli esseri umani lavorare fianco a fianco, mentre solo il 22% prevede di dare priorità al talento umano, utilizzando l’AI solo quando necessario. Solo il 14% degli intervistati immagina uno scenario in cui l’AI assume il comando, con gli umani che mantengono un ruolo di supervisione.

Questi dati sfatano il mito di una sostituzione massiccia della forza lavoro umana da parte dell’AI. Infatti, meno del 10% degli executive si aspetta una diminuzione dell’organico dovuta all’automazione dell’AI. Al contrario, il 68% prevede un aumento della produttività e una riqualificazione del personale esistente per soddisfare le esigenze dell’AI, mentre il 17% anticipa una ristrutturazione della forza lavoro con nuovi ruoli che sostituiranno quelli resi obsoleti.

Tuttavia, l’upskilling nell’ambito dell’AI rimane una sfida significativa: circa il 70% delle aziende ha formato meno di un quarto della propria forza lavoro sull’uso degli strumenti di AI/AI generativa.

Si osservano notevoli differenze geografiche in questo ambito, con Singapore e Giappone in testa per quanto riguarda la formazione sull’AI, mentre Brasile e Italia sono in ritardo. Questi dati sottolineano l’urgente necessità di accelerare i programmi di formazione e upskilling per preparare adeguatamente la forza lavoro alle sfide e alle opportunità dell’era dell’AI.

Agenti AI: la nuova frontiera dell’automazione intelligente

Il 2025 potrebbe segnare l’anno degli agenti AI, una tecnologia emergente che promette di rivoluzionare l’automazione intelligente. Secondo il BCG AI Radar 2025, un agente AI è essenzialmente un’intelligenza artificiale che ha imparato a utilizzare strumenti. Questi agenti sono dotati di capacità avanzate come la memoria (per ricordare attraverso compiti e stati mutevoli), il ragionamento (per scomporre problemi e pianificare azioni), e l’interazione con sistemi esterni.

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Gli agenti AI possono osservare l’ambiente, raccogliere e processare dati, pianificare valutando possibili azioni e priorità verso un obiettivo, e agire sfruttando strumenti interni o esterni. L’indagine rivela che il 67% delle aziende sta considerando l’uso di agenti autonomi come parte della loro trasformazione AI, con il 15% che li vede già in un ruolo centrale o complementare. L’ottimismo riguardo agli agenti AI è coerente in tutte le aree geografiche, con percentuali che variano dal 56% al 74% delle aziende che li vedono in un ruolo centrale o complementare o stanno esplorando il loro utilizzo.

Gli agenti AI promettono di offrire fino a 3 volte più benefici in termini di produttività e velocità rispetto agli assistenti tradizionali. Tuttavia, il loro utilizzo richiede una profonda reimpostazione del lavoro e non rappresenta una soluzione universale per l’impatto dell’AI.

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Le priorità chiave per la leadership includono lo sblocco di nuovo potenziale per ridisegnare processi e servizi, l’abbattimento dei silos attraverso servizi senza contatto e pianificazione avanzata, e la gestione dei rischi associati a una maggiore complessità. È fondamentale evitare l’hype eccessivo e concentrarsi su applicazioni mirate ad alto impatto, con un’attenzione particolare al design pratico, all’integrazione senza soluzione di continuità e alla qualità dei dati.

Superare le sfide: rischi, upskilling e massimizzazione del valore dell’AI

Il BCG AI Radar 2025 evidenzia una serie di sfide cruciali che le aziende devono affrontare per massimizzare il valore dell’AI.

In primo luogo, la gestione dei rischi emerge come una priorità fondamentale. Il 66% degli executive identifica la privacy e la sicurezza dei dati come il rischio principale, seguito dalla mancanza di controllo o comprensione delle decisioni dell’AI (48%) e dalle sfide normative e di conformità (44%).

In particolare, il 76% degli intervistati riconosce che le proprie misure di cybersecurity relative all’AI necessitano di ulteriori miglioramenti. Questi dati sottolineano l’importanza di un approccio proattivo alla gestione dei rischi dell’AI, che deve essere integrato in ogni fase dell’implementazione.

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Un’altra sfida significativa è l’upskilling della forza lavoro. Nonostante i progressi, circa il 70% delle aziende ha formato meno di un quarto del proprio personale sull’uso degli strumenti di AI/AI generativa. Questo gap di competenze potrebbe ostacolare seriamente la capacità delle aziende di sfruttare appieno il potenziale dell’AI. Per massimizzare il valore dell’AI, il report suggerisce un playbook strategico per i CEO che include:

  • superare il “gap di immaginazione” dell’AI ripensando ciò che è possibile in termini di trasformazione aziendale;
  • focalizzare e prioritizzare gli sforzi di AI su poche opportunità trasformative nelle funzioni core; definire e monitorare KPI chiari;
  • guidare personalmente il cambiamento culturale e organizzativo;
  • anticipare la prossima ondata di valore dell’AI e i rischi associati.

Conclusioni

In conclusione, il successo nell’era dell’AI richiede un approccio olistico che bilanci innovazione tecnologica, gestione del rischio, sviluppo del talento e trasformazione organizzativa. Le aziende che riusciranno a navigare efficacemente queste sfide saranno meglio posizionate per sfruttare il pieno potenziale dell’AI e ottenere un vantaggio competitivo sostenibile nel lungo termine.

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