Nelle ultime settimane si è parlato molto – forse troppo, forse male – del cosiddetto “primo grande attacco informatico autonomo orchestrato da un’intelligenza artificiale”. Un sistema basato su Large Language Model che pianifica, esegue, si adatta, sceglie gli strumenti, concatena le azioni, aggira le difese, tutto senza supervisione umana, tutto da solo, come se avesse sviluppato una forma di iniziativa propria che sfugge al controllo.
analisi
AI Act, Digital Omnibus e il vero errore della regolazione europea
La narrazione dell’“attacco autonomo AI” alimenta paure infondate: non è l’intelligenza artificiale a essere diventata pericolosa, ma i sistemi mal progettati e regolati in modo superficiale. L’AI Act e il Digital Omnibus mancano di una comprensione tecnico-cognitiva, ignorando l’importanza di architetture sicure per costruzione come le ecologie cognitive relazionali
professore di Ingegneria dei Sistemi Cognitivi e Intelligenza Strategica Università di Genova

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